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Certe volte mi dimentico di essere morto. Poi mi basta pensare che non ci sei più e che stai con lui - e per giunta vedere sui social una foto di voi due insieme - e mi ritorna tosto in mente. Mi hai distrutto psicologicamente nel modo più atroce e meno scrupoloso possibile, eppure ti voglio ancora bene e dentro di me spero ancora in un contatto con te. Come faccio a non odiarti? Come faccio ad amarti ancora e a volere ancora il tuo bene nonostante tutto? Non ne ho la minima idea. So solo che ormai sono un morto vivente: non mi entusiasma più nulla: fare gite a Roma, nei parchi naturali, uscire con altre ragazze, guardare splendidi panorami oppure cieli stellati... ormai tutte queste cose, un tempo fonte di piacere, sono diventate dei palliativi. Dormo ormai quattro / cinque ore a notte, in media (oggi ad esempio ho dormito solo un’oretta in treno). Mi hai completamente distrutto: la mia autostima è distrutta, odio il mio aspetto, faccio fatica a guardarmi allo specchio, non riesco a descrivere lo schifo e il disprezzo che provo nel guardarmi, non riesco più a legarmi a nessuna, e francamente nemmeno lo voglio. Ho resistito all’alcol o alle droghe perché non ho mai oltrepassato certi limiti (non volendo fare male né a me stesso né alla mia famiglia, che soffrirebbe nel vedermi in certe condizioni), ma a questo punto mi domando che differenza faccia. Sono un morto vivente che implora di lasciare questo corpo senza ormai alcuna anima, senza nessuna velleità, speranza o vero desiderio. No, non lo imploro davvero, non lo voglio davvero: mia madre non merita questo, né lo merita mio padre o mia sorella e le altre poche persone che mi vogliono davvero bene. Vivo ancora per voi, ma sappiate che in realtà sono già morto e continuo ad andare avanti coi miei studi e nella vita in generale principalmente per non crearvi dispiaceri orribili, che certamente non meritate. Un giorno però questa tortura finirà, non dovrò più rendere conto a nessuno e in un modo o nell’altrò morirò, e finalmente questa tortura chiamata vita finirà. Questo è il pensiero più dolce che ho in questo momento. Non voglio che nessuno venga ispirato da questo mio messaggio (mi sentirei male se succedesse qualcosa a qualcuno per via di un effetto emulazione o “effetto Werther”). Invito a tutte le persone che si immedesimano in me a resistere e a non lasciarsi andare in cose stupide, perché creerebbero troppo dolore intorno a sé: dolore che le persone che avete attorno a che vi vogliono bene di certo non meritano. Fatta questa doverosa precisazione (che mi esime da qualsivoglia responsabilità individuale), io volevo solo sfogarmi sulla mia insostenibile situazione, per la quale mi sento già morto nello spirito ma non ancora nel corpo (non credo nel dualismo, beninteso, è una metafora). Statemi bene, voi che vivere ancora, vi auguro di non arrivare mai al punto in cui mi trovo io (e ci sono arrivato senza alcol, droghe o altri comuni eccessi ma solo con il mal d’amore è un orgoglio distrutto).
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