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ALLA MIA ALESSIA:
Per un attimo scordo tutti i miei problemi... il vento è freddo e mi spettina completamente... respiro profondamente e i miei polmoni si riempiono di aria mista smog e profumo di mare... per un attimo questa atmosfera mi fa scordare tutti i miei pensieri e mi porta a sognare... a sognare una vita felice... quella che non fino ad ora non ho avuto.
Peccato che l'ambiente non sia proprio adatto alle mie fantasticherie.
Io, i miei genitori e la mia bimba stiamo uscendo da un tribunale.
A primo acchito sembriamo una famiglia perfetta... ma non lo siamo per niente.
Da due mesi infatti sto combattendo una durissima battaglia legale contro il mio ex compagno nonchè padre di Alessia per il suo affidamento esclusivo.
La mia storia da tossicodipendente inizia in una discoteca di Rimini nella quale mi feci il mio primo buco da eroina. Avevo solo quattordici anni e a causa di cattive compagnie sono entrata nel tunnel della droga e non ne sono più uscita, fino a che non sono rimasta incinta di mia figlia.
L'eroina faceva parte della mia vita, tutto era iniziato con la curiosità e l'ingenuità di una bambina di quattordici anni, poi tutto si è trasformato.
Il mio non era più un gioco, era diventato una vera è propria dipendenza.
Io così mi sentivo superiore alle mie coetanee che erano ancora impegnate a parlare del loro primo bacio, invece io parlavo degli spacciatori e della roba che mi dovevo fare.
Così, in questo modo sono entrata a far parte della lunga lista di minorenni che facevano uso di stupefacenti. Io mi rifiutavo di smettere perchè così mi sentivo potente, potevo controllare tutto senza il minimo sforzo o almeno così credevo.
I miei fino a quel momento non si erano accorti di niente, o almeno facevano finta di non vedere.
Ma quando un girono tornai a casa completamente sballata e con i segni delle punture fresche sulle braccia mio padre decise di non fingere più e di prendere in mano la situazione.
Mi spedi in un centro, ma io resistetti solo per due settimane e poi scappai.
Ritornai a casa con un bambino in grembo, concepito in una notte con uno della mia compagnia.
Quando dissi a casa che ero incinta mio padre prima di picchiarmi si mise a pinagere, quelle di mio padre furono le lacrime più amare che io avessi mai visto e quelle mi fecero più male delle botte... sapevo che per loro adesso ero una vergogna... loro, appartententi all'alta società, volevano solo vantarsi della loro unica figlia, invece adesso se ne vergognavano.
Mio padre mi picchiva quasi ogni giorno, come fosse un modo per sfogarsi. L'unica cosa che mi importava era di proteggere il mio bambino, così mettevo sempre le mani sulla pancia per proteggerlo.
Decisi allora di iniziare a disintossicarmi sul serio per poter almeno garantire a mia figlia un tenore di vita decorevole.
Con una fatica sovrumana uscii dal giro dell'eroina e quando nacque la mia Ale tutto finalmente cambiò.
Mio padre non mi pichhiva più, mia madre invece di piangere tutto il giorno si prendeva cura con me della bambina. Tutto per un attimo sembrò ritornare alla normalità, ma non era così.
Il mio ex-compagno si rifece vivo perchè voleva la sua bimba, ma non per amore, solo per i soldi che i miei avrebbero dovuto versaglli mensilmente.
A puntato sulla mia tossicodipendenza per poter ottenere l'affidamento di Ale, ha detto che poteva dimostrare che anche se dichiaravo di aver smesso potevo facilmente ricadere nell'eroina e che quindi non ero in grado di badare a una bambina.
Lui sapevano come andavano le cose con la droga, era stato anche lui un tossicodipentdente ma aveva smesso ed era diventato uno spacciatore furbo, che ingannava.
Sapeva che era difficile uscire dall'eroina una volta entrati nel giro, ma non sapeva che l'amore che provavo per la mia bimba era enorme, oltre l'imaginabbile, e che non sarei più entrata nell giro della droga per amor suo.
Con tanti sacrifici e dopo una dura battaglia legale sono riuscita a ottenere l'affidamento di Alessia, sopratutto grazie ai miei genitori.
Ora stiamo sbrigando le ultime pratiche burocratiche e quest'inferno presto finirà o almeno spero.
Adesso ho diciasette anni ho una bambina da crescere e tanta strada da fare.
Sono sola non ho nessuno a parte la mia Alessia, i miei genitori hanno fatto tanto per me e l'anno prossimo andrò a vivere sola per non pesagli più.
Tutti gli incubi del passato li ho lasciati alle spalle, la droga, la violenza... tutto... e ora sono pronta per riniziare a vivere una vita nuova e questo sarà un pò come rinascere una seconda volta.
UN BACIO A TUTTI... martina