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Dedica a cui stai rispondendo

E sempre stata dalla parte della ragione in questa storia assurda e folle; non può amarmi come non potrebbe nessuno per il fatto che sono una persona che non si può amare. Inutile voler cogliere i lati positivi per farsi forza, perché, se anche ce ne sono le negatività sono così tante, così orrende, da oscurare quei piccoli dettagli positivi.
E' così; faccio schifo d'aspetto, soprattutto nel volto. Inutile negarlo; anche volendo eliminare tutti i difetti più grossolani che lei conosce a memoria, rimarrebbero comunque i segni di una sofferenza estenuante, che si vede a colpo d'occhio in uno sguardo spento e piangente, su una pelle imperfetta, nelle mani rose e deformate dal nervosismo, in un fisico debilitato dall'inattività, smagrito dall'ansia, dalle preoccupazioni, dalla sofferenza, dalla paura, gonfio di un'alimentazione poco sana che serve più a placare il dolore emotivo che a stare in salute fisica. Per un corpo del genere non si può provare nulla se non repulsione e odio.
Altrettanto dicasi dell'anima. Non mi piace ferire nessuno, vorrei amare, e questo è dovuto sì ad una bontà intrinseca, a dei principi, ma forse c'è anche tanto di debolezza, malattia, stupidità, siccome la malignità non esce fuori nemmeno come arma di difesa.
Già sono poco intelligente di mio; poi ci è messa anche la malattia a togliermi ogni possibilità di capire l'altro e la realtà. Non succede mai che riesca ad inquadrare bene le situazioni: o guardo troppo in là o rimango cieco; e per capire davvero cosa pensa una persona, o semplicemente il significato di un gesto o di una situazione mi ci vogliono mesi di riflessione, perché appunto non ho un metro di giudizio per le situazioni sociali in quanto appunto di esperienze in merito non ne ho avute. Ho vissuto pochissimo e quel poco che serbo è finito nel dimenticatoio.
L'unica cosa che prima mi salvava era una volontà di ferro e un pizzico d'ambizione che mi tenevano a passo con gli altri, seppur a fatica; ma la fatica di cinque anni di lavoro ininterrotto che non si fermava nemmeno di notte è stata nociva al punto da portarmi a non vedere più niente.
Ora sono rimasto tagliato fuori dalla realtà e non oso mantenere gli occhi su di essa più di tanto, perché il solo scorgerla in tutta la sua inaccettabile verità mi causa un dolore lancinante e insopportabile. Meglio perdersi allora in un mondo di fantasia, dove sono la persona che avrei voluto essere, dove amo liberamente e sono amato, e ho raggiunto tutti gli obiettivi che fuori non raggiungerò mai. Non costa nulla parlare su un forum dove di sono le persone con cui vorrei stare nel reale, fingendo di avere una vita ed essere quello che vorrei. Anche lì si accorgono che così non è, perché già lo stile di scrittura trasuda ossessività, e uno sconfinato bisogno d'affetto e d'attenzioni, che una persona con una vita e un briciolo di dignità non mostrerebbe mai.
L'unica cosa che conservo di sano è il cuore. Sapevo di amarla e che di quella donna nulla mi era sfuggito, dopo aver passato anni a studiarne il carattere, con la curiosità di chi ama, ma in queste condizioni non sarei credibile né saprei dare amore, perché il minimo gesto mi causa una fatica eccessiva e, poi, spesso non riesco a giudicare correttamente ed ho delle reazioni inadeguate, ma non lo faccio per cattiveria. Sono solo malato e stupido.
L'amore non potrà fare parte della mia vita, né il suo né quello di un'altra.
Già sarebbe un miracolo il fatto di raggiungere una stabile indipendenza, e una certa serenità; ma come fare quando dentro ho i bisogni di tutti, ma allo stesso tempo sono troppo debole per ottenerli?
Non so cosa mi abbia ridotto così. Forse all'inizio avevo solo un ritardo o un disturbo dell'apprendimento; forse ho fatto troppe poche esperienze o sono stato da sempre vittima di un disagio che mi ha congelato la crescita, evolvendo in una malattia conclamata e forse cronica.
So solo che adesso dovrei costruire tutto dalla prima pietra, con paziente lentezza e riflessione, perché altrimenti non saprei giudicare nella giusta maniera. Il dolore mi scuote acuto, violento. Soffro il gelo della mancanza di amore, soffro per questa deformità fisica, soffro ancora di più per questa mancanza di energia e questa incapacità di capire le cose per poterle cambiare. Soffro perché amo, ma... nessuno lo capirà mai.
Non posso dare a nessuno la colpa di non essere amato, tanto più a quella donna che è stata paziente con me finora, ha cercato di creare in me delle consapevolezze, che non ho mai capito, perché accecato dal bisogno d'amore. Non potrò accusarla se domani sul forum che frequento si farà quattro risate sui miei problemi con quelli che dovevano essere i miei amici, se mi sta rovinando la reputazione e se sentendomi preso in giro abbandonerò anche quella forma di comunicazione. Ha ragione lei. Sono solo un demente e non posso essere amato, perché non ho la capacità di dare, capire l'altro ecc. Non basto nemmeno a me stesso... quindi figuriamoci.
Cosa fare adesso che ho perso tutto ancora una volta? Ricominciare a piccoli passi o lasciarsi andare per sempre? Sacrificarsi ancora per prolungare la sofferenza di vivere una vita che non si vuole o troncare per abbandonarsi all'oblìo?
Non ho la forza nemmeno per uccidermi. Quindi sono queste le due alternative. Per ora vorrei solo chiudere gli occhi e sognare un pò di felicità. Tutto questo fa troppo male; leggere il suo disprezzo fra le righe, vedere come le piace illudermi che un giorno potrebbe esserci qualcosa fra noi sta diventando insostenibile. Non so che sentimenti possa aver provato, perché non si è fatta mai leggere chiaramente, ma di certo potrebbe essere pietà, un pò di affetto e tenerezza, le stesse cose che si provano di fronte ad un essere inferiore.
Fa un male da paura, ma lo ammetto, lei merita di più che un incapace come. L'unica cosa che merito io per quanto dò è questa vita di nulla che mi ritrovo.