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In un magnifico pomeriggio di fine giugno, decido di provare la mia moto, un Guzzi rosso acquistato da un conoscente a buon prezzo e passo sotto casa di Claudio un caro amico anche lui appassionato delle due ruote.
Mi dice che la sua ragazza è andata all'università e ha il pomeriggio libero, quindi a tutto gas andiamo verso la periferia per trovare strade libere e collaudare un pò la mia moto.
I palazzi si diradano fino a sparire e la strada di campagna libera mi spinge a dare gas, e mentre mi sta dicendo che il motore gli sembra piuttosto buono, Claudio smette improvvisamente di parlare e con voce stizzita mi fa:-Gira la moto, gira la moto, non é possibile!
Sorpreso, non realizzo subito e appena vedo uno slargo faccio inversione di marcia, getto una occhiata al mio amico che appare trasecolato e come shoccato e mi dice corri, segui quella macchina, l'ho vista quella bas***da...l'università un ca...sta con uno, corri!
Cerco di calmarlo, gli dico che forse ha fatto uno scambio di persona, che non può essere Daniela...la moto va che è un piacere, almeno questo...la macchina é davanti a me, sessanta metri, si ferma...
Scendono un ragazzo atletico, prestante e calvo completamente e... Daniela, il mio amico é una statua, non possono vederci, ma noi li vediamo benissimo, purtroppo...si abbracciano, si prendono per mano...e si dirigono verso un campo di grano che non aspetta altro che essere falciato come quell'amore...distrutto..la cosa assurda é che la scena é veramente poetica, la giornata é stupenda e tutto invita a un quadro come quello...camminano per una ventina di metri e si vedono per alcuni istanti per metà, le loro sagome, poi non si vedono più...mi volto, il mio amico, un ragazzo dolce, mite e sinceramente anche un bel ragazzo ha un coltello piantato nel cuore, magari fosse stato vero..avrei potuto estrarlo dal suo petto, no..accidenti quella lama, invisibile gli sta lacerando l'anima...e io...non posso fare nulla, il suo istinto lo porta ad avere un paio di minuti di rabbia, lo fermo, lo cinturo quasi,
non potete comprendere la fatica che faccio, Claudio è cintura nera di karate e diversi dan conseguiti in incontri ufficiali battendo altre cinture nere, sono anche molto spaventato per questo, sarebbe benissimo in grado di annientare con estrema facilità, per questo lo trattengo con tutta la forza che ho…
cerco di farlo riflettere, di non fare pazzie...tanto, a quel punto non servirebbe a nulla...in fondo quello che abbiamo appena visto è stata una immagine subito apparsa...lucidamente... un tradimento occasionale...qualcosa di perpetrato nel tempo,...già accaduto più volte..e sembra a me di affondargli quella lama ancora più profondamente nel cuore...ma per uno strano gioco degli opposti, questa mia lucida disamina lo calma...quelle mie brutte e tristi parole lo hanno definitivamente ucciso, interiormente, si accascia e piange, in posizione fetale, tenendosi la pancia con le mani serrate, come se un pugno invisibile lo avesse colto di sorpresa, in lacrime di un amaro che non avevo mai visto e in quei miserabili momenti...ti accorgi come spesso siamo tutte anime legate da un sottile filo indivisibile perchè anch'io sono prostrato, se non stizzito, andrei personalmente in quel campo a prenderli a sberle, ma cerco di mostrarmi calmo, forte...può da lì a poco concretizzarsi una tragedia...un rapporto di anni... non una cosetta così...riesco, grazie a Dio a farlo risalire sulla moto e a fuggire a tutta velocità dall'epicentro di quel terremoto e dentro di me penso che i danni sono irreparabili... non mi é mai piaciuta Daniela...a pelle mi ha sempre dato l'idea di una carnalità che cozzava contro l'incredibile sensibilità e intelligenza del mio amico...mi dice di voler andare a casa, ma non lo mollo, non ho il coraggio di lasciarlo solo...quante persone a distanza di poche ore da una esperienza del genere..fanno una follia..definitiva, lo porto al centro di Roma, sembra che per compensazione le cose si mettano per qualche ora decentemente, riesce addirittura a sorridere dopo un boccale di birra e il sorriso di una bella turista americana.
Sotto casa sua, mi dice che il giorno dopo ha un appuntamento già prefissato con lei..alle tre e sicuramente ci va...non so perchè me lo dice..o forse si, ha paura di reagire male...che avendola di fronte i suoi freddi ragionamenti crollino e forse ha bisogno di me, per l'ultimo atto di quella tragedia.
Il giorno dopo sono lì...a distanza di sicurezza..non è una faccenda che mi riguarda..devo solo evitare, se possibile, colpi di testa...sono agitato, lui è già lì, sotto casa sua...ha la sua moto e quando penso che la fa salire...mi vengono i brividi...eccola le va incontro, il mio battito cardiaco aumenta il suo ritmo, pensa il suo……. fa addirittura per baciarlo...lui pone un braccio quasi teso trasversalmente, un gesto inequivocabile, di rottura che non lascia adito a nessun dubbio, nemmeno a me che sto in disparte, lontano..li vedo scambiarsi qualche frase, credo due minuti di dialogo, se può chiamarsi tale... vedo che le porge qualcosa…..lei rimane di ghiaccio, lui sale sul suo Suzuki e sgassando si allontana,
lo raggiungo...scendiamo, si mette seduto su un muretto, ha la faccia di una persona che ha appena fatto uno sforzo sovrumano, e subito gli chiedo, che cosa le ha detto...che cosa le ha dato...
Lui, sereno come appena uscito da un obitorio mi dice "le ho chiesto se il giorno prima...all'università era andato tutto bene, con la lezione... e appena lei ha detto si... io le ho detto se poteva aprire un momento la sua mano... e allora, allora…?
Sapete che significa pendere dalle sue labbra? Ebbene in quel momento per me era così...e allora?
"Niente...appena lei ha aperto la sua mano, io le ho appoggiato delicatamente sul palmo una spiga di grano e le ho detto, capisco...tieni...e guardandola negli occhi intensamente……. addio...
In quel momento mi sono sentito onorato di avere un amico così, quella era una vittoria morale incredibile, e tutto questo l'ho esternato di getto...gesticolando come una scimmia e gridando “sei un grande”,pacche adolescenziali sulle spalle e un “give me five” d’obbligo, una folle corsa con le moto fuori Roma rappresentò in quel momento il giusto rito propiziatorio di annunciare virilità, di complicità amichevole,
di una incosciente e fisiologica libertà giovanile, in grado di diluire ogni cosa.
Le moto sembravano urlare con noi il nostro bisogno di sdrammatizzare, di esorcizzare gli episodi dolorosi e agguantare la felicità come i pneumatici l’asfalto………
Il mio amico dopo un brutto periodo di depressione più che legittima, si è più che ripreso alla grande, vive con una tipa che a pelle mi sembra veramente molto più bella della sua ex oltre che giusta per lui, e Claudio quando vede la mia faccia soddisfatta, mi abbraccia sempre forte e sorride anche lui, malgrado siano passati 10 anni da questa storia, mi rimarrà dentro per sempre...a conferma che siamo veramente tutti in fondo la stessa persona, occorre solo comprendere questa semplice e grande verità...
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