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Dal mio libro: I Disertori.
" Fissavo il soffitto della stanza di Dmitrii, pensando a quanto avrei voluto gridargli i miei sentimenti, ma il mio cuore, seppure gonfio d`amore per quell`uomo, non mi aveva suggerito parole per lui, ne´quando mi aveva trascinata dentro la sua stanza, ne´quando, dopo aver chiuso la porta a chiave, mi aveva presa tra le braccia e baciata con passione.
Non ero sicura di chi avesse cercato, nei momenti condivisi insieme, se me, o sua moglie. L`incertezza mi rodeva. Una forza magnetica mi attirava a quell`uomo, spingendomi inesorabilmente allo stesso tempo verso il punto piu´lontano. Rimasi a guardarlo dormire, come avevo osato fare giorni addietro, e la coscienza prese a rimordermi. Interrogandomi affondo sul perche´stavolta potessi bearmi della sua vista cosi da vicino, gli sfioravo in ripetute carezze i capelli, la guancia, le spalle. Aveva il viso affondato nel guanciale, e la mano attorno ai miei fianchi; mi dava una magnifica visione del suo profilo perfetto. Da parte sua non c`erano state parole. Dunauq dovevo tacere, solo tacere pensai tremando, avvinghiandomi a lui senza riuscire a frenare le lacrime, con l`orribile sensazione che quest`amara consapevolezza ci stava dividendo. Lui ricambio´l`abbraccio con un sospiro, ignaro e beato nel sonno. Da qui la decisione di non appartenergli, perche´non avrei mai potuto sopportare di vivere nell`ombra del ricordo di un`altra donna".
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