Lettere

da Enrico per Sabrina

Sai, io ho un piccolo terrazzo.
E'il mio luogo preferito per pensare e ricordare. Anche quando fa freddo, ogni tanto esco su questo spazio tutto mio, mi siedo su una sdraio e mi rilasso, o tento di farlo, o semplicemente rivivo la giornata trascorsa pianificando quella che verrà. Il massimo lo raggiungo quando mi porto il cd e le cuffie.
Posso alzarmi anche di notte per sfogare questa mia inclinazione alla riflessione: scelgo un disco, mi sdraio coi piedi stesi sul barbecue, guardo Neve che, immancabilmente, mi segue e si avvicina ruffiana per avere le sue dosi di coccole, e poi cominciano a sfilarmi davanti i pensieri. Quelli accumulati e quelli nuovi, quelli importanti e quelli no, magari senza un ordine preciso, alle volte senza contesto, altre cercando di riportarli verso una soluzione che non riesco mai a trovare. Alle volte sono solo intuizioni.
Magari mi ricordo di un volto, di una frase. E soprattutto di un odore.
Quindi scivolo nei ricordi. Non sempre in quelli alti e romantici(aggettivo che non amo, ma non me ne veniva un'altro che calzasse meglio), ma sempre mi accade di cadere in qualcosa che ho già fatto e non posso più cambiare, nel bene o nel male. Alcuni li caccio subito dalla mente, alcuni vorrei cacciarli, altri mi fanno piacere. Fino a qualche mese fa questi ricordi erano piuttosto cupi. Quasi insopportabili. Ma questo già lo sai.
Di solito sono malinconici; e siccome la malinconia non è nient'altro che la felicità di essere tristi, mi sentivo a un tempo triste, ma vivo.
E' strano poi che i ricordi grandi nascono da quelli piccoli. Mi vengono alla mente particolari che si tramutano in un lungo flash-back. Mi fanno male, soprattutto quelli che prendono il nome di rimpianti.
Poi faccio un bel respiro, mi concentro sulla musica che sto ascoltando, scuoto la testa, li caccio via. Chi si pente è perduto, dicono.
E Neve torna a farsi accarezzare.
La musica finisce, comincio a sentire freddo.
Mi alzo dalla poltroncina che intanto ha preso la forma delle mie natiche; mi accorgo che le ginocchia mi fanno male e penso a quanto sia faticoso pensare.
Guardo in aria un'ultima volta, prima di tornare in camera, e mi accerto che le stelle non siano fuggite.
Una volta pensavo, non vedendole, che non volessero la mia compagnia.
Ma poi penso che la stella più bella non ho bisogno di cercarla in alto. Ed è questa la più grande scoperta della giornata, e si rinnova ogni volta.
Quella stella sei tu.
Te l'ho scritto qui perchè volevo lo sapessero tutti. Ma è importante che lo sappia tu.
Prima di andare a dormire penso a quello che voglio dirti in una prossima lettera e poi sai che succede di solito? Arriva Neve e comincia a miagolare perchè vuole che le accarezzi la testa. E mi dice di ringraziarti per averle inviato il grattino.
Lei, mi ha detto, ricambia con delle fusa.

3 novembre 2005

Categoria: Lettere

da sephora

le tue parole..magnifiche da leggere, mi fanno venire un groppo in gola e tornare la speranza che esiste ancora gente..tutt'altro ke banale
nn ti conosco ma ti auguro di cuore..di continuare a dare, anche solo, le emozioni ke hai dato a me..xke fanno veramente vibrare l'anima!
ciao e in bocca al lupo x la vita...

4 novembre 2005

da Sabry

Sarebbero troppe le cose da dire dopo aver letto tanta bellezza... l'unica cosa che posso fare è chiudere gli occhi e immaginarti, immaginare le espressioni del tuo viso mentre i pensieri si susseguono nella mente e con essi le sensazioni, i profumi, gli odori e gli occhi che si abbassano e si intristiscono velati da un suono che ha risvegliato qualcosa e all'improvviso scende un sentimento di nostalgia per quello che avrebbe potuto essere e non è stato...
Forse ci è concesso di attingere al pozzo del nostro dolore quel tanto che basta per ricordare quante sensazioni nuove possiamo ricavarne, se in quel pozzo proviamo a far risuonare la nostra voce e come un'eco ci ritorna indietro un suono che è triste e dolce allo stesso tempo, un suono che ora riusciamo a sopportare e che anzi diventa armonia, poesia... ho ancora gli occhi chiusi e sento tutta la profondità di un essere umano e tu sei un essere umano meraviglioso e sai perchè?..perchè la tua dignità è che sei finalmente consapevole di tutto quello che provi e non potrai piu' perderti ora che ti sei ritrovato, ora che ti senti vivo, hai superato la soglia e dentro quello squarcio senza fondo dove prima ti sentivi solo e unico con la tua sofferenza ora hai trovato la luce che ti è propria... Quando ti ho incontrato eri ancora seduto su quella poltroncina ricordi?, poi sei riuscito a rialzarti, a fatica... poi la fatica non l'hai sentita piu' perchè hai ritrovato le forze, perchè la vita era già pronta a chiamarti di nuovo ed è li' che hai alzato lo sguardo, quello sguardo dolcissimo che prima guardava timidamente in basso, ora guarda in alto, le stelle, la vita, la tua micetta e... io?..io ora riapro gli occhi ma non per svegliarmi dal sogno, no, per continuare a viverlo guardando anch'io quello stesso cielo, quelle stesse stelle, perchè questo sogno è un regalo e posso solo ringraziare te se ogni giorno è sempre piu' bello... è ormai dentro il mio cuore e credo che ci rimarrà per sempre... grazie

4 novembre 2005

da Enry

Per Sabry: Credevo che la parte di protagonista la facesse la mia dedicha, e invece, come al solito, la fa la tua risposta.
Io, purtroppo, sono molto meno romantico di quanto potrei darti a intendere. Nel senso che lo siamo tutti, o quasi, nel nostro privato. E io non sono mai così "privato" come sulla mia poltrona in terrazzo.
Però tutto ciò che ti scrivo sono io, e sei tu a tirarlo fuori. Ora non mi sento più solo, sono più sereno e apprezzo di più tutte le cose.
La vita è piena di tempi morti, di episodi noiosi e meschini. Io dico sempre che alla giornata non si vive, si sopravvive. Bè, è ovviamente un paradosso, ma è bello sapere che ho te che mi sopporti e sei così gentile da farmi sentire speciale. Sì, è questo l'effetto che hai su di me, e non mi era mai capitato. Nessuno mi aveva mai detto che sono speciale, o mi aveva fatto sentire tale.
So di non esserlo. Almeno, so di non dare l'idea di esserlo. E non è affatto un esercizio di falsa modestia, perchè mi piace come sono. Quello che sto cercando di dirti è che se dico certe cose a te è perchè tu me le fai dire, con la tua dolcezza. Se anche, per quelli che mi conoscono, fossi migliore di quello che sono nessuno se ne accorgerebbe. Ma tu sei riuscita a tirare fuore la parte più dolce di me e credevo di non possederla. Non sono io quello speciale. Sei tu.

4 novembre 2005

da Enry

Per Sephora:
Grazie, sei gentile. Che le mie parole ti siano piaciute è per me una gioia.
Scrivere mi piace e sicuramente sono più bravo con le parole scritte che con quelle parlate. E poi ho ina Musa eccezionale.
La vita è dura, quindi gli auguri sono ben accetti. Li contraccambio con tutto il cuore.
Ciao e ancora grazie

4 novembre 2005