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Dedica a cui stai rispondendo

In realtà non so a chi dedicare questo messaggio. Forse dovrei scriverlo a tutte le persone che conosco, perché sembra che in un modo o nell'altro io sbagli sempre tutto con loro. Riesco sempre a fare arrabbiare le persone, non con la voce, perché io in realtà parlo poco, non urlo e cerco sempre di non litigare. A fare male sono i miei silenzi, la mia ansia e le mie lacrime. Il fatto è che quando le persone mi danno fiducia e si aspettano molto da me, faccio di tutto per non deluderle. "Di tutto" significa che sono disposta a chiudermi in casa, a lavorare giorno e notte per qualcosa in cui credo, a chiamare poche ore prima di partire per una vacanza dicendo: "Ho un impegno, non posso più venire", a interrompere i rapporti con gli altri e a chiudermi in me stessa. Perché io, quando desidero realizzare qualcosa, penso solo all'obiettivo e mi dimentico dei mezzi. Stavo pensando a quante persone ho perso in questo modo. Tante, credo, forse troppe per potermi ricordare il nome di ciascuno di loro. Quante volte le mie amiche mi hanno rinfacciato di non esserci stata? Quante persone che conosco solo di vista ho fatto arrabbiare con quell'ansia che mi accompagna fin da piccola? Vorrei avere una gomma per cancellare la parte brutta di me e soprattutto gli sbagli che ho fatto, le cose che ho detto o scritto senza riflettere. Invece riesco solo a starci male, a dirmi che tanto ormai è fatta, l'opinione che hanno gli altri di me è cambiata e non c'è modo di tornare indietro. Purtroppo, quando mi trovo davanti ad un problema, cerco il modo più semplice per aggirare l'ostacolo, perché credo che non ci sia nessuno disposto a darmi la spinta per saltare. Ecco perché non so vivere. Ero convinta che questi mesi sarebbero stati i migliori della mia vita: esami finiti, solo una tesi da preparare, una tesi su cui sto lavorando da tempo e in cui credo molto. Eppure, in tre anni, non mi è mai capitato di piangere per un esame; invece non faccio altro che versare lacrime per una cavolo di tesi, che alla fine è solo una formalità, anche se come sempre ci tengo a fare le cose fino in fondo. Forse non è completamente colpa mia, però non riesco ad attribuire la responsabilità a nient'altro: mi vedo sempre come l'antagonista della mia vita e di quella degli altri. Vorrei imparare a fregarmele, a vivere più serenamente, ma sono solo capace di piangermi addosso. Chiedo scusa a tutte le persone che ho deluso, a quelle che hanno cercato di aiutarmi nonostante io non sia stata in grado di cogliere questa opportunità e anche a quelle che, malgrado tutto, continuano a restarmi accanto.