Caro Andrea, sei un anestetico.

mi sento un'idiota a scrivere qui perché so che questa dedica probabilmente non la leggerai mai anche perché tu su internet ci vai ogni morte di papa.

Io la scrivo comunque, per la ragione seguente: mi hai insegnato a sognare, anzi a credere nei miei sogni e dunque io prego che tu un giorno possa (non leggere sta dedica ma) almeno capire che quello che ci sto per scrivere é vero.

Tu mi hai fatta dormire per un anno, nel senso che si', indirettamente mi hai insegnato a credere in me stessa e ad avere il coraggio (che non credevo avere) di battermi per quello che valgo... mi hai fatta crescere in un certo senso... Ma nell'altro, mi hai addormentata, mi hai fatta cadere in un coma stabile nella quale le influenze della gente intorno a me e a volte di me stessa non mi facevano piu' effetto perché per me, alla base dell'universo, sui microtuboli del cinetocore, davanti a me c'eri sempre te. I tagli e le ferite che gli altri (o me stessa) mi infliggevano non le sentivo piu', pure se restavano (e adesso che penso essermi svegliata sanguinano ancora) facendo si che mi sono allontanata dalle persone che amavo di piu "per venire incontro a te"... pure se non mi ero resa conto di una cosa: tu non mi stavi aspettando, o almeno tu avevi già un'altra e ti devo ammettere che dentro di me non ci credo ancora e in fondo pure se sei lontano continuo a sperare in un tuo ritorno, in una tua chiamata, in un tuo squillo... Caro Placebo, piantala di farmi sognare svegliami e dammi un senso a me e a quello che mi circonda che io cosi non posso continuare.

Addio Pollo, sei stato un'anno della mia vita e anche se come ho detto sei lontano io ti penso ancora. Fatti sentire qualche volta.

Chiara Theodora