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Non manca nulla intorno a noi, ed io credo che non è casuale.
Infatti ogni bene è un vero ed ogni vero è un bene.
La nostra volontà ha come fine il bene ed il nostro intelletto il vero, il bene è un oggetto legale perchè appartiene alla giustizia, il vero è un bene morale perchè appartiene alla verità.
Tutto ciò che ci circonda è verità e tutto ciò che esprimiamo della realtà è veracità.
La veracità delle nostre parole si completa con la verità dei fatti o dei segni del nostro corpo, perchè come la veracità si oppone alla menzogna così la semplicità si oppone all'inganno.
L'inganno infatti può essere nelle parole come la simulazione nei segni del nostro corpo, per mostrare ciò che non è.
Come l'inganno si oppone alla semplicità così l'astuzia si oppone alla prudenza, l'ipocrita finge di avere una personalità che non ha, sia in Chiesa come nella vita quotidiana.
Sant'Agostino in [De quaest.Evang.2, 51] scrive:"Non tutto ciò che fingiamo è una menzogna, ma si ha la menzogna solo quando fingiamo ciò che non significa nulla.
Quando invece la nostra finzione sta a esprimere qualcosa, non è una menzogna, bensì una figura della verità".
E porta l'esempio delle figure letterarie, nelle quali si finge qualcosa non per asserire che la realtà è in quel modo, ma come figura di altre cose che intendiamo asserire.
La simulazione è ingannare con i fatti ma
non ogni simulazione è un ipocrisia, ma quella dove si appare per quello che non si è, come quando un peccatore vuole apparire giusto.
Il guadagno o la gloria può essere il fine remoto dell'ipocrita, come del bugiardo, quindi l'ipocrisia non è determinata da questo fine, ma dal fine prossimo che è quello di mostrarsi diversi da quello che si è.
Infatti come dice il Filosofo [l.cit.] "Ci sono alcuni che fingono dati o fatti straordinari solo per il piacere di ingannare".
L'ipocrisia è un peccato mortale solo quando uno rinuncia alla santità e poi si preoccupa di apparire santo, altrimenti è un peccato veniale, come quando uno finge una perfezione di santità che non è richiesta per salvarsi.
L'ipocrita è più vano che cattivo secondo Aristotele [Ethic. 4, 7].
Le parole sono espressioni del nostro pensiero, è cosa innaturale che uno esprima con le parole ciò che non pensa.
Per cui il Filosofo [Ethic. 4, 7] insegna che:"La menzogna è per se stessa cattiva e riprovevole, mentre la verità è buona e lodevole.
Quindi la bugia è sempre un peccato, come afferma anche S. Agostino [Contra mendacium cc.1, 21]
Il modo di raccontare la verità non crea la menzogna, se più persone nel ricordare cose viste o udite, non le esprimono tutte allo stesso modo e con le stesse parole non stanno mentendo.
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