Ricordo ancora quando mi disse che ero un’idealista che quasi si era dimenticato della parte materiale del mondo. Tale sono rimasto, con la differenza che adesso le due parti si sono poste in equilibrio. Non vedo nessuna ragione per cui si debba dare tanta importanza all’accumulo di denaro. Noi non siamo ciò che guadagniamo. L’unica cosa di cui sono avido sono amore e conoscenza. Sarebbe bello passare la propria vita a viaggiare, scrivere, studiare, amare; ma c’è questa società che ci vuole in una catena di montaggio. Se non lavori, non hai diritto alla sopravvivenza, tanto meno alla felicità. Non darò mai la precedenza al denaro; in nessun caso andare a lavoro mi toglierà la voglia di sorridere, di amare, di uscirmene la sera con gli amici di avere degli hobby. Non c’è nulla di male nel lavoro finché esso è usato per nobilitare l’uomo. Ma odio il materialismo di certi genitori, di come essi tentano d’inculcarlo ai loro figli: “Studia. Non perdere tempo dietro le sciocchezze.”, “Fa quest’attività extra-scolastica che poi ti servirà per trovare un lavoro ben pagato”, “Mio figlio sta facendo gli straordinari. Non ha tempo per altro, ma quale onore avere un figlio così!”. Peggio ancora quando i soldi vengono usati come un ricatto. Detesto ricatti come finché non te ne sarai andato di casa, non potrai frequentare quella ragazza perché in casa nostra non vogliamo te con lei. Che schifo. Alla faccia del tanto decantato amore genitoriale. Non sarò mai come come loro. Se esiste una cosa in cui si deve dare tutto se stessi questa è l’amore, l’amore in senso universale. Non diventerò anch’io un automa fra i tanti.