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Dedica a cui stai rispondendo
Oggi potremmo essere in qualche città, a passeggiare per le vie del centro mano nella mano. Ogni tanto, per sfuggire al caldo, finiremmo dentro ad una libreria o in un bar, oppure in un negozio di vestiti. Parleremmo di cose insensate, stupide e care. Ad un certo punto, magari, mi accorgerei di un tuo sorriso malinconico e proverei a fare lo scemo solo per rubarti una risata. Ti prenderei il viso fra le mani e ti bacerei all’improvviso, per strapparti dai tuoi pensieri, oppure con le dita ti farei fare una smorfia che mimi felicità. Forse, a quel punto, rideresti davvero e allora sarei pieno di gioia perché avrei ottenuto quello che desideravo, la tua felicità e la tua attenzione. Ma purtroppo non è così - adesso mi ricordo – non potresti amare giorni così, come l’anima tua non sa parlare alla mia in silenzio. Se fossi ora accanto a me a passeggiare ti lamenteresti di essere stanca; ti guarderesti attorno senza capire, ti fermeresti preoccupata a esaminare la borsa, controllando il cellulare, impaziente di fare ritorno. Nonostante questo, scivolo dentro a fantasie, e immagino il tuo sorriso triste che tanto, devo confessarti, ho amato. Sai portarla bene quella freccia amara, perché sei in grado di mettere in fila i sorrisi senza che non ce ne sia uno che risulti patetico o penoso. Quando lo faccio io sono deprimente. Non so da dove vengano questi pensieri, né perché, né come si chiamano o cosa servano. So solo che, di tanto in tanto, arrivano come ondate e non riesco a fare a meno di farmi trasportare lontano da loro. Forse è per questo o per altro che non sono riuscito a farti innamorare di me. Sono certo che sia così, non ho dubbi. Ho sperato, immaginato, che con i modi educati, gentili e premurosi, alternati da una finta sicurezza e spavalderia, potessi convincerti che ti sarei bastato io. Io solamente. Con il tempo ti saresti accorta di quello che mi manca, e avresti provato ancora più affetto per quelle fragilità che sono mie. Dovevo pensare così, non c’era alternativa. Era una possibilità, capisci? Come potevo non considerala, non farla mia? Probabilmente non era il momento e avrei dovuto lasciarti spazio, dimenticandoti. Sono sicuro che se non ci fossero stati tutti quegli inconvenienti avrei avuto più tempo, più giorni per portati via con me. E’ solo un’idea ma non è una cosa da poco, vero? Non potevo fare altro che cercare di stringerti e portati da me, via con me, dal profondo, per egoismo, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere. Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me.
Ancora adesso ti chiederei, solo per essere sicuro, verresti via con me?
E' tardi per tutto questo.
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