Questo silenzio che sapeva di distacco e freddezza nascondeva un vivace lavorìo di ricordi, di parole dette e non, di significati. Più vado avanti più mi accorgo di aver sbagliato a valutare troppe cose di lei. In realtà ci è sempre stata, hai fatto tutto ciò che poteva per farmi stare bene e anche quando urlava e inveiva era sempre in buona coscienza o comunque reagiva così perché io che ti avevo valutato male mi comportavo in maniera diffidente. Non avevo punti di riferimento per giudicarla. Per questo quando semplicemente mi appariva non del tutto chiara la ragione di certe azioni, mi chiudevo e mi raffreddavo. Ci ha penalizzato la forte differenza che c’è tra i nostri modi di vita, i modi d’intenderla, gli ambienti che frequentiamo. Anche se non avevo nulla contro di lei, tendevo a valutare ogni azione dal peggior lato possibile; avevo conosciuto solo sfiducia, odio, cattiveria, modi bruschi e di conseguenza escludevo del tutto che ci potessero essere buoni motivi, buone intenzioni e sentimenti autentici e positivi. Invece non tutto il mondo è marcio; ci sono persone che ancora hanno buone motivazioni verso il prossimo o almeno non ne esistono solo di cattive. Pensavo di essere l’unico che non avrebbe fatto mai male a nessuno; forse un po’ è così, ma non fare male non basta. La sua è una visione dell’amore molto più concreta e direi sana di quello che ho conosciuto finora, un modo di amare, che lascia libertà, che tiene conto della propria e altrui sensibilità, che si esprime in azioni. E di azioni ne ha fatte tantissime utilizzando tutti i mezzi che poteva fra quelli possibili. Si era accorta che ci stavo male e voleva fare qualcosa per esserci. E’ una cara persona. Più vado avanti e più mi accorgo che il cuore aveva avuto ragione. Non devo più accusarmi di amare la persona sbagliata.