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Festa del papà. Una festa che non tutti possono festeggiare.
Tutti abbracciano il loro papà facendogli regali ed auguri. Tutti felici, contenti ed insieme ad un papà che li ama. E io? Non so neanche dove sia mio padre.
Appena mia madre ha scoperto di essere incinta mio padre -se così posso definirlo- se n'è andato. "Sono incinta, è tuo, senza dubbio. Sei interessato?" gli aveva chiesto mamma, e lui aveva risposto di no. Non voleva responsabilità.
Nonostante l'assenza di una figura paterna, le prese in giro quando si doveva fare la letterina al papà a scuola, i "ma tuo padre non l'ho mai visto, perché non ti prende mai?" all'uscita da scuola, sono cresciuta per lo più serenamente.
Mia madre cadde in depressione quando avevo più o meno 10 anni, dopo la morte di mia nonna materna. Bene, era come se fossi da sola.
Prima di andare a dormire il mio pensiero andava a mio padre: chissà dov'era, cosa faceva, se ci aveva dimenticate..
Un po' più tardi ebbi sue notizie, purtroppo. Dico purtroppo perché quelle notizie erano le seguenti:
erano nate due bambine. Figlie sue.
Non le ho mai viste e tutt'ora non so come siano.. e non ci tengo. Per me non sono mie sorelle. Una sorella è colei che ti sostiene, che per te c'è, che consideri come una delle amiche più grandi. Queste qualità le trovai in una persona, C.
Era la mia migliore amica. Beh, forse non potrei definirla tale... dopo averle rivelato tutto di me, inclusa la questione con mio padre, mi abbandonò. "Sei sempre triste. Basta, mi hai stufata. Mi rovini il sorriso che cerco per tutta la giornata" mi ha detto. Ricordo perfettamemte quel messaggio (non me lo disse neanche a voce, pensa un po').
Comunque, iniziai la seconda superiore. Mi promisi che sarei cambiata. Sarei stata socievole. Hai presente lo stereotipo di ragazza che sembra uscita da un cartone animato, amichevole che ha tanti amici? Ecco. Sarei stata così ma non avrei per nulla al mondo rivelato i miei problemi a qualcuno.
Prima di andare a dormire -credo sia comprensibile- piangevo. Se non fosse stato per mio padre, tutto questo non sarebbe successo.
A volte mi capita di immaginarlo. Immagino che lui ci sia e che non voleva abbandonarmi, e che ancora mi pensa, proprio come facevo io prima di dormire. Sono stu**da, lo so e anche tanto.
Però sarebbe stato bello chiamare qualcuno papà, come sarebbe stato bello dire "ti voglio bene, papà".
Per non parlare dell'adolescenza: come sarebbe stato bello avere un papà che ti consola. Anche litigarci lo sarebbe stato, perché poi avremmo fatto pace subìto dopo. O anche soltanto dopo, ma l'avremmo fatto ed è questo l'importante.
A 5 anni disegnare la propria famiglia... che non sia solo " io e mamma". Oppure farsi prendere prima a scuola! O ancora farsi prendere soltanto. "Guarda, c'è mio padre!" che bello sarebbe stato pronunciarlo. Purtroppo non è accaduto. Non chiamerò mai qualcuno papà. Non gli farò mai gli auguri. Niente. Niente di niente.
Però, sarebbe stato bello...

Ringrazio chiunque abbia letto questo piccolo sfogo, che ritengo giusto sia inserire nella categoria di genitori e figli, e scusate se vi ho fatto perdere tempo. Sono stata più volte presa in giro per il fatto di non avere un papà e so che lo sarò ancora, però avevo bisogno di buttare giù queste righe, soprattutto il 19 Marzo...

Non litigate con il vostro papà, non odiatelo se non vi ha abbandonate. È un bravo papà, rispetto ad altri, come il mio per esempio, anche se lui non c'è stato proprio. Vogliategli bene: siete stati fortunati, anche se ne siete ignari.