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Dedica a cui stai rispondendo

Non c’è bisogno di spiegarle certe cose, certe cose si sentono. Me l’avevano detto di ascoltare il cuore che come sempre lascio battere per conto suo mentre lo chiudo a cappa, me ne distacco e parlo e giudico come se non esistessero sentimenti. Sbaglierò a proteggermi come se nessun altro potesse essere ferito in tal modo? Sì, forse sto sbagliando, con lei soprattutto. Non dimentico cosa provai quando la vidi avvicinarsi. Sentii un balzo fortissimo che stava per spezzare le difese, rischiando di riportare un’apparenza di forza ad una verità ben più vulnerabile. L’anima imperturbata sollevava tempeste all’emozione di rivederla ancora, di sentirla avvicinarsi così lieta. Sorrideva, sembrava innamorata. Infatti sembrava… di certo non potevo credere ai miei occhi! Mi spaventava ciò che stava accadendo, mi spaventava non avere più la guida di quel cuore che di lì a poco sarebbe uscito fuori ribelle, stanco delle costrizioni qual era in realtà. Avrei voluto dire che ero semplicemente felice, anzi felicissimo di rivederla come mai con nessuno, che, non importa quanto tempo fosse passato dalla partenza, lì con lei l’attesa era stata ripagata; volevo dimenticare ciò che ci aveva divisi, e a voce alta dire che di andarmene sono stanco, che a dispetto di tutte le leggi c’era una morale, quella dell’amore, che m’indirizzava verso la mia felicità che ora, lo sento, era con lei. Udivo le emozioni lambire le nostre apparenze senza trovare un punto di passaggio. Non potevo lasciare che le onde mi conducessero in balìa di chi poteva tutto. Sarà che l’amore rende vulnerabili? Un colpo di mano e il cuore fu ricondotto a vie più sicure, il mare appianato. Ci scambiammo qualche parola al riparo dalle intemperie; ma non dimentico quel velo di tristezza che lessi nei suoi occhi, la delusione ferita che sentii nelle sue parole. Avevo sbagliato tutto ancora una volta.