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Preso dalla depressione o forse solo dalla nostalgia, non so, mi ritrovo ad analizzare la mia vita per capire se forse poteva essere diversa da ora.
Finito l'istituto tecnico, mi sono innamorato di una mia compagna di classe, fortunatamente corrisposto, e ci siamo messi insieme. Fu la prima storia seria, la prima ragazza con cui ho fatto l'amore, la prima a cui ho veramente dato tutto me stesso. Dopo poco siamo andati a vivere insieme, a casa dei suoi, ma era come essere soli... Io, con un'attività in propria avviava in famiglia, le proposi di lavorare da me. Sapevo probabilmente di commettere un grosso un errore, ma a 18 anni non capivo, non ci ho pensavo, so solo che lei cercava lavoro, non riusciva, ed io solo così ho potuto aiutarla.
Comunque gli anni sono passati, 3 per l'esattezza, oserei anche dire 3 anni felici, si pensava già al futuro, casa, famiglia, figli... etc etc. Insomma tutto quello a cui pensa una coppia felice ed innamorata.
Ma non mi sono accorto di una cosa, forse davo tutto troppo per scontato, e non mi sono reso conto che lei non stava bene, che le mancava qualcosa, non so ancora bene che cosa, perché non le ho mai fatto mancare nulla. L'unica cosa che forse le ho fatto mancare, sono i viaggi, le vacanze trascorse insieme. Ma purtroppo ripeto, a 18 anni mi sono ritrovato addosso subito il peso di una attività in proprio, e anche se ero in famiglia, mi sono trovato sommerso nel lavoro.
Fatto sta, che io non capivo il suo malessere, incominciavano le discussioni e anche io diventavo nervoso.
Un sabato pomeriggio, mentre lei stava stirando ed io l'aiutavo nei lavoretti domestici, mi chiama nell'altra stanza e mi dice, testuali parole, "non voglio più stare con te". A botta calda, forse perchè anche io ero stanco del suo comportamento, non ho ragionato, e le ho solo detto va bene. Abbiamo passato tutto il week end come se fossimo 2 estranei, a mala pena ci siamo parlati. Fino alla domenica sera, in cui si era stabilito che sarei tornato dai miei genitori. Lei con una vocina dolce, forse un po' assonata, non ricordo bene, mi disse "se vuoi, puoi dormire qua lo stesso". Ma io non volli, forse ero ansioso anche io di andarmene, forse mi ero impegnato troppo presto e sentivo la mancanza degli amici e di quel divertimento accantonato troppo presto. Alla fine sono tornato a casa, ma la crisi non ha tardato molto a farsi sentire. I pianti, la disperazione, lei che all'improvviso era diventata gelida, spietata, crudele.
A questo punto, tornando ad analizzare la mia vita, mi domando: se quella sera, quando lei mi disse che voleva lasciarmi, mi fossi opposto da subito, se le avessi chiesto cosa c'era che non andava, se le avessi chiesto "ti prego, stiamo insieme, le difficoltà si superano insieme parlandone", le cose sarebbero andate diversamente? Se quella sera, se invece di tornare dai miei, fossi rimasto lì a dormire come diceva lei, le cose forse si sarebbero sistemate? O sarebbe stato solamente un rattoppamento che prima o poi si sarebbe riaperto?
Se le fossi stato maggiormente vicino, forse questo non sarebbe successo? E non sarebbe successo neanche quello che è accaduto pochissimo tempo dopo, in cui lei se ne andava di nascosto con un mio operaio, molto più vecchio di lei, e me lo confesso solamente molto tempo dopo esserci lasciati?
A tutte queste domande non avrò mai risposta, so solamente che per iniziare a stare bene, e ad accantonare i brutti ricordi, ci misi quasi altri 3 anni. Non sopportavo l'idea di essere tradito in questa modo da due persone nello stesso momento. Lei comunque non molto tempo dopo si lasciò anche con lui, contemporaneamente io cominciavo una storia con una ragazza all'apparenza speciale, dolce, bella, senza accorgermi purtroppo che era tutta apparenza, in realtà mi stava esaurendo, sia psicologicamente che fisicamente. Sono passati oltre 10 anni, ed io sto ancora con lei, ci siamo sposati, ma solo perché mi sono sentito pressato psicologicamente e non sono riuscito ancora una volta a ribellarmi a questa pressione.
In sintesi, ora la mia ex è probabilmente felice, ha due figli con una altra persona, ed io invece che forse meritavo un po' di felicità, ho una vita mediocre a cui non riesco a ribellarmi.
Ed ancora una volta mi domando: tutto questo è frutto di scelte sbagliate nella vita, se avessi dato risposte diverse al momento opportuno, chissà, forse ora sarei potuto essere io il padre di quei bambini, sarei ancora potuto essere insieme a lei, ed avere una vita felice? A tutto questo non avrò mai risposta, ma di una cosa sono sicuro, il destino nei miei confronti è stato beffardo e crudele più di una volta.
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