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5 anni fa scrissi la mia prima dedica nella categoria "Solitudine".
Avevo 15 anni ed ero poco più di un bambino, di quella notte ricordo molto odio, dolore e lacrime.
Così questa divenne la mia valvola di sfogo dove poter condividere un pensiero alla ricerca di consolazione.
Speravo che un giorno la mia situazione sarebbe cambiata, ciò successe, ma non come lo immaginavo.
La solitudine divenne prima un'abitudine e poi depressione.
Di quel periodo ricordo un'ansia che mi consumava lentamente e, per quanto oggi mi inorridisca, sviluppai un certo piacere nell'autolesionismo.
Fu proprio quest'ultimo che mi portò dritto dallo psicologo.
Tuttavia qualcosa cambiò quando conobbi una ragazza di cui mi innamorai, da un generico punto di vista era una come tante, ma per uno come me era unica.
Scelse di dedicarmi l'affetto che mi mancava e per un attimo la solitudine perse tutto il suo peso, ma fu proprio lei a ritirare tutto con un gesto e delle scuse che non ho mai accettato o capito.
Brutta storia destinata a peggiorare.
Ecco che sviluppai sfiducia e disprezzo verso il prossimo (non proprio utili contro il mio problema), allo stesso tempo decisi di non fare più sedute dallo psicologo.
A 18 anni riuscii a calmarmi e cominciai a sentire un senso di pace, ero comunque solo, però non mi sentivo così male e le giornate di pura tristezza erano meno frequenti.
Furono 2 anni fantastici, frequentavo palestre, visitavo posti nuovi, diventa molto più attivo.
Per un attimo ebbi l'impressione che la vita avesse iniziato a sorridermi.
Mi sbagliai.
Oggi mi sento triste perché vorrei un amico, ma credo che resterò deluso, ho troppe difficoltà a creare relazioni o parlare, non sono divertente o interessante e peggio ancora non sono normale.
Ho paura per il mio futuro, temo che finirò in situazioni peggiori e non avrò modo di uscirne.
Sono disperato, non so cosa fare, dove andare, come comportarmi e mi duole ammetterlo.
Ho molta paura.
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