Mi sono ritrovata in una situazione delicata e dolorosa con mia nonna: io sono via per lavoro, a molti km da casa, riesco a rientrare massimo due tre volte all'anno. Lei è rimasta sola, ha solo me al mondo, mi implora ogni giorno di rientrare, mi chiede se ho fatto il biglietto, si aspetta una sorpresa, poi si rende conto e cerca di far finta di nulla, ma poi è più forte di lei e torna a fare domande, a piangere, a SUPPLICARMI di rientrare. Io quando vedo quegli atteggiamenti mi sento male davvero, cerco di spiegarle, di farla essere ragionevole, lei sembra aver capito, ma poi il giorno successivo ritorna punto e a capo. Come se non bastasse soffre di una patologia fisica abbastanza grave, e questo mi fa sentire ancora più in colpa: l'unica soluzione è mollare tutto e rientrare a stare con lei, solo questo la renderebbe tranquilla, ma renderebbe tranquilla me? Non sono più una ragazzina, mi chiede una rinuncia che per me è troppo grande. Mollare tutto quello costruito questi anni mi pare assurdo, ma anche continuare a stare lontana, con lei che fa così, mi pare inconcepibile e ingestibile. Non voglio vederla soffrire così, è una situazione che mi è sfuggita di mano, prima non faceva così: la sua tendenza era quella, ma molto più limitata. Negli ultimi anni, credo con l'avanzare della vecchiaia, sta andando peggiorando e questo si riflette su di me in un modo profondamente doloroso. So che sbaglia, e glielo dico, ma anche io le voglio troppo bene e non so come fare. Al confronto i bisticci sentimentali, gli altri problemi di tutti i giorni, mi paiono nulla al confronto di questa situazione. Per me è diventato un vero macigno sul cuore e un problema serio, vi ringrazio per qualunque eventuale risposta che sia in qualche modo giusta per alleggerire o consigli, spunti di azione o riflessione.