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Non era un voler negare quella lettera e nemmeno un modo per esprimere la volontà di lasciar perdere. C’era un senso di dispiacere in essa che però non era inteso come un pentimento. Sono sempre qui per lei. Non farò lo stesso errore, non la lascerò tanto più se chiede la mia presenza. Dopo essere giunto fin qui con lei non posso fare altro che andare avanti. Feci l’errore di andar via, è vero, e me ne pento. Non sapevo, non potevo immaginare cosa ne sarebbe seguito per entrambi. Adesso che so di aver fatto una sciocchezza non farò lo stesso errore. Starò con lei anche se significherà prendersi la responsabilità di essere parte della sua gioia e del suo possibile dolore. Vorrei diventare per lei quell’amore che sa esserci nel modo giusto, quello che è solo fonte di gioia, che cura le ferite, che colma il vuoto che rimane quando non c’è nessuno accanto. Ho un sacco di difetti è vero. Non ho mai negato di averne. Ma verso di essi non c’è nessuna voglia di conservazione. Mi vergogno perfino di quell’orgoglio con cui ogni tanto mi tiro su per non soccombere. Questa vita mi ha stancato. Il desiderio di migliorarmi, di trasmettere qualcosa di vero, di far uscire fuori quel senso di me che vive così forte dentro deve avere la meglio. La amo e tirarsi indietro, lo sento, sarebbe un’altra sciocchezza di cui poi mi pentirò. Non è perfetta nemmeno lei. A volte quando vedo certe sue azioni mi verrebbe voglia di urlarle che è una grande strònza; a volte mi fa incàzzare sul serio, ma poi ci rifletto meglio e sento che quello era il modo più saggio di agire perché anche alla fine lo fa sempre conservando un’unità di bene in sé. Non ho visto finora una vera malvagità, cattiveria, una perversione dell’anima concreta. Per questo mi piacciono i suoi difetti, la rendono originale. Poi ci tiene a me… vorrei ricambiare, sul serio, con tutto me stesso corpo, mente, anima. D’altronde che senso avrebbe restare qui quando non è qui che desidero essere? Che senso avrebbe morire d’amore, bruciare di desiderio così nel sogno… non ha senso. Prima o poi dovrò smetterla di vivere ciò che non voglio. Questa che sarebbe il momento giusto per farlo. Non voglio svegliarmi all’improvviso e ricordarmi di non averti vissuta. Il rimpianto, lo bene ormai, è la forma del dolore che ha il sapore più sgradevole.
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