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Mi sono svegliata per mesi pensando queste parole.
"Tanto si accorgerà che senza di me non può stare per più di una settimana".
Le settimane passavano però, e lui non tornava.
Passavano i mesi, e lui non tornava.
Le mie convinzioni, quelle di averlo amato troppo bene, quello di essere stata troppo buona, troppo speciale, troppo sua, troppo giusta, iniziavano a vacillare.
"Forse non tornerà".
E c'ero ancora più dentro, più dentro di prima.
Mi consolavo solo dicendomi che voleva essere sicuro, prima di fare un passo così importante.
Un giorno, lo ricordo bene perché c'era tanto sole, tirava un vento leggero, nitido come il cielo più azzurro mi apparse un pensiero:
"Non torna".
E' stato in quel momento, solo in quel momento, dopo giorni e giorni, dopo mesi, che ne sono uscita.
Sembra assurdo, sembra un controsenso, eppure per me è stato così.
"Non torna".
Eppure sono qui che cammino.
Eppure respiro.
Eppure le nuvole sono ancora al loro posto.
Eppure le persone si salutano e si baciano sempre.
Eppure i treni continuano a partire.
Eppure i negozi sono aperti.
Eppure il mio telefono ogni tanto squilla.
Eppure a volte sorrido.
Eppure ce la faccio.
"Non torna".
Ne sono uscita e ricordo di aver anche sussurrato a me stessa:
"Se tornasse mi dispiacerebbe, perché dovrei dirgli di no."
Libera, guarita, rinata.
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