Non capisco come sia possibile che due qualunque si lascino per la distanza. Volete venirmi a dire che prendere coraggio, parlare, lasciare, andarsene e dimenticare, sia più semplice che aspettare? Volete venirmi a dire che fare il conto alla rovescia sia più difficile che contare i giorni che incalzano dopo la rottura? Com'è possibile che un confine, che divide uno spazio, sia così forte da scomporsi, mostrandovi solo la parola 'fine' e non la parola 'con'? Dovrebbe chiamarsi 'senzafine', così da mostrarvi, non solo la parola 'fine', ma anche 'senza'. Così da capire quello a cui state rinunciando. La distanza disarma. Cosa puoi dire davanti ad un: 'Finiamola qua perché la distanza mi uccide'? Un conto è sentirsi dire: 'Ti lascio perché non ti amo più', 'Ti ho tradito', 'Non ho più voglia di stare con te'; allora, in questi casi, potreste anche prendervela con il vostro amante e dirgliene di tutti i colori. Rinfacciargli ogni cosa, incolparlo di tutte le cose negative che esistano. Ma davanti a: 'Finiamola qua perché la distanza mi uccide', che cosa potete dire? Accorciare una strada? Scappare di casa?
Inizialmente farete di tutto per mostrare i lati positivi (la distanza è bella, ma non quando si è innamorati) ma poi non vi resta altro che accettare. E così passate, da un giorno all'altro, dal non averne abbastanza al non averne per niente.

Poi, dopo un po', arriva la parte in cui dovrete necessariamente prendere atto di una cosa: chi vi lascia per i troppi chilometri, vi lascia per i pochi sentimenti.