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Mi sento oppressa. Tutto intorno a me è confusione. Non riesco a percepire in maniera chiara quello che gli altri vorrebbero comunicarmi e interpreto ogni frase come un attacco personale, pur non essendo questa l'intenzione nella realtà. Ho come l'impressione che gli altri non capiscano davvero come mi sento (e da un lato non lo pretendo, a dir la verità) e sembra che la mia famiglia sottovaluti la mia condizione. Le parole purtroppo non sono in grado di concretizzare come mi sento, infatti sono piuttosto insoddisfatta delle righe che ho appena scritto, ma me le farò piacere.
non ho idea di quando abbia cominciato a sentirmi così: dall'inizio del covid, forse, anche se credo che la cosa risalga a qualche tempo dopo (è molto probabile che tale situazione mi abbia condizionato mentalmente e che ne abbia visto gli effetti solo dopo). Sta di fatto che in questi giorni, a causa dell'ansia che mi mangia viva, ho continui mal di testa che durano ore e sono insopportabili. Inoltre sento anche una sorta di fitta al petto, che allo stesso tempo sento pesante e che mi impedisce di respirare. Mia sorella mi ha detto che è l'ansia, è questa cosa mi ha messo paura.
Circa cinque giorni fa, durante la notte, credo di aver avuto un forte attacco d'ansia: mi sono sentita morire e per la prima volta nella mia vita, le parole di mia madre non mi hanno rassicurato e fatto passare il mio malessere, e per me è stata una cosa pazzesca: mi sono sentita sola, incapace di uscire dal caos che la mia ansia aveva appena generato. Come abbia fatto ad addormentarmi successivamente lo sa solo Dio. Ero andata nel pallone per delle sciocchezze, che mi avevano portato a credere che a nessuno importasse davvero tanto di me: era la notte del mio diciottesimo compleanno, ed ero ancora più triste perchè i miei primi miuti da diciottenne sono iniziati male. La mattina seguente e pure il pomeriggio ho avuto la fortuna di passare dei bei momenti con i miei amici, divertendomi effettivamente, ma avrò per sempre il rammarico di non aver passato i primissimi momenti con la felicità nel cuore.
Passato il mio compleanno, e credendo di poter avere un minimo di pace, procedo tranquilla. Non passa però nemmeno un giorno che i problemi cominciano di nuovo: litigi con mia madre a mia sorella, mio padre che si comporta di mer*a (i miei sono divorziati da dieci anni ormai) e poi si aggiunge anche la scuola: i prof credono che io stia male perchè non vado interrogata tra i primi, come succedeva spesso.
Una serie di vicissitudini, per esempio, mi hanno portato ad essere tra le ultime a fare l'interrogazione di diritto. Ho studiato durante la settimana, togliendomi tre interrogazioni, cosa che mi ha portato ad accantonare, in un certo senso, questa materia (che ho comunque cominciato a studiare). Ieri la prof di diritto, davanti a tutti, ha fatto scenata, dicendo che in questo periodo fossi strana, con lo sguardo perso (per quanto avesse ragione, mi ha dato fastidio che l'abbia collegato al fatto che non ci stessi andando interrogata). Mi sono sentita derisa, additata, perchè tutti quelli che come me non avevano modo di andarci sono stati compatiti, mentre invece io sono stata rimproverata e fatta passare per quella che improvvisamente perde la voglia e che non è più quella di prima. I prof pretendono tanto da me. Quando ho fatto l'interrogazione di italiano non ho saputo rispondere a una domanda, e la prof ha urlato il mio nome sconvolta, come se avessi bestemmiato. Il margine di errore è inaccettabile, se si tratta di me. Proprio in quel momento ho pensato a tutte quelle cose e la mia mente è esplosa. Sono scoppiata in lacrime, perchè mi sono sentita pressata: era questo, il motivo inziale. Ma poi la prof ha fatto centro su altro, dicendo che molto probabilmente non sto riconoscendo me stessa come anche mondo che mi circonda. Mi ha capito perfettamente, su questo. E nonostante un pò la detesti per aver fatto quella scenata in classe, da un lato le sono grata, perchè probabilmente è stata l'unica a capirmi davvero. Non credevo che i miei prof avessero questa capacità, perchè molti di loro sono dei fottuti cog***ni senza cuore, a cui interessa solo che tu ripeta la loro materia e per il resto puoi anche morire.
Parlando sempre di scuola, la mia motivazione a studiare, dopo quell'avvenimento, è diventata ancor più sottile di come già lo era. Domani devo ripetere questo famoso diritto, ma la verità è che non ho finito di studiarla perchè non ne ho voglia, perchè sono arrabbiata, perchè temo di andare male e sorbirmi la pena di tutti quelli della mia classe.. insomma, ci sono un sacco di ragioni.
A questo si aggiungono rammarichi per il passato, la bassa autostima, la paura di non essere capita o voluta davvero bene dalle mie amiche e poi questo ragazzo, che credevo di aver dimenticato ma che in realtà non è cosi (per lui ci vorrebbe un tema, forse anche due, ma non importa). Tutto questo si mescola in me e si radica nel mio cuore, creando allo stesso tempo confusione nella mia mente. Sono un groviglio, in questo momento. Direi anche una bomba ad orologeria, estremamente aggressiva (purtroppo) nei confronti di quelle critiche che non riesco a vedere come costruttive.
Sono tanto amareggiata e delusa da me stessa, per il modo in cui sto scappando dai miei problemi. Spero tanto di poter trovare un pò di pace.
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