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La sensazione di avere qualcosa di immenso dentro di se, ma che allo stesso tempo è freddo e vuoto, la sensazione di camminare sempre sull'orlo di un abisso. Urla strazianti. Ecco questa sensazione non mi abbandona mai, soprattutto quando sono con le persone. Il momento in cui mi sento più solo è proprio quando sono circondato dalla famiglia, dagli amici e dalle persone in generale. Mi sento un estraneo della società, eppure mi va bene, non voglio essere un sottoprodotto di una multinazionale. Vivo una vita normale, me ne sto principalmente per i fatti miei, le cose più pesanti non riesco a tirarle fuori e più in generale provo disprezzo per la società in cui vivo, per le persone che mi circondano. Vorrei partire, andare lontano da tutto ciò e non tornare, vivere una vita al di fuori delle leggi morali e sociali, a contatto con la natura e non con il cemento. La felicità è reale solo se condivisa, ma cos'è la felicità... è solo qualcosa di evanescente, di illusorio... qualcosa che ti fa dimenticare il male di vivere. La nostra è una vita condannata alla perenne illusione, illusione di benessere, di felicità e perfino illusione di sofferenza e di dolore. Viviamo in una società che ci da l'impressione di non essere soli ma la verità è che nasciamo e moriamo soli, senza lasciare traccia del nostro passaggio al di fuori di questo sputo di pianeta in cui viviamo. Fortunate le persone che non si rendono conto di quanto sia illusoria la realtà poichè non soffrono o comunque potranno sempre consolarsi con l'illusione della felicità... Ora devo andare..mi chiamano..è pronta la cena.
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