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Eccomi qui, del tutto priva di difese, pregiudizi e paure. Lo dico in modo diretto: ti amo, mi sono innamorata in modo mai provato prima... di te, della tua persona; e da anni questo amore cresce a dismisura; sei stata nei miei pensieri, nei sogni, e nei ricordi, anche quando ero sicura che fosse impossibile. Sei una ragazza anche tu... ma cosa importa se siamo la stessa cosa l'una per l'altra? Certo i miei sognavano di vedermi sposata con un uomo, con tanto di nipotini. Forse anche i tuoi genitori vorrebbero vederti in una relazione di coppia per loro "normale". Ho provato a fare quello che dicevano. Avrei voluto renderli fieri e contenti di me; ci ho provato tante volte, per anni, ma alla fine ne rimeneva distrutta la mia felicità e di conseguenza nemmeno potevano esserlo vedendo una figlia infelice, e anzi distrutta del tutto, una ragazza che non poteva più essere d'aiuto nemmeno a se stessa. Se sull'orientamento non si transige, sull'identità di genere lo si può fare ancora di meno. Mi vedono come una ragazza piccola, esile, ma dentro ho ben poco di femminile e di cedevole. Diventai fragile per esperienza. Ma dentro sono rimasta un ragazzo, un ragazzo tenace fino all'inverosimile per le cose in cui crede, un'amante di cose vere e belle, di valori, un ragazzo ambizioso, che vuole farsi valere, ma allo stesso tempo tanto sensibile che non userebbe mai sporchi mezzi per raggiungere i suoi obiettivi, perché usarli sarebbe una ferita alla sua dignità. Preferirei morire di fatica e stenti, piuttosto che rubare ciò che non mi sono guadagnato. Parlo al femminile per dare una mano a chi mi sta intorno, per non creare disagi, siccome sono una ragazza fuori, e mi è stato attribuito questo nome femminile, che amo e odio.
L'unica persona che ho odiato e ferito dacché sono nata sono stata proprio io. Non andavo mai bene perché avevo il difetto di comportarmi da bambino. Ero una scatola rosa che stranamente s'illuminava di azzurro, perché dentro c'era un'anima di quel colore. Le due cose non potevano sussistere per loro. Dovevo essere rosa in tutto. E potevo impegnarmi quanto volevo, potevo dare montagne d'amore e d'attenzioni, che sarei rimasta sempre sola e disprezzata. Allora ho spento quella luce, volutamente con un grande impiego di forza per adattarmi, al punto da passare inosservata. Davo del mio meglio a tutti, ma non lasciavo si avvicinassero; li allontanavo altrimenti mi avrebbero scoperta, perché era troppo evidente, conoscendomi da vicino. Meglio sola e valida nel lavoro, che in un gruppo dove avrei dovuto fingere ancora, o peggio dove sarei stata rifiutata. Questo era il mio motto.
Mi sentivo colpevole, strana, per ciò che desideravo fare, negli hobby, nel lavoro, per l'amore che riuscivo a provare solo per le donne. Non andavo bene a nessuno... nessuno nemmeno a chi voleva consolarmi con la fede. Facile dire Dio ti ama, e poi leggere dal vangelo frasi minacciose del tipo:"Chiunque continua a guardare una donna in modo da provare passione per lei ha già "commesso" adulterio nel suo cuore"; la condanna all'inferno si riferiva agli uomini in questo caso; quindi si può solo immaginare come considerassero orrendo e rivoltante l'amore di una donna verso un'altra donna; ho sentito dire tante volte nelle prediche a cui assistevo mio malgrado che era un "abominio". In una chiesa del circondario ci fu un "caso di lesbismo" (testuali parole del prete, cioé di mio padre... parlava di caso nemmeno fosse stato un giudice in tribunale); alla notizia rimasi impietrita e nulla dissi per non dare a vedere quanto questo mi facesse soffrire. Le due erano state ripudiate da tutti coloro che le conoscevano; non le salutavano nemmeno più. Ascoltando dell'accaduto mia madre commentò con uno sconsiderato "Che schifo!".
Sono riuscita a non vivere amori ufficiali fino ad ora; mi sono nascosta nell'ombra fino a che non mi sono innamorata davvero. Lo dissi alla mia amica, e da allora non l'ho più rivista; se anche la incrocio per strada adesso, mi guarda come se fossi trasparente. La cosa mi addolorava all'inizio, ma ora provo solo disgusto verso una ragazza così falsa e meschina.
Non posso più nascondere la mia identità; desidero essere felice; amo una ragazza, con cui sento che lo sarei; desidero stare con lei; essere libera di compiere tutte quelle piccolezze che gli altri danno per scontato, ma che pesano come macigni per quelli a cui sono negate. Perché non potrei baciare la mia ragazza per strada, conviverci o sposarla, perché fare questo sarebbe considerato un "abominio", mentre i ragazzi che sono tali anche nel corpo vengono visti come uomini realizzati e apprezzati, se mettono su famiglia? Non hanno fatto nulla per nascere così, eppure a loro sono garantiti tutti questi privilegi. Quello che mi fa più rabbia sono si fanno la ragazza solo per esporla come un trofeo al bar con gli amici, per poi tradirla il giorno dopo, o comunque gli uomini che maltrattano le donne in tutti i sensi... perché loro che hanno questa libertà si comportano così? Perché deve restare solo proprio un ragazzo come me che saprebbe solo dare amore a chi ama, che si commuove solo a vederla, che non le torcerebbe un capello, che preferirebbe le mozzassero un braccio piuttosto? Non sono per niente un debole a pensarla così; se quegli stessi che si comportano così avessero vissuto il mio percorso di vita, sarebbero rimasti a metà, non ce l'avrebbero fatta...
perché devo essere da meno solo perché ho un corpo più piccolo ed esile di quello di un uomo?
Dovrei rimanere sola e infelice solo perché quattro pastori vissuti 4000 anni diede il nome di Satana a tutto ciò che temevano, diversità inclusa, e chiamò col nome di Dio ciò a cui erano abituati?
Quel Dio che secondo loro mi amava mi ha ridotto in fin di vita; ho rischiato di morire per essere brava e corretta e chi mi conosce lo sa bene.
Allora per me non ci sono più dei o morali, se non quella umana.
Desidero amarti, come desidero essere felice; vorrei finalmente essere me stessa e mostrarti con un bacio che l'amore non sa mentire; desidero stare con te, essere la tua alleata in un frangente di vita o forse di più, fare l'amore, farti sentire amata, renderti felice, darti tutto in aiuto materiale, morale, darti tutto di me. Forse sarò piccolina, ma non sono poi la debole fanciulla che sembro. Forse anche i tuoi sognavano di vederti con un ragazzo... non è che li deluderai del tutto, stando con me. :)
Adesso vorrei solo essere felice, e, se essere felice, significherà camminare verso l'inferno ci andrò senza indugi; brucerò tra le fiamme dopo una vita trascorsa come desidero.
Non temo la dannazione e nemmeno la morte mi fa più paura dopo averla vista da vicino.
Ti amerei ovunque, davanti a chiunque, in piazza come davanti al papa... e tutte le sferzate morali e le botte di questo mondo non mi faranno desistere, perché sono diventata più grande e forte di tutta la cattiveria omofoba che potrei incontrare. Dovessi rimetterci tutto non mi porteranno lontano da te che sei la mia felicità. Ti amerò sempre e, se vorrei, percorreremo insieme il prossimo tratto di vita o forse... chissà...
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