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da sabry per enrico
E' il 31 dicembre 2005, sono le 19 di sera. Ti sto scrivendo da Atene!!!... Ho bisogno di scrivere.
La settimana e' andata bene, non avevo dubbi. Abbiamo visitato, ci siamo riposati, abbiamo assaggiato e respirato un mondo diverso e affascinante. Ti ho pensato spesso. Prima di partire ti ho lasciato una dedica che forse ti sara' sembrata infelice, lo so, sul dimenticare qs sogno e sulla mia imprescindibile voglia di vivere, non posso farne a meno. Sento che la mia vita è qui,è appagante e non ho bisogno sai di sentirmi protetta, ma amata, e non posso fare altro che rispettare il tuo dubbio raziocinante sul fatto che quello che abbiamo vissuto è stato "avventato"?..forse un momento di debolezza tu penserai, ma x me non è così, esprimere le proprie emozioni senza paura non è segno di debolezza e adesso che mi sento piu' forte e che non sono scappata dalla mia vita ma l'ho presa a piene mani con coraggio, ancora adesso sento quello stesso entusisasmo della vita che mi chiama a vivere l'estasi e niente potrà rovinare le nostre attuali vite xchè l'amore non deve distruggere deve sublimare..è la passione che travolge e distrugge ma se io sono ancora qui a pensare a noi, qualcosa vorrà dire.
Per questo ti lascio andare. RICORDI? io non ti sopposrto, io ti amo ma se non fosse cosi' vero quello che provo sarebbe troppo facile vederti come amico. Non è possibile, non per me.
Trovero' l'Amore che cerco e anche tu troverai la felicità xchè sei pieno di risorse e ora sento che sei molto piu' sicuro in te stesso. Sei cambiato, sei piu' felice e il mio cuore è pieno di gioia al solo pensiero che pochi mesi fa ti sentivi in un tunnel. La tua vita deve ancora decollare ma ora che hai piu' fiducia in te stesso sai anche che basta saper aspettare impegnandosi intanto nella vita quotidiana, non sopravvivere, guardati intorno e guarda tutto il bene e il calore che gia' ti circonda e sta migliorando..perche' tu cominci ad essere piu' dolce anche col resto del mondo..qs era un sms che mi mandasti e che non ho mai cancellato.
Mi hai dato moltissimo e ti auguro che il bene che ti circonda aumenti sempre di piu'..fino al 2047 e oltre con me o senza di me. E non parlo da malinconica dispensatrice di sogni, io ci credevo veramente e ci credo ancora ma non con te, purtroppo.
Buon Anno Enrico.
Un bacio greco...
31 dicembre 2005
Categoria: Lettere
da Enrico
Ciao Stella greca,
ecco la mia risposta.
Quello che ho letto qui sopra è già storia: non ho alcuna intenzione di perderti, e lo sai.
L'altra sera abbiamo lungamente conversato al telefono, abbiamo iniziato coi tuoi racconti mediterranei e abbiamo seguito l'istinto di scendere una china più malinconica e pesante. Forse, ne avevamo bisogno. E non voglio sentire più nessuno che chiede scusa all'altro. Non c'è bisogno, e anche quella telefonata è storia.
Usciti dall'archivio dei nostri scambi posso dirti che ora bisogna pensare al futuro.
So che per te è un momento importante, e devi concentrarti sul tuo futuro: pur non rendendotene conto in modo chiaro, ti assicuro che ora stai davvero passando un periodo sì stressante e magari duro, ma anche assolutamente decisivo.
Bene, non mollare. E non preoccuparti dei sensi di colpa, della confusione. Sono normali.
Eppoi, scusa la similitudine manzoniana, ma quando si scoperchiano le fogne esce la puzza. La puzza, in questo caso, è rappresentata dai brutti ricordi, dai rimpianti, dalle scelte che si ha paura di sbagliare. Tu, come già ti ho detto, sei incerta perchè non hai ancora la percezione che non stai più prendendo una via nuova, l'hai già presa. E ormai hai scoperchiato i tombini e stai facendo spurgare tutto il male. Non preoccuparti delle conseguenze, ma parla chiaro con le persone che ci tengono a te. Non avere paura. Tenersi dentro le cose e fare finta non fa altro che alimentare rancori, delusioni e tutto ciò che ci porta a essere ciò che non vorremmo essere.
Tu sei molto più brava di me a spiegare e descrivere stati d'animo; io, forse, tendo troppo a tagliare con l'accetta, e la mia scrittura ha i limiti della colloquialità
con cui il mio stila la crea. Insomma, sono diretto. E ora, da amico, ti starò vicino e non smetterò mai di dirti che devi respingere ciò che ti fa male, anche se agli altri non piace. L'unico dovere lo hai verso la tua vera famiglia, le tue bambine. E tu devi star bene per loro oltre che per te stessa. Questa, ora, è la cosa importante.
Bene, la tristezza arriva quando meno te l'aspetta. Ma tu ora sei in guerra e i momenti di disagio sono naturali. Ma la guerra la stai vincendo tu, anche se non te ne accorgi.
