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Da piccoli i cartoni animati ci hanno fatto credere di possedere doti eccezionali, ma quelle che realmente possediamo non sono da meno.
Meglio alla fine essere un pò cauti, la prudenza dicono alcuni non è mai abbastanza.
Infatti prudente suona quasi porro videns cioè lungimirante, perchè è perspicace e vede le vicissitudini delle cose incerte.
Vedere significa conoscere quindi la prudenza appartiene ad una potenza conoscitiva, ma non una conoscenza sensitiva vicina dovuta ai sensi.
Conoscere le cose future partendo dal presente o dal passato come fa la prudenza appartiene alla ragione, perchè si richiedono dei confronti.
La prudenza è la retta ragione delle azioni da compiere, è proprio del prudente saper deliberare.
Ma la deliberazione ha di mira ciò che si deve fare in ordine ad un fine, e la ragione che si riferisce a ciò che si deve fare per un fine è la ragione pratica e non la ragione speculativa.
Tra gli atti che si possono compiere la causa più alta è il fine universale di tutta la vita, e la prudenza mira precisamente a questo fine.
La nostra ragione non è in grado di abbracciare l'infinità dei singolari ma siccome questi si ruducono ad eventi ordinari la loro conoscenza è sufficiente per essere prudenti.
La prudenza infatti risiedendo nella ragione quest'ultima può raggiungere la conoscenza dell'esperienza e della memoria cioè dei nostri sensi interni.
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