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Essere anziani
Prendo spunto da una opinione, una testimonianza di una persona molto anziana (93 anni) per tornare indietro nei ricordi, e pensare a quanto è cambiato il mondo :-"Mi viene un po di tristezza, il finire della guerra, da me vissuta in tutta la sua carneficina, mi costrinse, se pur piccolina, avevo solo 9 anni, ad andare ad aiutare una famiglia e pulire il negozio, perche’ a fine settimana mi dava 10 lire-Le scarpe mi erano state regalate da una zia ed erano il 40 ma erano belle ed a volte camminavo scalza per non sciuparle-Crebbi nella miseria più nera, molte volte vedevo bambini giocare e fare merenda ma io li guardavo e basta.All'età di 14 anni cominciai a lavorare in fabbrica imparando molti mestieri ma tanto la fame non diminuiva.E poi gradatamente crescendo ed andando a scuola alla domenica, presi diploma e migliorai la qualità del mio lavoro.Alla domenica, tempo permettendo, andavo con i miei nonni ed il cesto delle vivande, molto povere, sul greto del fiume Stura a fare merenda, ma quanta gioia mi dava.Passarono gli anni, mi sposai e ancora sacrifici per avere un qualcosa, per poter andare al giusto riposo della pensione senza fastidi, ma accadde l'imprevisto più brutto e avanti ancora col lavoro e ora sono ancora qui.
Riepilogando devo ammettere che la vita di oggi non è che mi soddisfi molto, vorrei, potendo, ritornare a quei tempi che, anche se difficili, erano belli, la gente era rispettosa, la povertà non umiliava nessuno, e anche il mondo in generale era migliore di adesso.Era il periodo della ricostruzione, dei giochi semplici, mentre ora si va alla ricerca del gioco più nuovo e costoso, la carne era un lusso e quando si poteva si mangiava solo alla domenica, al ritorno dalla messa.
La politica non era così falsa, chi aveva un idea politica, la sentiva nel cuore, mentre ora, per molti è solo un tornaconto.Quando si andava a scuola si imparava l'aritmetica, con i conti sulle dita e non con la calcolatrice, però s'imparava bene tutto, ora la modernità ha cambiato la nostra vita, ci dà agi ma a caro prezzo.
Le persone nate in quei periodi ricordano ancora i patimenti e i sacrifici fatti, ma oggi spaventa l'idea che il troppo progresso, faccia un dietro front e che i nostri figli e nipoti non riescano a sopportare.A volte penso agli anni passati, e ricordo con nostalgia quei periodi di povertà.L'aria era fresca e non puzzava nelle città così, i nostri morosi erano educati, rispettosi e galanti... si sortiva tutti insieme parenti, amici e conoscenti, si andava sui prati pieni di fiori e farfalle, una pagnotta, una bottiglia di vino, un pezzo di formaggio, una fisarmonica e qualcuno che la suonava c'era sempre, e si ballava e non c'era la malizia, uno sguardo sostenuto era già una promessa, una promessa d'amore (che tenerezza)e non c'era inganno, ognuno si coltivava l'orticello suo...
A questo punto il suo sguardo si perde nel vuoto a vedere cose nella sua mente che noi mai vedremo, un mondo che é stato e non sarà mai più...
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