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Questo e´giusto un altro piccolo pezzo del mio libro, ipoteticamente dovrei trattare la pubblicazione con il redattore della mondadori ma, sapete com`e´. Non credo piu´nei miracoli.
-Dresden e´la figlia di un ufficiale tedesco, nascosta con la famiglia dentro uno dei bunker ideati da Hitler. E in questa parte avviene l`incursione dei russi.
" .. Qualcosa mi sveglio´di soprassalto nel mezzo della notte... ma non un movimento, non un sibilo arrivo´alle mie orecchie, mentre sbarravo gli occhi nell`oscurita´che avvolgeva la mia stanza. Decisi di alzarmi, con gesti lenti e silenziosi, tendendomi verso la porta socchiusa che dava nella stanza dei miei genitori e dalla quale non filtrava un solo raggio di luce. E nuovamente si ripete´.
Era come un ansito soffocato, ma prima di paralizzarmi al pensiero che si fosse verificata l`incursione nemica che noi tutti temevamo, mi feci forza per sincerarmi che ogni cosa fosse al solito posto, che i miei genitori dormissero tranquilli nel loro letto. Mossi qualche passo esitante, nel buio, quanto allungando la mano all`interruttore mi accorsi che mancava la corrente. Forse un guasto.. ma le gambe presero a tremarmi. -Sono arrivati- pensai, rabbrividendo fino alle ossa, - sono gia´qui dentro.. hanno preso tutti.. hanno ucciso tutti quanti... io moriro´.. moriro´..-
Feci per voltarmi, l`idea era di uscire dagli appartamenti e vedere cosa succedeva nelle sale dove i soldati di Stolz non dormivano mai, ma aprendo la porta attigua non mi giunse alcun rumore. Tutto taceva improvvisamente; una pace innaturale regnava attorno alle mura nere dei corridoi.
Di colpo, materializzata dal nulla completo, ebbi alle spalle la figura possente di un uomo altissimo, e il fetore della sua persona mi investi´con la conferma che non mi ero sbagliata.
Era la fine. La cattura.
" Cerca di non urlare.." mi bisbiglio´sull`orecchio, alitandomi addosso il suo odio ed assieme un pessimo tedesco. L`accento era inglese.
Mi premette una mano inguantata sulla bocca, schiacciandomi contro di lui per trascinarmi velocemente via dal corridoio deserto.
Aveva qualcosa tra le mani. Un pezzo di stoffa. Me la mise subito sugli occhi; presa dal terrore pensai freneticamente che fosse per impedirmi di riconoscerlo in seguito, ero certa che di li a poco mi avrebbe usato violenza e dalla gola iniziai ad emettere singulti disperati... ma la benda in fondo non fu necessaria. La terra prese a girare vorticosamente, chiusi gli occhi e caddi svenuta.
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