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VITA VERA
La domenica da bambino, a casa mia, si facevano pranzi con i parenti.
Quasi sempre i grandi finivano con raccontare frammenti della saga di famiglia, storie vere del nonno o di mio padre.
Una delle piu' intense era quella di mio padre catturato dai tedeschi. Come tutte le storie importanti veniva ripetuta, commentata e discussa, tra un piatto di pasta al sugo e un bicchiere di vino….
A me la storia e' stampata in testa come se l'avessi vissuta.
Durante la guerra, dopo la resa degli italiani, il periodo in cui
i tedeschi vagavano ormai frustrati e rabbiosi contro i nostri connazionali.
La mia famiglia era nascosta in collina.
Mio padre, un ragazzo con le sue due sorelline più piccole e l’unico genitore (mio nonno) la nonna era morta, piccola magra e nervosa, la povera nonna Maria.
I bambini cercavano cose da mangiare, nei boschi, castagne, uova...
Un giorno che mio padre era con mio nonno a cercare farina, furono fermati dai tedeschi,
paura, i tedeschi cercavano giovani da mandare nei campi di lavoro. Presero mio padre e lasciarono il nonno, che in un coraggioso tentativo di resistere fu gettato a terra, la disperazione di vedere un figlio strappato, rubato,portato in un campo di concentramento, e probabilmente poi ucciso….
Fu mandato in Germania.
Mio nonno non volle raccontare alla famiglia e disse che si erano smarriti. In cuor suo sicuro che il figlio fosse perduto….
Mio padre arrivato in Germania passò alcuni anni in un campo di lavoro a Breitenau, una sopravvivenza di stenti, di fame estrema, i nazisti ancora più prigionieri delle loro vittime prigionieri di una folle idea, per contenere le spese di gestione del campo di concentramento, raccontava mio padre, li mettevano ogni tanto in fila alla rinfusa di mattino presto, contavano fino a 7 e quello che capitava.lo toglievano dalla fila, uno sguardo per vedere il malcapitato che veniva portato lontano dalla vista degli altri reclusi,…. una breve raffica di mitra, diceva che era stato appena perso per sempre un caro amico…. Chi si lamentava o non obbediva immediatamente a qualsiasi ordine, veniva spesso picchiato e minacciato!
Mio padre decise di fuggire da quell’incubo o morire nel tentativo, voleva riabbracciare suo padre a tutti i costi, il suo vecchio padre.,il mio vecchio nonno.
In un miracoloso momento di distrazione, con altri due si nascose dentro un treno che entrava nel campo di concentramento a portare alcune volte nuovi schiavi, altre vettovaglie, usciti da lì poi su un tetto di un vagone, sangue freddo, calcolo,sudore freddo per cercare di fuggire per essere di nuovo liberi, di tornare….
Venne dato l'allarme e i fuggitivi vennero ricercati, con uomini
e cani.
Fuggi fuggi papà, non farti prendere…
Alle stazioni scendevano per cercare cibo e poi saltavano di nuovo sul tetto del treno. Mangiarono piu' che altro bucce di patate.i loro cuori che battevano all’impazzata nella paura di morire e la voglia di vivere…..
Fuggi papà non farti prendere, lotta per la tua libertà, corri,corri corri…
Mi sembrava di esserci su quel treno che sbuffava fumo e speranza di libertà…..
Nell'inseguimento i due suoi amici furono catturati e uccisi, una cassetta di frutta fece loro perdere la prudenza consueta……
brevi raffiche di mitra gli fecero comprendere che da quel momento sarebbe rimasto solo nella fuga,
solo nell’essere, nell’anima, il profondo dispiacere di aver perso i compagni di fuga con i quali divideva un tozzo di pane secco e duro….ma dentro la forza della disperazione, l’enorme desiderio di
rivedere suo padre….i suoi sensi acuiti allo spasimo gli facevano “sentire” i soldati tedeschi ancora prima di vederli….essere braccati come un animale, senza aver fatto nulla di male, questa sorte spetta alcune volte al genere umano….
Mio padre continuo' imperterrito fino al confine con l’Italia, negli occhi la determinazione di rivedere i suoi cari.
Continuava, sui tetti dei treni, ancora più spaventato, ancora più solo, la paura di morire, le raffiche di mitra alle stazioni, le rappresaglie contro l’impotenza di essere sconfitti di lì a poco, rendeva i tedeschi spietati e crudeli..
Dal confine si mosse a piedi per i campi.
Chiedeva aiuto ai contadini, raccontava la sua storia e loro lo nutrivano, lo facevano riposare. Lo accoglievano solidali.
Nasconditi papà, non farti prendere…..
Il nord era in guerra, la lunga marcia duro' mesi.nei campi, ovunque soldati morti e crateri prodotti da bombe, carcasse di camion, carri armati, jeep,corpi bruciati, carbonizzati,l’orrore della guerra manifesto, evidente la follia dichiarata dell’uomo.
L’orrore della guerra e i suoi tetri scenari, un tributo di sangue immenso, all’evoluzione dell’uomo…
Fuggi papà, fuggi,nasconditi bene o io un giorno non potrò nascere….
Arrivò, arrivo' a Roma……,i tedeschi ormai in ritirata impegnati a difendersi dal mondo intero….
era robusto, forte, e coi capelli ormai lunghi come un Cristo, cosi' lo raccontava mio nonno.
Quando si presentò, magro, sporco,testa rasata, con gli occhi stralunati da quella fuga nella quale la posta in palio era la vita, ebbero la sensazione di vedere inizialmente un fantasma….,tutti lo avevano ormai dato per morto certo…
Fu accolto come un eroe, abbracci baci...
il nonno in un angolo
piangeva. Mio padre dice che era la prima volta che lo vedeva piangere.
Grazie alla tua sete di libertà, alla tua forza, potrò nascere, grazie al tuo coraggio adesso posso vivere…,
grazie papà!
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