Lettere

da sabry per enrico

E' il destino che ci ha fatti incontrare?..io la chiamo fortuna, la magia la creiamo noi dal nulla..La magia ognuno di noi è in grado di inventarla, dal nulla, solo se "decide" di crearla. Io davvero credo di aver riconosciuto in quel cuoco del Ponente il vero Babbo Natale...non avrei mai potuto raccontare in modo così colorito una cosa cosi' magica alle mie bambine e mai mi avrebbero creduto se in fondo in fondo non ci avessi voluto credere anch'io...E a Babbo Natale ci si crede in fondo finchè si "vuole" crederci, non c'entra il destino. Dovrei pensare di averle prese in giro solo xchè ho deciso di colorare loro un bisogno di credere in qualcosa di così magico, qualcosa che domani le faccia alzare dal letto ancora piu' contente nella convinzione entusiasta e affascinata che loro Babbo NAtale l'hanno conosciuto veramente, in quel ristorante di Ceriale? anche se probabilmente non lo rivedranno piu'..
Ma almeno resta dentro il loro cuore il ricordo di un sogno che accende di gioia i loro occhi spensierati e li illumina sempre piu' guidandole a vedere in tutto cio' che le circonda tutti i significati che vorranno vederci, nella loro piccola grande vita di tutti i giorni, per sempre. Spero di non aver sbagliato, spero di no, ma se l'ho fatto l'ho fatto in buona fede (ti ricorda qualcosa?) e a me piace tanto donare a loro questo tipo di cose così "sbagliate". Quando scopriranno che quella magia non esiste realmente non sarà la fine del mondo, avranno tutto il tempo per credere in qualcos'altro e per decidere di credere lo stesso ancora un po', a dispetto di tutti quelli che creeranno intorno a loro l'arido delle disillusioni...e se poi da grandi riceveranno dalle loro amiche befane cinici e volgari sms che prenderanno in giro sull'esistenza del caro Babbino, beh, magari faranno come me...posso confermarti che anch'io ci credo ancora e non solo a Babbo Natale...C.C.I.?
Forse all'inizio quando ci si innamora si ha l'impressione che niente dipenda da noi, perche' le emozioni colgono all'improvviso e non danno il tempo quasi di respirare ma io penso invece che noi percepiamo, ascoltiamo, capiamo, vediamo...non c'è un destino e con questo non voglio fare un discorso arido, non voglio togliere insieme al destino la magia. spesso capiamo quando è il momento giusto per dire quello che proviamo ma non lo facciamo, spesso stiamo fermi quando dovremmo invece muoverci... noi avvertiamo... è solo la paura di lasciar qualcosa intentato che ci fa chiamare l'amore a risolvere bisogni, e che invece solo togliendo un pò della nostra insicurezza e paura riusciremmo a superare, semplicemente volendo piu' bene a noi stessi, alimentando da noi le nostre convinzioni e i nostri sogni, senza affidare ad altri il compito di farci credere, come si faceva da bambini con Babbo Natale. Ormai siamo grandi, responsabili della nostra vita, responsabili dei nostri sogni, decidiamo noi se viverli o no, decidiamo noi se li vivremo senza farci del male, senza paura, consapevoli.
.. La magia è sempre qui, nelle nostre mani e l'amore non è la magica medicina che cura le ferite, l'amore non è bisogno, l'amore non è affidarsi a un immagine dell'altro perfetta solo perchè si vede nella propria vita una serie di errori irrisolti... Ci vuole fermezza e pienezza di sentire e di ragionare per poter rimanere in piedi quando crolla il castello che si è costruito all'inizio così per gioco e quando crolla il castello la prima volta si piangerà, perchè non si sapeva che l'onda del mare l'avrebbe portato via, ma la seconda volta lo si potrà ricostruire e sapendo poi che l'onda tornerà a prenderlo, goderci lo spettacolo della sabbia che viene inghiottita sciogliendosi e dileguandosi. Ne costruiremo uno piu' saldo, magari un po' piu' in là, sempre piu' al riparo
La magia della vita la creiamo con le nostre mani, dal nulla, dal mare, dalla sabbia e da un pizzico di Sogni..

