Mi hai rubato l'anima in pochi secondi. Non ci crederai, è bastato solo uno sguardo, che prima mi ha sfiorata, poi avvolta, infine s'è cibato di me con immensa lussuria. Parlavamo, ma le parole si accartocciavano, annerendo e svanendo lentamente con un crepitìo assordante tra le fiamme del desiderio. Non mi ricordavo di te e, anche se fosse, avevo conservato solo l'immagine sbiadita di un fanciullo imberbe e troppo scarno che sulla spiaggia neppure mi salutava per correre dai suoi amici. Rivedendoti, ho strappato il velo dell'oblìo ed è stato subito stupore, magia, inferno, riluttanza, di nuovo inferno. Per tutta la sera abbiamo fatto l'amore con gli occhi, pur sapendo che il nostro posto non era lì, che appartenevamo ad altri due poveri angeli ignari di tutto. Loro non sapranno mai di essersi persi, sotto quella luna svogliatamente complice, lo spettacolo della sublime perdizione. Serbiamolo per noi, questo dolceamaro tormento; ne morirebbero entrambi all'alba.