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Questa è una storia vera, ma se volete vederla come un sogno fatelo pure, avete il massimo della libertà di giudizio.
Ero un bambino come tanti, giocavo a pallone
tanto, sudavo tanto, e alla fine delle 1000 partite quotidiane mi facevo grandi bevite di acqua fredda, niente di più sbagliato, infatti verso i primi di dicembre, mi viene una strana febbretta che comincia a salire, le cure antibiotiche inutili e la tosse che mi veniva dai bronchi simile a un vecchio trattore, forte, ma la conseguenza peggiore era che dopo aver tossito il catarro mi soffocava, verso la mezzanotte del giorno dopo, il medico vedendo che le terapie non servivano decide di ricoverarmi in ospedale, perchè la situazione non era sostenibile e in seguito alle crisi di soffocamento in un ospedale un intervento immediato poteva aiutarmi.
Arrivato in ospedale i medici decdono il ricovero immediato, e una crisi di tosse richiede l'immediato ausilio di una bombola d'ossigeno, riprendo a respirare come sempre e riesco anche a scherzare con i miei genitori che fingono spudoratamente di essere sereni.
Il giorno dopo la febbre sfiora i 40°e i farmaci non hanno nessun effetto su me, le crisi si fanno più frequenti el'ossigeno diventa mio amico più stretto!
Supero almeno 15/20 crisi di soffocamento e mi rendo ben presto conto che la mia vita sta finendo, i mei genitori vengono verso le 22, 30 vengono mandati via quasi a forza e posso immaginare, ora il loro stato d'animo.
Alle 23.00 ho un summit di professori intorno a me, fingo di dormire, maascolto bene le loro parole:Difficilmente arriverà a domani mattina, è avulso a ogni terapia, un altra crisi e morirà.
Esce una lacrima, capisco il miostato fisico,
mi rendo conto che manca poco e tutto il mio esserein quel piccolo e esile corpicino
me lo dice.
Incredibilmente una parte di me fuoriesce da me, e mi vedo in un lettino dall'alto, quanto sono piccolino, riesco a vedere lo stanzone e l'altri 5 bambini ricoverati nel mio stanzone, penso che sto per morire e accade l'incredibile, accanto a me, seduto un uomo enorme, lucente con una tonacache lo avvolge dalla quale si notano dei muscoli prodigiosi, mai visti prima, e il suo viso è addolorato ma fermo, ha dei capelli dorati e riccioli come boccoli, una barba fluente la camera dell'ospedale risalta la luce di quel corpo che non ha nulla di terrestre, e mi chiede:Ma non ricordi chi sei? Ma proprio non ricordi?
Non sono spaventato e rispondo:Sono un bambino, ho 9 anni signore e credo che sto morendo.E mentre dico questo penso che assomiglia veramente tanto a San Pietro e lui avvicinando ai miei occhi un bracciale al suo polso di uno sfavillante che non so descrivervi, mi risponde perentoriamente:Tu non morirai!
Faccio appena in tempo a vedere quel braccio poderoso che avvicina a me quel bracciale luminescente che con una luce incredibile mi acceca e sparisce, com'era apparso sparisce.
Mi sento meglio, non mi vedo più da fuori ma mi guardo intorno dal mio letto, spero di rivedere quell'essere paradisiaco ma non lo vedo.
Incredibilmente non mi sento più i polmoni pieni di catarro, e non mi sento più la febbre.
Il mattino dopo è una festa, non ho mai visto i camici bianchi abbracciarsi in quel modo, e il sorriso esagerato dei miei genitori, le parole dei medici, è un miracolo, è un miracolo incredibile.
La cosa assurda è stata avere i primi colpi di tosse, perchè tutti si sono fermati a guardarmi come paralizzati, quando ho risposto con un sorriso a tutti quei sguardi
ho capito che ce l'avevo fatta.
Signore a distanza di tanto tempo ti ringrazio ancora.
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