21 dicembre 2005 - Milano

Categoria: Lettere

da Enrico

Le tue parole sono molto belle splendida stella, velate di quel pizzico di malinconia che serve per renderle magiche, a dispetto dell'autrice, che afferma appunto l'inesistenza della magia.
Per me non è andata esattamente così; non ho "deciso" di credere alla magia. Semplicemente mi ha investito e non potevo scansarmi.
Credo che incontranti sia stato un Destino, non potrei dire diversamente. Esistono un sacco di modi per darsi affetto: e io voglio dimostrare che la magia non si è affatto rotta nè incrinata. Siamo confusi entrambi; è tutto così veloce. Ma mai e poi mai ho dubitato che incontrarti sia stato come incontrare qualsiasi altra persona. E perfino litigare con te è bello. Non che lo voglia fare, s'intende.
Oggi mi ha chiamato un amico che una volta quasi invidiavo. E' una brava persona, un bel ragazzo e ha successo con le donne: ha cambiato un sacco di fidanzate. Ma è stupido, ossia non particolarmente intelligente. Eppure tutto, almeno a prima vista, gli riusciva così facile.
Quando mi raccontava le sue avventure mi arrabbiavo dentro me, perchè io non le avevo mai vissute, e oggi mi ha detto che si è nuovamente fidanzato con una bella ragazza.
Ma oggi non lo invidiavo più. Sarà anche bella, ma sicuramente è stupida. E lui avrà anche avuto un sacco di avventure. Ma altrettanto sicuramente non ha conosciuto la magia.
Io invece sì, perchè ho conosciuto te.
E tu, scusa se mi ripeto, sei una ragazza una spanna sopra tutte quelle che ho conosciuto. E il fatto di aver creato un feeling tra noi mi riempie di gioia e insieme di orgoglio.
L'ultima parte della lettera, se non ti conoscessi, sospetterei tu l'abbia presa da un libro di Hemingway. Ma so che è tua e, da lettore, posso dirti che è bellissima. E mi sento onorato di essere il destinatario della dedica.
Se c'è stato un castello di sabbia tra noi, non so. Ma so che ne faremo ancora, fino a quando costruiremo quello di pietra che durerà fino al 2040 (con proroghe).
Ti amoro, lo sai. Sai di essere fondamentale. Ma non come terapia di vita.
Come persona, coi tuoi pregi e coi tuoi difetti. Con l'ironia e la profondità. Con la tristezza e la gioia. Con gli errori e le cose ben fatte.
E io voglio conoscerti sempre meglio, per essere sempre meno impiastrino e sempre più il tuo angioletto di Torino.
Stasera non so ancora cosa andrò a vedere al cinema.
Non riuscirò a chiamarti e questo già mi rovina la serata. Domani però voglio sentire nuovamente la tua voce e voglio (vorrei) che le nostre conversazioni tornino al più presto quel vaso di Pandora ricolmo di battute scoppiettanti, frizzi, lazzi, prese in giro, dolcezza, coccole, abbracci, musica, idee, sogni, delusioni passate, racconti, quotidianità e stupore che è sempre stato. Anche quando ci siamo feriti.
Se non è magia questa..

Oggi ho dovuto pagare 33 euri a quegli stronzoni dei vigili. Se vedi Babbo Natale chiedigli se, come regalo, potrebbe far venire a tutti questi ineffabili tutori della legge stradale una dierrea continuata per tutta la durata delle Feste. Pensa che ho solo posteggiato in una striscia blu per dieci minuti, causa colloquio di lavoro, due mesi fa.
Se puoi scrivimi cinesina mia. Così domattina mi catapulto qui a leggerti.
Sii sempre felice Stella Bella, e pensa che sei sempre il mio pensiero più dolce.
E ora vado, perchè mi aspettano per andare a mangiare la pizza.
Ma lascia che aspettino.. Dopotutto, sto parlando con una Stella.