Rileggi bene le mie ultime risposte, lì c'è tutto quello che qui confermo. E non venirmi a dire che non possiamo rimanere amici e altre robe del genere. Io e te ci siamo visti tre volte, ci conosciamo poco e non abbiamo concluso un bel niente. Abbiamo appena iniziato.
Ora tu sei vulnerabile e io ti seguirò passo passo. Ma non come una cura a distanza, ma come un amico. Un vero amico.
Ti prego, quando hai un po' di tempo vammi a cercare nelle risposte precedenti. Rileggimi.
Ieri sera eri triste. Ma un po' ti sei sfogata, e sfogarsi fa bene. Mi raccomando, basta on le frasi strappalacrime e le tragedie: ora è il momento di prendere in mano te stessa e di capire quante risorse hai. Fregatene di tutto; se non vuoi parlare con certe persone, non farlo. Non farti costringere dagli altri a fare qualcosa che non vuoi fare perchè hai paura di deludere. Fai cosa vuoi. Perchè l'unica cosa che può e deve guidarci è la nostra coscienza. E vedrai che se adesso hai paura di creare disagio e dispiacere, domani sarai contenta di averlo creato, perchè vorrà dire che ormai tu appartieni solo a te stessa.
E quando lo capirai avrai capito che è meglio sbagliare per proprio conto che far le cose giuste e poi sentirsi comunque sbagliato. E tu ora non stai sbagliando.
Ora non pensare ad altro che a te stessa.
Ecco, questo, giusto o sbaglaito, era il mio pensiero. Scusa se mi permetto di darti consigli, ma se non lo facessi ne dovrei rispondere alla mia coscienza. Che è la mia unica, vera padrona.
E ora torniamo alle nostre conversazioni più leggere e più spumeggianti
A stasera stellina
3 gennaio 2006
da Sabry
Niente puo' descrivere meglio di come hai fatto tu cio' che si agita dentro di me in questo momento burrascoso e provante. Ti ho conosciuto e incontrato proprio nel momento in cui tutto questo era già li', pronto per esplodere e ho avuto bisogno di attaccarmi a te, un bisogno davvero forte che ora sta diventando appoggio un po' piu' stabile e meno traballante...Decollo, volo e poi ricado pesantemente per terra e nelle pause tra un volo e l'altro sto male da morire e poi ci sei tu a raccogliermi, pronto, scattante con parole che valgono mille abbracci, mi sento vuota e abbandonata, tutte le certezze di essere amata svaniscono...e di nuovo tu a ripetermi quanto sono importante e quante cose belle ho.certo tutto questo fa venire voglia di averti sempre accanto :) evvai col sorrisino senza naso...
Hai usato parole dirette, è vero, ma giuste, calzanti, SENSI DI COLPA PAURA RANCORI DISAGIO, timore di deludere le aspettative degli altri, ma piu' di tutte mi ha colpito la frase "tu appartieni solo a te stessa"; ecco, questa è una di quella frasi che so di sapere, come una che studia a memoria le frasette, i bigini!!!, sempre la scrivo agli altri come consiglio ma ora che tu l'hai scritta a me l'ho letta nel modo giusto, mi è entrata dentro, è proprio vero, è cosi'...
Stamattina ennesima telefonata con mia madre, straziante, mi dice cose tipo metterci una pietra sopra, quindi lei sa di cosa parlo, poi mi dice di prendermi delle medicine per calmarmi, frasi che mi fanno andare fuori di testa, stavolta sono stata ancora piu' chiara e piu' dura, le ho detto di lasciarmi in pace, di non chiamarmi piu', che quando me la sentiro' lo faro' io...uff
Il fatto è che quando per anni non vuoi riconoscere la sofferenza, vuoi solo eliminarla dalla tua vita, come qualcosa di fastidioso e scomodo e poi, appena sorge un problema o qualcosa che ti fa rivivere esattamente quello che cercavi di cancellare, solo che ora tu sei il protagonista della tua vita, sei tu l'attore, non puoi piu' stare immobile, tacere o farti doppiare da altri, devi guardarti allo specchio schiaffeggiarti, scuoterti e dirti di svegliarti.Non avevo mai pensato alla sofferenza come a un sentimento, non fino ad ora..ma ora capisco perchè finora è stato così:attenzione ora entro nei meandri dei miei pensieri contorti pero' ho capito davvero una cosa. I desideri alimentano i sogni ma l'attaccamento eccessivo ad un desiderio genera sofferenza..io sto pensando a ll'attaccamento a mia madre, ma è un discorso generale...mia madre ora è il referente di tutta la mia storia passata, il crocevia di tutto..eppurre e' sempre la Mamma accipicchia!!!,e io devo rivederla in un altro modo, meschino e non posso perdonarla, e non ora e spero in vita..non lo so ma un sentimento non è sofferenza: è l?attaccamento al desiderio che è sofferenza. Ecco perche devo lasciar andare "l'idea perfetta che mi ero fatta di lei, cosi' come ti ho scritto che ti lasciavo andare, ma non nel senso di liberarmi di te, di lei o di chi mi rende confusa. Mia madre potrebbe morire domani, ma il fatto che io non ce l'abbia piu' non significherebbe che mi sono liberata di lei...so che è una frase un po' forte, ma io penso che devo col tempo lasciar andare la dipendenza che ho sempre avuto da lei, dai miei, da tutto quello che ha sempre generato quello di cui parli tu, fare cose per far piacere loro, il maledetto cordone ombelicale che anche se è reciso dalla nascita ti guida come un pilota automatico a fare a dire cose, accettandole senza neanche farle passare dalla tua coscienza. Come hai ragione, mi hai deavvero aperto un varco Enrico
