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Dedica a cui stai rispondendo

Mi trovo per la terza volta su questo sito di messaggi online. Cercavo proprio qualcosa del genere per poter parlare di me con qualcuno. Non è mai stato facile farlo dal vivo con le persone che conosco. Quando parlo con qualcuno non riesco a capirne le intenzioni, non capisco sguardi, sorrisi, espressioni facciali, non so quali intenzioni ci siano dietro una certa intonazione, non mi viene bene in mente cosa dire, parlo in maniera molto semplice, anche se quando scrivo, volendo, riesco ad articolare periodi complessi. Ho pochissimi interessi, fra cui quello per la matematica e per le cose elettroniche in genere. Problemi d'intelligenza non ce ne sono. Ho fatto un test del Q.I. con risultati ottimi. Anni fa provai un test per una facoltà scientifica a numero chiuso. Non ero per niente preparato. Infatti sbagliai tutte le domande che richiedevano conoscenze teoriche, ma tutte quelle di logica andarono benissimo. Riuscii così ad entrare piazzandomi anche abbastanza bene a differenza di qualche mio amico fresco di ripasso che ne venne escluso. Quando guardo qualcuno non lo guardo sul serio; il contatto visivo mi mette timore... cerco perciò di guardare con distacco. Di gestualità ne metto fin troppa a volte; ho un modo di muovermi strano, a volte fin troppo rigido. Scrivo in maniera molto informe, tranne quando riesco sono pienamente concentrato. Ci sono parecchi punti di coincidenza con l'aspenger, ma con tutto non sono sicuro di avere quel disturbo. Non può essere una patologia dello spettro schizofrenico perché sono non c'è una mancanza di emozioni. Le emozioni ci sono e anche in maniera bella forte. In me c'è un fortissimo bisogno di relazioni, che però non riesce a trovare via d'uscita nella realtà perché non ci sono persone con cui avere un confronto soddisfacente, persone con cui poter almeno parlare di te al completo. Non pretendo la comprensione totale, ma di poter parlare, senza rischiare una fucilazione verbale al più piccolo accenno. Un sacco di anni fa feci qualche visita da una psicologa di "scuola francese" molto brava nel suo campo a cui parlai dei miei dubbi sull'aspenger: "lei disse che l'aspenger è una sindrome di origine psicologica". Quella frase mi fece riflettere perché è risaputo che l'aspenger come la schizofrenia hanno origine in un uno squilibrio chimico del cervello. Forse voleva dire proprio ciò che sospetto anch'io, che una vita di totale isolamento, che io chiamo deprivazione sociale, mi hanno portato ad un autismo illusorio. C'è un forte egocentrismo anche in come scrivo, che scompare tanto più ho avuto modo di parlare con qualcuno dal vivo. E' logico che se stai solo da una vita intera non ti rimane che l'io come soggetto con cui comunicare. Ugualmente avviene per la passione per la matematica. Se non hai interessi particolari, non ti rimane che lo scheletro dell'essere; il timore non è che paura di essere giudicati, una paura fin troppo vera per chi delle relazioni non sa nulla. Non guardando per paura, non conosci la gente al punto da non saperne distinguere le espressioni. Il difetto più reale di tutti, quello di concentrazione, va via nelle giuste condizioni. Ciò che mi differenzia dal disturbo conclamato è una fortissima propensione al cambiamento, che a volte si fa rabbiosa al punto da spingermi oltre i limiti a scapito di tutto. Il cambiamento diventa più grande quante più esperienze metto in serbatoio, quanto più mi alleno a stare con le persone. Quello che mi domando adesso è se è possibile che anni di deprivazione e repressione possano portare ad un effetto tanto devastante...
è successo questo, secondo la mia teoria... i sensi di colpa hanno fatto da deterrente fin dall'inzio portandomi all' isolamento. L'isolamento ha portato ad uno svantaggio nelle esperienze, nelle capacità di comunicazione che pure diventano buone se affinate e usate senza timore; lo svantaggio di esperienze ha creato paura e così via fino a determinare la rovina. Chi sono e cosa posso fare mi è ben chiaro... ma come far passare il messaggio a chi non vuole sentire, a chi non si fida perché in passato hai fatto un atto di disperazione? Possibile che il paziente non debba più essere ascoltato se dà informazioni nuove, anche se non lo fa una volta ma un sacco di volte insieme? Non mi credono e mi stanno rovinando la salute a forza di farmaci per la schizofrenia. Avrei bisogno d'aiuto, di mettere in discussione le convinzioni del medico. Ma come fare se la mia parola vale meno che nulla? A chi chiedere aiuto se il medico con cui sei è fin troppo stimato e temuto da quelli della sua categoria? Così non finirà bene. In me sento un equilibrio stabile e lo dimostra un giudizio assai adeguato della realtà. Lo conferma il fatto che prevedo le reazioni altrui, misuro ad occhio sfiorando la precisione millimetrica, so che questo passo arriverò a destinazione con non entro cinque minuti ma entro quindici. Ma allo stesso tempo quelle cure mi sottraggono energie, mi addormentano, mi tolgono empatia, volontà, espressività, mobilità muscolare. Come fare con queste poche energie ad affrontare un gigante del genere? Come fare per riscattarsi?