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LA VERITA' SUL LAVORO SECONDO LE SACRE SCRITTURE.
Conta l'intenzione.
L'aver fatto qualcosa.
L'onesta'.
Il non essere spendaccione.
La realizzazione e' spirituale.
E' pigro spirituale chi non lavora per salvarsi.
Chi non e' coerente con la vita di fede.
Questi e' il vagabondo.
Quindi e' invidia se fa domande.
Lavorare non e' disperare ma armonia.
Tutto e' nelle mani del Signore.
Prima cera l'amore, l'uomo non ha amato, nasce il commercio.
Sono i consacrati che mantengono in vita il mondo, non gli imprenditori.
Uno sbaglia ma poi si confessa.
Il fine del lavoro deve essere la carita'.
Tanto male nel mondo e' per i lavori egoistici e di perversione.
Che vale guadagnare il mondo intero se poi perdi l'anima.
Lo si fa per la donna, prima ancora e' competizione di invidia.
Uno lavora e' solo non un erede, non una moglie, si priva di tutto, non tratta bene se stesso figurati l'altro.
Meglio una manciata con riposo che due manciate con fatica.
Regala e accetta regali, distrai,divertimento sano.
Parla solo di vitelli, mentre l'intellettuale si dedica a Dio.
Vita contemplativa, ma nei casi di necessita' e' piu' importante la vita attiva.
La propria coscienza.
La dignita' basta che esisti, la persona vale per se, l'operazione e' a parte.
E' uno degli atteggiamenti che si somma ad essi dove e' valutato l'amore del cuore.
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