Mi manca ciò che fu, mi manca tutto di lui.
Mi manca la luminosità con cui cominciavano quei giorni, i battiti festanti e le faville allo stomaco che risentivo all’incontro con i suoi occhi…
Mi manca scorgervi quel momentaneo ardore che mascherava una sottaciuta comunità d’intenti.
Mi mancano quei giorni in cui la mia anima inquieta ritrovava con lui la serenità e il sorriso.
Mi manca alzarmi sulle punte e baciarlo, sentendo le gambe cedere quando nell’intensità dell’emozione.
Mi manca baciarlo piano al caldo dei nostri corpi,
mi manca bruciare fra il bianco e la sua pelle
ed ardere di fiamma viva fino alla consunzione.
Mi manca osservarlo mentre faceva un gesto dei più semplici come sfogliare delle pagine.
Mi manca sentirmi fortunata di amare un uomo così e sentirmi fiera di lui
quando fra il sonno e la veglia getto una scaletta nell’anima che vedo dietro i gesti più semplici per conoscerla a fondo fino ad amarla per ciò che vedo e sento.
Senza di lui non è lo stesso. L’amore in sua assenza è pianto e martirio, è una notte tormentosa, un angelo di luce mutatosi in uno spirito d’incubi che fra i rosei ricordi sorge maligno minacciando il respiro e la vita. La nostalgia è il sangue che angoscia le mie giornate da quando gli eventi ci guidarono a un bivio.
Mi manca da morire, è vero, ma sento che per non è finita. Non fui io che lo giurai, ma il destino mi fece sottoscrivere il patto che sarebbe risorto quel noi quando avremmo trovato la via.
Noi siamo insieme gli estremi di una clessidra d’oro: ci trasmettiamo amore l’un l’altro. E quando sembra che non ce ne sia più, e ci crediamo perduti, basta una svolta di un lato e ricomincia la nostra nuova fase.