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Mi sono chiesta come sto e cosa voglio dai miei"no" e dai miei"si".Ho capito che non sarò mai veramente serena finche agirò assecondando la routine, il prestabilito, il sicuro.Intorno a me non vedo guizzi di sentimenti reali, ma solamente fiammelle di sentimenti che oramai si stanno spengendo e su cui soffiarci sopra per rinvigorirle é inutile, inutile come scegliere ciò che ci fa comodo, ciò che é giusto.Non vedo nessuno di chi mi sta intorno amare ed essere riamato, vedo solo gente che inganna l'amore, o che inconsapevolmente si illude di amare, ma la notte quando si mette a letto comincia a viaggiare con la fantasia, fantasie che poi l'alba scioglie lasciandone residui infelici e malinconici che si attaccano all'anima delle persone e che li rendono tristi ed insoddisfatti.A me la farsa riesce anche bene, ma la nausea che mi scatena questa puzza di finzione mi resta ben impigliata nella mente, mi ricorda che non debbo vivere per nessuno, solo per me.Spesso potremmo inseguire passioni effimere ma che lo saranno sempre meno dei rapporti riscaldati che ci trasciniamo dietro per mantenere l'abitudine bieca e vanamente perpetrata che ci illude sia vita.Certo io non so cosa é davvero la vita e cos'è davvero l'amore.Platone diceva che l'amore provoca dei sintomi fisici, che l'amore é una sorta di malattia, di febbre corrosiva che provoca una sintomologia tipica degli stati febbrili, e non sbagliava quando lo scriveva.Diceva che Eros é come una musica che iniziava a suonare all'improvviso, non si capisce da dove viene, chi la suona o perché...Caro mio Platone, quante cose sagge ti portavo dentro, ma ne hai scritte troppe poche.Non mi hai detto il seguito, non mi hai mai spiegato come si curano quei sintomi e quanto vale il provarli.
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