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Piu' di un anno e' trascorso da quando ho scritto la mia ultima dedica circa la solitudine e, triste ad ammetterlo, nulla e' cambiato da quelle parole. Dicevo che la solitudine fa parte dell'essere umano, in quanto espressione della coscienza della morte e piu' semplicemente della consepevolezza che al di la' di tutti i fatti e le persone che ci stanno intorno, siamo soli. Ognuno di noi e' solo. Si nasce soli e si muore soli. Magari qualcuno di noi ha la fortuna di trovare lungo il faticoso cammino della sua vita degli amici, probabilmente di comprovata fedeltà e trasparenza. Qulcuno troverà forse un grande amore o molti amori, che lo faranno sentire meno solo, assopendo solo temporaneamente quel senso di solitudine che si prova, che si sente, che ci soffoca... perche'gli amici vanno e vengono, gli amori prima o poi, in un modo o nell'altro finiscono e si rimane inequivocabilmente soli. Triste, ma e' la realtà. Molti di voi, soprattutto i piu' giovani, perderanno questo senso di solitudine che probabilmente confondono con la normale crisi adolescenziale... altri troveranno un compromesso con se stessi e ignoreranno tutto cio'... ma gli altri come me, non avranno scampo... dovranno imparare a vivere con la solitudine. Siamo quelli che ache se siamo circondati da mille amici, o abbiamo mille amori, in realtà ci sentiamo soli cmq. siamo quelli che abbiamo provato a combattere la solitudine e hanno imparato che piu' lotti, piu' affoghi. Siamo quelli che la notte ci spaventa, perche' e' quello il momento in cui ci sentiamo piu' soli. Non e' una solitudine fisica e' molto di piu'. Siamo quelli che non si riconoscono per strada, perche' tra la gente ci confondiamo bene, siamo spesso ben integrati nella società... ma e' tutta una fottuta apparenza. Siamo quelli che ridono, ma se guardi bene dietro ogni nosrto sorriso c'e' un urlo di lacerante dolore. Siamo quelli che forse si pongono troppe domande sul senso dell'esistenza. Non siamo pero' persone che si piangono addosso, siamo persone anzi che per continuare a sopravvivere(chi soffre di solitudine non vive, ma sopravvive)ha accettato la sua condizione, magari dopo infruttanti lotte. Se non avesse imparato a conviverci piangendosi addosso, sarebbe già morto suicida, e credetemi, non e' un'esagerazione. Io per esempio sono un ragazzo come tanti, con un grande amore alle spalle, vari flirt, amici,famiglia normale... eppure da sempre soffro di solitudine. Non ho parole di conforto per voi che leggete, ma solo la descrizione della realtà, triste forse, ma e'pur sempre la realtà.
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