22 dicembre 2005

da Enrico

Oggi sono riuscito a sentrirti per un po' di tempo al telefono. Avrei voluto parlarti l'intero pomeriggio, ma mi rendo conto che devi fare altro e, ahime, mi adeguo. Così sono corso qui a scriverti.
E così vai ad Atene. Sono contento e insieme dispiaciuto.
Contento, e un pizzico invidioso, per il bellissimo viaggio e perchè così ti potrai gustare il nido d'incubazione della Filosofia occidentale.
Seneca chiamava la Grecia "L'utero delle idee europee". Non sai quanto mi piacerebbe visitare una città insieme a te. Chissà, magari un giorno..
Comunque, tornando alla Grecia, goditela tutta. Sono sicuro che mi racconterai un sacco di belle cose, ne rimarrai affascinata. E' uno di quei luoghi segnati nella mia agenda. Nei quali, cioè, vorrei andare. Causa soldini quest'anno ho potuto visitare cose ben più vicine, ma per fortuna viviamo in Italia e, soprattutto per un amante di Storia, questo è un vantaggio non da poco. D'altronde mi serviva la macchina nuova e ho dovuto scegliere.
Pensa che non so neanche quanto prendo di stipendio, tanto va tutto alla concessionaria. Anzi, se volessi saperlo li dovrei chiamare.
Piagnistei a perte, dicevo che sono anche scontento, perchè per qualche giorno non potrò sentirti.
Ma non attaccherò di nuovo con i soliti discorsi sul fatto che ti voglio bene, quanto sei importante e tutto il resto..altrimenti poi mi dici che è la solita polenta (sto facendo la faccia offesa).
Va bè, spero che questa volta la polenta sia condita diversamente (frecciatina).
Scherzo, ovvio. Però devo farti una domanda: una domanda difficile da fare, perchè difficile è rispondere.
E se mi permetto di fartela e solo perchè voglio capire alcune cose per evitare di non capirne altre. Per comprendere l'essenza del tuo io. Per carpire pensieri che fino a ora non ho ancora osato scandagliare.
Non rispondermi se non vorrai, non darmi neanche giustificazioni, non darmi spiegazioni che non vuoi darmi. Non voglio essere nè invadente nè indiscreto. Ma Socrate diceva di dubitare sempre e il dubbio (la causa) propone sempre una domanda (l'effetto).
Non giudicarmi un morboso se te lo chiedo, nè uno che vuole entrare a tutti i costi dentro la Sabrina più sensibile, più nuda nelle sue debolezze o nei suoi pensieri.
Ripeto: se non vuoi, non rispondermi. Capirei, e non ne parleremo mai più.
Ma ho bisogno di sapere. Mi rode non sapere.
Devo farmene una ragione. Devo squarciare la cappa plumbea della mia ignoranza, della mia limitata conoscenza di te, delle cose della vita. Della tua vita; e della mia.
Ok, vado. Ci provo. E ne subirò la risposta come uno che getta tutto se stesso in un azzardo, in un colpo di mano.
Ecco:
ma sta c.zzo di pizza egiziana, com'è?


Ah Ah chissà che ti aspettavi.
Sono riuscito a condire bene la polenta stavolta?
Però che ti voglio strabene te lo dico, e se sono banale tanto peggio.
Buona cena stasera. E Buon Natale, e Buone tagliatelle con pancetta.
Ti amoro.
Il tuo Enricoccolo, per sempre.

23 dicembre 2005

da Mimi

Ciao Enrico, scusa se mi intrometto nelle vostre lettere, ma volevo solo farti sapere che sono strafelice che il Destino (come lo chiami tu) vi ha fatto incontrare, vi ha fatto conoscere e spero che vi faccia amare. Sabry è una donna strasensibile e tu non sei da meno, sei spiritoso e simpatico, colto ed intelligente, e quasi quasi vi invidio, ma non lo farò, perchè siete troppo speciali.
Ne approfitto anche per farti i miei migliori auguri di un fine anno sereno e di uno strabiliante 2006.
Spero che non te la prenderai per questa mia intromissione. Un abbraccio, Mimì.

28 dicembre 2005

da Enrico

Grazie Mimì, anche se in ritardo.
Buon Anno

5 gennaio 2006