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Dedica a cui stai rispondendo

Ciao a tutti, sono una donna di 47 anni ma sopratutto una mamma.
Una mamma distrutta dal dolore per la morte del suo unico figlio.
Lui si chiamava Eros, era un bellissimo ragazzo, con un grandissimo cuore e il suo unico amore: il calcio.
In campo era bravissimo, sembrava un campione nato, voleva giocare nella Juventus.
Però lui non si accontenteva, voleva il meglio, voleva quello che il suo corpo non poteva dargli, io continuavo a ripetergli fino alle lacrime che di più non poteva fare... ma lui...
Inizò dalle pasticche, quelle che comunemente chiamano doping, per migliorare in campo. Poi però passo dalle pasticche alla cocaina dalla cocaina all'eroina e dall'eroina all'ecstasy.
Io non potevo o forse non volevo vedere.
Stava sempre più male e io mi dicevo che non era niente... che presto tutto passava.
Io lo aiutavo, gli dicevo di smettere, contattai centri adatti, mi documentai, arrivai al punto di chiuderlo in casa. Ma tutto fu inutile.
Un giorno tornado dal lavoro, lo trovai disteso a terra, morto di overdose.
Su questo sito ho letto un paio di dediche scritte da lui.
Volevo dire a tutti voi giovani di stare alla larga dalla droga, è un arma micidiale, che non permette errori, se sgarri sei tagliato fuori.
Mi ha portato via il mio cuore, la mia vita, il mio bambino.
Anche se ho cercato in tutti i modi di aiutarlo non ce lo fatta.
Ora lui è lassù nel cielo e quando vedo un pallone da calcio pensò a lui, al mio Eros che per la sua forte ambizione ha dato la vita.
Eros ti voglio bene.
La tua mamma.