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Un anno fa, esattamente alle porte del natale, solo, mi scaldavo, nella mia fredda stanza, alla speranza che le cose sarebbero cambiate, che l'anno nuovo avrebbe portato qualche sorriso, un spiraglio di luce in quelle sorde tenebre. E' passato esattamente un anno, 365 giorni di sospiri e false attese e...e nulla è cambiato da quella volta. Lo stesso silenzio, lo stesso gelo nell'anima, la stessa invincibile solitudine. Ma cosa è successo nel mentre? Solo qualche passo più giù nell'inferno.Senza orrore. Ho sacrificato persino la cosa più importante che avevo;me stesso, la mia identità. Nabokov disse che la solitudine è il campo da gioco di Satana...io non tolleravo più la solitudine, non tolleravo quella vita amorfa e sbiadita.Un presente languido e un'avvenire sbiadito. Ho ceduto cosi alle false promesse della droga.Una fede mal riposta, perchè se è vero che la droga indora a volte (ma è una luce demoniaca) questa grigia prigione è altresì vero che ne crea un'altra, interiore,indefinibile e ancora più soffocante. Cosi cedetti ad un gioco perverso di diniego ed autodistruzione, scendendo in un baratro ancora più freddo.
In fondo è quasi meglio cosi, ora la mia unica preoccupazione è trovare la giusta dose, l'esatta quantità d'abbandono.
Si, in fondo è meglio cosi..
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