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Da "Io uccido" di Giorgio Faletti

"... Quelle lacrime arrivavano da lontano. Non erano la salvezza, non erano l'oblio, semplicemente un sollievo. Rappresentavano una piccola tregua per poter respirare un attimo, sentire solo per un momento la vera temperatura del sole, vedere il vero colore del mare, ascoltare il suo cuore che batteva nel petto, una volta tanto, senza il suono di un tamburo di morte..."

"... L'uomo seduto sulla poltrona è praticamente cieco.
C'è stato un tempo in cui non era così. C'è stato un tempoin cui viveva della luce e della sua assenza e della sua essenza. Un tempo in cui i suoi occhi definivano un punto che era "là" e con un balzo ci poteva portare il suo corpo, mentre la musica pareva fatta della luce stessa, una luce che nemmeno gli applausi potevano sporcare.
E' stata così breve la sua danza.
[...] Ma il tempo, il tempo truffatore che tratta gli uomini come giocattoli e tratta gli anni come minuti, era volato intorno a lui e gli aveva tolto di colpo con una mano quello che gli aveva elargito a profusione con l'altra.
[...] Portava ancora, negli occhi quasi spenti, i ricordi.

"... poteva passare tutta una vita di corsa ma, per quanto forte corresse, non sarebbe mai più riuscito a raggiungere se stesso."


bellissimo questo libro...