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Caro amico, parliamoci chiaramente, io vorrei che tu, tu soltanto, fossi guida e consigliere del mio cammino verso una vita di più ampio respiro, di più alto rango, di più vere e profonde sensazioni, piuttosto una fatta della sofferenza di tanti amori impossibili e la corsa vana nel tentativo di afferrare una felicità e una realizzazione che si dileguano al tatto. Vorrei che le mie lacrime cocenti si mutassero in ruscelli d'acqua per dar vita ad un prato verdeggiante, vorrei che il mio declinare diventasse salita, che tutti i tagli che mi squarciano l'anima divenissero porta ad un me migliore, vorrei splendere come una stella che brilla di tutta la sua luce per durare e non trascinarsi in attesa di spegnersi. Ecco, vorrei vivere tutti gli attimi di quel tanto che mi resta stringendoli fra i pugni con la forza di un leone, che sento in me ma che mi ostino a non usare per diabolica paura di soffrire ancora. Sai cosa mi tormenta di continuo? No, non mi è facile dirlo, di persona; di certo non troverei le parole esatte per esporlo davanti a te e... a lei. Non pretendo né bellezza, né successo, né sapienza eccezionali. Certo ho ricercato queste cose per anni, ma come un mezzo per raggiungere la vera armonia. Io vorrei poter esporre senza preoccuparmene quello che sono dentro. Punto. Vorrei lasciar fluire il mio sentire, le mie emozioni, le mie idee...come gli tutti. E invece ho nell'anima una profonda e radicata vergogna, una profonda e radicata paura, non tanto paura di non essere perfetta, ma paura di essere troppo meno di quello che gli altri ritengono giusto, troppo distante o addirittura in antitesti con ciò si conviene sia buono e morale. Ed in mezzo a questa tribù di incorruttibili, o presunti tali, ma pur sempre accettati per l'immagine gradevole che offrono ai perbenisti, mi sento un mostro... sì hai capito bene mi sento un mostro, una deformità che cammina, e non solo nell'aspetto, anche se pure in quello vedo riflessa l'immagine di ciò che mi porto ne l cuore. Ho un cuore che batte come tutti, ma dentro percepisco il mio handicap, che è ben differente dalla diversità. Diversità può essere peculiarità, un pregio, ma quello che ho dentro deve essere troppo inaccettabile se per una vita, a causa di ciò sono stata sempre messa nell'angolo, trattata come inferiore, disprezzata, costretta a sentirmi colpevole e costretta a nascondere e a rinunciare a cose per altri scontate. Io dentro di me so bene cosa sono: ho l'anima di un ragazzo e un corpo di ragazza. Avete la minima idea di cosa significhi stare sempre sul chi va là, anche con ti conosce da una vita? Non poter mai trasmettere agli altri ciò che senti in quel momento per davvero, non poter parlare dei tuoi sogni, doverli sostituire con altri che non ti appartengono. Non si tratta di averlo fatto per un pò, ma per anni, anni, anni fino ad esplodere. Guardi gli altri tuoi simili che hanno amici loro affini, condividono interessi, guardano le ragazze, ci scherzano, si scambiano sguardi con la sicurezza che tutto ciò che fanno è normale ed anzi apprezzato. E tu stai lì con la morte nel cuore e sempre facendo attenzione a non destare troppi sospetti. Devi rinunciare a vivere davvero e a tutte le cose che per altri sono scontate tappe della vita, pur di non girare le carte e all'improvviso trovarti tutti contro, e rendere il tuo supplizio più crudele di quanto non sia già. Tuttavia ciò che più ferisce di tutto ciò, è che anche chi ti ama di più al mondo, come tua madre, ti disprezzi per come sei, perché così come sei le fa male vederti, così come sei, sei sbagliato, sporco, immorale. Ti additano la fede come unica soluzione. Dicono che la fede cambierà la tua mente da malato e metterà nel tuo cuore pensieri giusti e normali. Come posso aver fede in un Dio giusto quando vedo quello che succede a me? Io voglio vivere ora, ho una voglia pazza di vivere il presente e intanto muoio nell'impossibilità di farlo. "Non posso far male ai miei più di quanto ho fatto" mi dico e intanto lascio trascorrere la mia vita ora dopo ora, mi degrado, sviluppo sintomi, vie alternative per raggiungere quello a cui tendo, armonia e felicità. Tanto non potrò mai avere ciò che desidero con tutta l'anima. A che mi serve fare spendere la maggior parte del mio tempo a lavorare, ad impegnarmi, a fare sacrifici se nella vita non potrò comunque realizzare ciò a cui aspiro davvero?Non avrebbe senso. Non si fraintenda ciò che ho scritto: è vero che di base, nella sensibilità, nel modo di pensare, mi riconosco nel sesso maschile, ma non vorrei mai e poi mai cambiare sesso, semplicemente perché non credo che non si possa mutare con maggiore esattezza della natura ciò che dalla natura è stato fatto pur se erroneamente modellato. Però all'amore, a quello non posso rinunciare.
Ecco mio salvatore ciò che sento in verità. Ecco il perché dell'impossibilità di comunicare. Spero di non averti spaventato e spero che accoglierai questi imperfetti ma esattissimi pensieri e non mi lascerai. Ti voglio vicino, ti voglio al mio fianco, perché ti stimo in grado di accompagnarmi senza cadere in questo percorso lungo e arduo quanto non mai. Io voglio che il tuo discernimento sia una torcia al mio andare lungo il sentiero dell'esistenza, perché sento che il destino mi ha posto ad un bivio: morte o vita? Ma io so già cosa voglio, in cosa voglio che tu mi sostenga: voglio provare la vita, l'amore, sentire gioia autentica e costruire qualcosa di unico, la mia vita.
Ti chiedo umilmente perdono per lo sciocco comportamento tenuto finora nei tuoi confronti. Ma tanto dolore e vergogna mi hanno motivato. Ti prego di perdonarmi se hai fiducia in me. Io ho fiducia in te.
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