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"Silvia non trova più un senso alla sua vita.
Silvia è così fragile.
Silvia non prova mai nessun emozione.
Silvia non ama, non odia, non vuole bene.
Silvia è nata e cresciuta in un’epoca sbagliata, non trova il senso di alzarsi la mattina.
Silvia preferisce stare alla stazione e guardare i treni, anzi che andare a scuola.
Silvia li guarda passare, si chiede se un giorno troverà il coraggio di andarsene altrove.
A qualche metro da lei c’è un ragazzo che la sta guardando.
Silvia non se ne accorge, non lo nota, perché sta fissando la sua sigaretta quasi finita.
Mentre lei pensa ad autodistruggersi, lui sta pensando a quanto sia bella Silvia.
E a quanto sia triste...
Non trova mai il coraggio di parlarle e di chiederle perché sta così male.
Rimanda di giorno in giorno.
Un giorno però dice a se stesso: "Domani le parlo.".
E quel giorno arriva.
Ha preparato tutta la notte un discorso per non fare brutta figura con Silvia.
Ma c’è qualcosa di strano in stazione.
Sente un tonfo al cuore mentre guarda l’ambulanza arrivare.
Silvia ha deciso di partire.
Un biglietto senza ritorno."
Mi chiamo Silvia (lo stesso nome della protagonista di questa storia e che stranamente è identica a me). Volevo condividere una storia che mi ha lasciato senza fiato, e siccome non trovavo la categoria giusta ho deciso di inserire questa piccola storia qui.
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