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Dedica a cui stai rispondendo
Senza via di scampo continuo a restare sulla mia piccola barca nella tempesta in mezzo all'oceano con la marea implacabile che continua a spingermi verso di te, incessantemente.
Ricorda però che non ho nessuna intenzione di sbarcare senza il tuo permesso: senza di esso continuerò ad affrontarla facendo di tutto per non affondare.
Questo non significa affatto che io ti stia chiedendo di salvarmi, ho imparato molto bene a farcela sempre con le mie forze e né tu né nessun altro può avere alcun dovere nei miei riguardi. Mi prendo io tutte le colpe, tutte le responsabilità perché è semplicemente giusto che sia così, perché sono tutte mie.
Però sì, forse ho voluto fin dalla prima volta in cui ti scrissi, che fossi tu a decidere il mio destino, anche solo indirettamente.
Ho sempre voluto che tu fossi il mio giudice piuttosto che la mia salvatrice. Ovvero la persona che, dopo aver messo sulla bilancia i miei meriti e i miei demeriti, avrebbe poi sentenziato la mia condanna o la mia innocenza.
In attesa di tale giudizio, sempre per amor di verità, devo confessarti però un pensiero romantico che è sempre rimasto con me. Anzi più che pensiero la definirei una suggestione: cosa succederebbe se la mia capacità di sognare si mischiasse con la tua capacità di aderire ed eccellere nella realtà? Forse io imparerei a stare di più con i piedi per terra e tu a riscoprire un po' di magia, magari quella in cui credevi da bambina.
E questa suggestione mi fa sorridere, mi rende felice, anche se solo per qualche istante. Penso che potrebbe portare a qualcosa di davvero speciale anche se resta pur sempre solo una mia fantasia.
Il mio più grande rammarico resta quello di non poter imparare da te: ti ho scritto così tanto di me stesso che davvero, se potessi, vorrei soltanto stare in silenzio e ascoltare te per ore intere senza mai interromperti, cercando di comprendere ogni dettaglio del tuo sguardo, ogni espressione del tuo viso, ogni variazione nel tono della tua voce. Per capire che cosa ti illumina e che cosa ti spegne, che cosa ti emoziona e che cosa invece ti spaventa.
Alla fine non è forse questa la forma più grande di intimità che si possa avere con un'altra persona? Conoscere ogni difetto, ogni ferita, ogni incertezza dell'altro e apprezzarlo di più per questo. Io lo penso davvero.
Ma tu certamente sai molte più cose di me sulle relazioni umane, io non sono assolutamente in condizione di poter predicare niente a riguardo. Tutto finisce sempre lì: tu conosci la realtà e io conosco solo i miei sogni, il mio mondo da fiaba che con la realtà ha ben poco a che fare. Per questo avrei voluto conoscere la tua di realtà, per scoprire se i miei sogni sarebbero mai stati davvero così potenti da permettermi non solo di entrare nel tuo mondo ma soprattutto di restarci, impresa che in ogni ambito della vita è sempre la più complicata.
Nel mio piccolo però, posso comunque offrirti un appoggio ogniqualvolta le tue giornate non siano perfette, così come il pensiero dei tuoi occhi mi dà sollievo quando le mie sono difficili.
Non avrai nemmeno bisogno di cercarmi, ti basterà solo rileggere queste righe ed io, che mai lo saprò in ogni caso, avrò comunque realizzato una piccola parte del mio sogno più grande: pensandoci bene, non è poi così poco come potrebbe sembrare all'apparenza.
Ora che ho trovato il coraggio di dirtelo, posso tornare ad affrontare la tempesta e lasciarti andare via di nuovo, sperando che la marea si plachi per un po' e che tu capisca quanto fosse importante per me spiegarti tutto questo in maniera così dettagliata: lo sai che non mi piace essere approssimativo quando ti scrivo...
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