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Ciao cara cugina.
Il 16 di Luglio, hai compiuto 44 anni.
Come passa il tempo.
La tua vita non è stata per niente semplice. Anzi, appena nata, ti diagnosticarono un problema al cuore.
Ti dovettero operare. Rischiavi di morire, e la tua mamma Cecilia, stette accanto alla sua creaturina, così ti chiamava, con un amore incredibile. Non ti lasciò sola nemmeno per un istante.
Ce la facesti, la tua vita era salva.
Ti vergognavi tanto a mostrare quella brutta cicatrice. Ricordo che al mare non potevi indossare costumi da bagno scollati, piangevi di notte. Ti sentivo, perché dormivamo sempre assieme.
A 6 anni la tua dolce e forte mamma, volò in cielo per un brutto male. Aveva solo 36 anni e morì disperata.
Non voleva lasciare i suoi figli piccoli. Tuo fratello Filippo, aveva solo 10 anni, capiva più di te, infatti al suo funerale ridevi, pensavi che la tua mamma fosse partita per un lungo viaggio, ma da un momento all'altro sarebbe ritornata.
I giorni passarono e la mamma non ritornava.
Stringevi la nonna, e con le lacrime che scavavano il tuo visino così dolce le chiedevi di far tornare la mamma.
La nonna senza farsi vedere, piangeva disperata anche lei, come poteva farti capire che non sarebbe più tornata?
Col tempo lo capisti, ma il dolore non è mai andato via.
La sera prima di addormentarti, ti sentivi cullare, dicevi sempre che era la tua mamma.
Ne sono sempre stata convinta anch'io, i morti non vanno mai via per sempre.
La tua infanzia ed adolescenza, trascorsero, tra risate, pianti, speranze e sogni.
Perdesti anche il tuo papà. Lo adoravi, era la tua ancora di salvezza, dopo la morte della tua mamma.
Non potevi accettare che un altro dolore potesse abbattersi su di te.
In quei giorni tristi, pensavo, che non fosse giusto che la tua vita, fosse così colma di lacrime.
Perché Dio si era accanito su di te sin dalla nascita?
Non ci sono risposte, e qualora ci fossero, spesso non le comprendiamo.
Arrivò l'amore, quello vero.
Eri bellissima il giorno in cui ti sposasti, sembrava tutto perfetto, invece, tuo marito si rivelò col tempo, un uomo egoista. Ti controllava in tutto, una sera arrivasti a casa mia in lacrime!
Avevi fatto semplicemente una doccia, e lui ti disse, che era necessario risparmiare. Non avevi figli all'epoca, potevi ed avresti dovuto lasciarlo, ma la paura di rimanere sola, e di soffrire ancora ti indusse ad andare avanti.
Arrivò Francesco il tuo primogenito.
Un bambino bellissimo con due occhi celesti come il mare cristallino della Puglia.
I soldi erano sempre pochi.
Pativi la fame, ma ti vergognavi a dirlo. La mia mamma scoprì che davi da mangiare a Francesco le patate. Non avevi altro.
La mia mamma, prese in disparte tuo marito e gliene disse di tutti i colori.
Tuo marito faceva le mance durante il giorno e con quei soldi si comprava focacce e pizze.
Quindi alla sera tornava a casa con la pancia piena. Non comprendeva la situazione grave nella quali eri.
Purtroppo con certe teste calde è difficile ragionare.
La mia mamma diceva sempre, che se ci avesse tenuto veramente a te ed a suo figlio, oltre al lavoro che faceva, se ne sarebbe dovuto cercare un altro.
Sappiamo però che per motivi ancora ignoti, molti soldi andavano chissà dove.
Nacque Enrico.
Non c'era nemmeno il latte in casa!
Un giorno tuo marito ti diede dei soldi, andasti al supermercato a comprare gli omogeneizzati, eri felice, ma per la strada ti cadde la borsa della spesa, e così si ruppero i vasetti.
Cavolo non avevi altri soldi!
Perché proprio a te pensai?
Finalmente tuo marito trovò un altro lavoro ed incominciò a ragionare.
Ora stai meglio. Si vede che sei più serena. La mattina esci e vai a fare la spesa.
Sembra così strano, incredibile, ma per te entrare in un negozio e comprare da mangiare, è libertà.
Tra pochi giorni andrai in vacanza al mare.
Divertiti e rilassati.
So che la tua mamma ti è sempre accanto.
Noi anche, non ti abbiamo mai lasciata sola.
Asciuga quelle lacrime per sempre, e sorridi guardando il sole.
Ti voglio tanto bene.
Tua cugina
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