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Dedica a cui stai rispondendo

Gli lo dicevo spesso.
Gli dicevo che un giorno l'avrebbe pagata per quelle sue scappatelle, che un giorno avrebbe trovato una ragazza, tra tante, che l'avrebbe mandato a quel paese.
Lui sorrideva arrogantemente come era solito fare.
E' una persona con un alta considerazione di se stesso.
Passai un anno e mezzo ad assecondarlo nelle sue lamentele, nei suoi silenzi, alle sue chiamate durante la notte, nei suoi litigi, alle sue voglie.
Me ne innamorai il primo mese in cui lo conobbi. Poi mi passò.
Capii che era solo un infatuazione influenzata dal fatto mi avesse salvato dal ricordo del primo amore.
Ma non me ne andai, e decisi che avrebbe potuto tornare da me tutte le volte in cui avesse avuto bisogno.
In genere non sono così altruista.
Ma io sono una persona che non viene spesso aiutata, ne realmente ascoltata, o capita, che quando una persona lo fa, anche per un solo minuto mi viene inevitabile diventare accondiscendente.
Sbagliai, me ne rendo conto.
Passammo quell'anno così.
A ferirci per poi curarci.
A gridare l'una sopra all'altra per poi chiederci scusa.
A litigare con gli altri per ritornare in quel “ noi “ così poco consueto e così poco “ noi.”
Lui andava fiero di essere così furbo da ingannare la sua fissa metà, e io ero così stanca di essere ingannata da uomini che mettevano di mezzo i sentimenti per avere una notte.
Preferivo di gran lunga lui. Così crudo, così reale.
Ma gli raccontavo quella favola tutte le volte:
“ Un giorno t'innamorerai di qualcuna e ovviamente lei non ti contraccambierà, a quelli come te succede così.“
Mi diede un bacio sulla fronte.
“ Ti stai preoccupando per me ? “
In fondo non sarebbe stato nemmeno così strano se fate conto che fui io a consolare chi mi lasciò.
Ma quella volta fu diverso.
Mi rassegnai e lo lasciai nuovamente alla sua vita.
Stranamente però capitò più spesso nella mia.
I suoi baci incominciarono a cambiare.
Le sue parole.
I suoi gesti.
Diventai quella persona di cui gli avevo parlato più volte.
Quella che non avrebbe più ceduto alle sue avance. Quella che finalmente avrebbe visto altro di un bel corpo e dei bei lineamenti.
Quella che un giorno gli avrebbe detto “ non m'interessi. “.

Iniziò molto bruscamente quella nostra conoscenza e finì altrettanto malamente.
L'ennesima volta che lo rifiutai si adirò, quando gli dissi che forse non erano tutti come lui mi rise in faccia. Mi disse che ogni uomo m'avrebbe tradito, che non ero una di quelle persone che si possono amare, che non sarei stata mai felice.
Io gridai altrettanto, più di lui, rinfacciandogli tutto, dicendogli che quelle parole avrebbe dovuto rivolgerle alla sua ragazza non a me.
Sprofondammo nel silenzio.
Non ci fu nessun bacio, come in genere poi succedeva.
Avevamo sorpassato quel punto di non ritorno.
Quello dove ormai non ci ferivamo più per poi curarci.
Quello dove non gridavamo più l'uno sull'altra per poi chiederci scusa.
Ci ferivamo per il solo puro gusto di farlo e gridavamo solamente per difendere noi stessi.

Finì così.
Con me, nuovamente, eternamente, delusa.