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Mi sono trovato quest'oggi ad analizzare la mia vita. Ho quasi 34 anni, una vita tranquilla, forse troppo. Poche storie, poche esperienze. Parliamoci chiaro, non rimpiango nulla, solo una cosa posso dire di rimpiangere, il primo vero amore della mia vita, quello che a distanza di quasi 20 anni ancora ti fa battere il cuore e che ancora ricordi in ogni minimo particolare, in ogni minimo dettaglio. Quella cosa che fino a quando non la provi, stenti a crederci e pensi siano solo cavolate. Ma invece, amici miei, è tutto vero!!
Avevo appunto 15 anni, cominciavo il secondo anno dell'istituto tecnico e l'unica cosa che pensavo, era fare un po' casino con gli amici. Non eravamo più noi i primini da prendere in giro, ma altri erano in arrivo a prendere il nostro posto! Pertanto, fra battute e scherzi con i nuovi "primini" conobbi LEI. Un bel caratterino, stava al gioco, ma rispondeva a tono e non si faceva certo "sottomettere". Allo stesso tempo però aveva questi occhietti furbi, dolci come quelli di un cucciolo, e io, mi ritrovati completamente perso per lei. Per fortuna diventammo subito buoni amici, si prendeva lo stesso treno per andare a scuola, in fermate diverse ma vicine. Non sapevo come dirle ciò che provavo per lei, avevo 15 anni sì, ma molto timido ed esperienza zero! Comunque un bel giorno, preparai una vera e propria dichiarazione a tavolino, e le dissi "in queste settimane ci siamo conosciuti, siamo diventati amici, ma io non ho potuto non innamorarmi di te e volevo chiederti se ti piacerebbe metterti con me". Il cuore batteva all'impazzata mentre le dicevo queste parole, cominciavo a sudare freddo e la paura di un suo rifiuto si faceva sempre più forte. Invece, ancora una volta rimasi sbalordito da lei, lei che mi prese la mano e disse SI. Ero in quel momento il ragazzo più felice sulla faccia della terra. Come era bello, romantico, dolce, tenerci mano nella mano a ricreazione, sedere vicino in treno, trovarti in aula magna a scuola per vedere una proiezione e stare tutto il tempo a tenerci ed accarezzarci la mano.
Nel frattempo un mio amico, con un po' più di esperienza di me, cominciò una storia con una amica di lei. Fu come si dice, una mano piovuta dal cielo. Potemmo cominciare le classiche uscite a quattro, una pizza, una cinema e passeggiate romantiche per il paese. Fu, se non ricordo male, alla seconda uscita, che diedi il mio primo bacio. Quella sera, c'era luna piena, ed i vicoli erano illuminati solo da quella. L'abbraccia sui fianchi, mi avvicinai a lei e finalmente, un po' di coraggio in me venne fuori e finalmente le mie labbra sfiorarono le sue. Purtroppo questa mia felicità era destinata a non durare. Non so ancora cosa successe di preciso, soltanto che dopo le vacanze di natale, dove lei parti con la famiglia ed io non potevo né vederla, né sentirla telefonicamente (all'epoca i cellulare ancora erano un tabù) lei salì in treno una mattina, venne da me e mi disse che era tutto finito. Quello che mi parve strano, fu il modo in cui lo disse, una freddezza, un modo così distaccato, quasi arrogante che sembrava non pervenire da lei. In quel periodo, il mondo mi cadde addosso. Una disperazione, una tristezza, non riuscivo più a fare niente, tanto meno a studiare.
Ma io dovevo sapere, dovevo capire cosa l'aveva fatta cambiare fino a quel punto. Durante l'ora di laboratorio, con la complicità di un caro amico, mi infilai furtivamente nella sua classe e portai via il suo diario dallo zaino. All'uscita da scuola, presi con il mio amico il treno subito dopo, in maniera da rimanere soli, lontano da occhi indiscreti. Aprì il diario, verso il periodo in cui l'avevo conosciuta. Prima tante pagine riempite con il mio nome, in cui diceva di amarmi tantissimo. Poi, all'improvviso, una pagina a caratteri cubitali, in cui mi definiva un "finocchio, non come ortaggio". Tutt'oggi lei non sa quello che ho fatto. Negli anni successivi, ho provato di tutto per riconquistarla, lettere, rose rosse, di tutto, l'unica cosa che ho potuto avere fu la sua amicizia. E ragazzi, ho durato per quasi 3 anni, fino a quando a 18 anni, feci, diciamo così, esperienze diverse che per un attimo mi fecero non pensare più a lei.
Ma comunque a tutt'oggi, a volte mi capita di pensare a lei, a volte addirittura mi è capitato di sognarla.
Qualche anno fa, sono andato a trovarla, così, per scambiare qualche parola e ricordare i vecchi tempi. In un attimo, qualcosa si è fatta scappare, e ammise che fu colpa di una sua amica, che quasi le fece il lavaggio del cervello perché mi lasciasse. Un sorriso mi scappò, almeno capii dal suo tono di voce, che forse le era dispiaciuto comportarsi così, e che io non lo meritavo. Avrei voluto abbracciarla, baciarla, e dirle "riprendiamoci gli anni che ci hanno rubato", ma lei era già sposata, madre, per cui, ho lasciato perdere. Ancora una volta, il destino era stato crudele e beffardo nei miei confronti. Almeno però, posso dire di avere provato il vero amore, quell'amore sincero, limpido, candido, fatto appunto di piccole cose, ma INDIMENTICABILI.
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