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Ci sono momenti in cui sono un po' triste. Come ieri sera, una delle rare serate trascorse in compagnia di due amici con i quali mi incontro a volte si a volte no. Passeggiavamo per il centro di una città, le strade brulicavano di gente, specialmente adolescenti e giovani.Noi siamo tre persone comuni. Ne io e ne loro due siamo particolarmente belli. Io sono bassa 1.60, bionda, peso 57 kg e non possiedo curve da paura ma lineamenti teneri ed infantili, sono l'opposto della femme fatale. I miei amici si somigliano un po', alti 1.65, magri e mori in ogni connotato. Non particolarmente muscolosi nonostante costante allenamento in palestra. Non badiamo alle griffe, non badiamo al lusso ed al divertimento sfrenato, ci accontentiamo di semplici passatempi. Ieri sera però, un gruppo di ragazze carine accompagnate da ragazzi molto in ci hanno notati e subito hanno preso a ridacchiare muovendo qualche commento a bassa voce osservandoci, accorgendosi che uno dei miei amici le stava guardando hanno smesso. Un episodio isolato e di poco conto ma che ci ha inevitabilmente messi di fronte all'autoritica. Ci siamo guardati intorno accorgendoci che la maggioranza dei nostri coetanei presenti erano l'opposto di noi: griffati, tirati a lustro, alti e dall'aria potente. Un effetto che noi seppure ci impomatassimo al loro pari sembreremmo ridicoli perchè la natura non è stata affatto generosa con noi. Abbiamo parlato, scoprendo che loro due si sentono molto esclusi da questa società che ci vede come rifiuti. In particolare loro due, più di me e questo ha dell'incredibile, soffrono nel non avere una compagna accanto, guardano altrove quando si imbattono in coppiette felici per non rattristarsi nel vedersi soli. Soffrono per il loro aspetto e di questo ne soffro anch'io, eppure pur essendo una ragazza sono forse più forte di loro ed ho cercato di tirarli su di morale. Forse è una questione dell'attuale mentalità...sono stata all'estero, in Ungheria, i giovani ungheresi erano simili a noi tre, molto semplici e pacati. I ragazzi li mi guardavano, pensavano forse che fossi ungherese e mi corteggiavano in maniera delicata, diversamente da come accade qui. Penso sempre a questo per alzarmi e reagire alla situazione, che forse è solo questione di cattive abitudini, forse non sono fatta per vivere qui, non è il mio posto e posso vertere su di un'altra strada che mi conduca alla felicità. Io lo spero, non posso essere ancora giudicata per il mio aspetto senza che nessuno mi legga dentro, non ne posso davvero più.
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