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Tante volte abbiamo parlato insieme di svariati temi, soprattutto di noi; eppure non sono ancora riuscito a farti percepire quanto siano profondi in me la gratitudine, l’affetto, l’amore. Saprai probabilmente che hai avuto un ruolo particolare in passato in ciò che ci teneva legati, ma forse non immagini quanto tu sia diventata importante per me da allora con o senza la tua presenza nella mia vita. Mi è bastato conoscerti per venire totalmente rapito quasi come un estimatore davanti al più bel dipinto di un autore sconosciuto. Sapevo di amare l’impossibile, non ho mai pensato più in là di quanto fosse possibile nemmeno quando c’erano delle basi di una certa valenza per costruirsi qualche illusione. Volare con la fantasia è bello quanto pericoloso. Lo sapevo bene io che per quanti anni ho vissuto per tanto tempo ho sperimentato cadute tragiche dal paradiso alla realtà e al suo terreno arido. Pensavo che ormai i giochi fossero fatti, che lì sarei morto fra sabbia e ossa, che quel cielo a cui rivolgevo sguardi sfiniti non mi avrebbe ascoltato. Poi, come un fulmine che squarcia il cielo, sei tornata non so portata da cosa. Ecco, tu sei come la prima pioggia che bagna il suolo africano. Hai il profumo di una stagione a lungo attesa, di un dono a lungo desiderato; sei il ritorno di quella giornata iniziata con la speranza e finita con un memorabile tramonto a cui non sapevi trovare uguali. Sei la prima rosa di primavera e insieme la debole fiammella che riscalda il superstite. Sei un evento che mi coglie impreparato e allo stesso tempo mi fa piangere di gioia nemmeno fosse un miracolo. In fondo non abbiamo da ringraziare nessuno se non il cielo che ci pose nel cuore il tragitto per tornare a noi. Posso solo ringraziarti di averci creduto e aver sopportato, di essere la donna di fede che sei. Mi fai sentire felice e impreparato, grato e allo stesso tempo piccolo e insignificante. Avrei voluto essere già migliore, ma per i rimpianti non c’è più tempo. Potrei solo amarti come detta il cuore e so che ci vorrà tanto impegno: con tutto l’ultima cosa che voglio sarebbe portarti una delusione, perché sono già tantissime le cose che mi hai dato con la tua presenza costante. Hai buttato all’aria schemi impossibili da smuovere dimostrandomi che davvero tutti meritano di essere amati. Non mi ritengo nessuno, solo uno dei tanti che si erano raggelati dopo aver incontrato un esercito d’indifferenze, e che come tanti altri ha scoperto alla luce dell’amore di valere qualcosa. Ho soltanto scoperto di non essere da meno, che come tutti ho qualcosa che si può amare; nulla di eccezionale in confronto ai tanti: soltanto quel poco che basta per non meritare una vita di sola sofferenza.
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