Non sono la donna perfetta e lo sai perchè, perchè le donne perfette non esistono, sarebbero sempre felici, non soffrirebbero mai, io soffro ma ora non ho piu' neanche paura di passare attravero il dolore perch' so di cosa si tratta, so perch' devo affrontarlo, non è piu' qualcosa che mi prende alla sprovvista...permetto alla disperazione, alla paura, all?angoscia, alla repressione e alla rabbia di diventare coscienti... so che piango dopo aver sentito mia mamma al telefono anche se durante la telefonata sono stata determinata, saggia, serena, dura e anche dispensatrice di consigli per poi concludere di lasciarmi vivere la mia vita...pero' poi piango disperata gridando MAMMA con la faccia dentro il cuscino ora sono completamente aperta a questa sofferenza, la lascio essere cio che è. Sperando che...quando tutto le lacrime si saranno esaurite e io me ne saro' fatta una ragione che questa mamma non è quella mamma, allora rimarra' solo la pace.
L'ho scritto da altre parti,"avrei bisogno di volare sempre", mi ripetevo cosi' da piccola, ma ora so questo è impossibile, significa alienarsi e la vita vera è qui, dentro di noi, dobbiamo riuscire a trovare uno slancio per affrontare con impegno proprio la terra, la polvere e il fango che nessuno potrà piu' buttarci addosso, che tutto potrà scivolarci via finchè siamo sicuri di noi stessi, di amarci, di amare e di sentirci amati anche se le persone che avrebbero dovuto farlo per prime non ne sono state capaci..perchè "tu appartieni solo a te stessa" e io aggiungo devo volermi bene piu' di me stessa..altrimenti come potrei dire a te che...
...TI VOGLIO BENE ?
3 gennaio 2006
da Sabry
Niente puo' descrivere meglio di come hai fatto tu cio' che si agita dentro di me in questo momento burrascoso e provante. Ti ho conosciuto e incontrato proprio nel momento in cui tutto questo era già li', pronto per esplodere e ho avuto bisogno di attaccarmi a te, un bisogno davvero forte che ora sta diventando appoggio un po' piu' stabile e meno traballante...Decollo, volo e poi ricado pesantemente per terra e nelle pause tra un volo e l'altro sto male da morire e poi ci sei tu a raccogliermi, pronto, scattante con parole che valgono mille abbracci, mi sento vuota e abbandonata, tutte le certezze di essere amata svaniscono...e di nuovo tu a ripetermi quanto sono importante e quante cose belle ho.certo tutto questo fa venire voglia di averti sempre accanto :) evvai col sorrisino senza naso...
Hai usato parole dirette, è vero, ma giuste, calzanti, SENSI DI COLPA PAURA RANCORI DISAGIO, timore di deludere le aspettative degli altri, ma piu' di tutte mi ha colpito la frase "tu appartieni solo a te stessa"; ecco, questa è una di quella frasi che so di sapere, come una che studia a memoria le frasette, i bigini!!!, sempre la scrivo agli altri come consiglio ma ora che tu l'hai scritta a me l'ho letta nel modo giusto, mi è entrata dentro, è proprio vero, è cosi'...
Stamattina ennesima telefonata con mia madre, straziante, mi dice cose tipo metterci una pietra sopra, quindi lei sa di cosa parlo, poi mi dice di prendermi delle medicine per calmarmi, frasi che mi fanno andare fuori di testa, stavolta sono stata ancora piu' chiara e piu' dura, le ho detto di lasciarmi in pace, di non chiamarmi piu', che quando me la sentiro' lo faro' io...uff
Il fatto è che quando per anni non vuoi riconoscere la sofferenza, vuoi solo eliminarla dalla tua vita, come qualcosa di fastidioso e scomodo e poi, appena sorge un problema o qualcosa che ti fa rivivere esattamente quello che cercavi di cancellare, solo che ora tu sei il protagonista della tua vita, sei tu l'attore, non puoi piu' stare immobile, tacere o farti doppiare da altri, devi guardarti allo specchio schiaffeggiarti, scuoterti e dirti di svegliarti.Non avevo mai pensato alla sofferenza come a un sentimento, non fino ad ora..ma ora capisco perchè finora è stato così:attenzione ora entro nei meandri dei miei pensieri contorti pero' ho capito davvero una cosa. I desideri alimentano i sogni ma l'attaccamento eccessivo ad un desiderio genera sofferenza..io sto pensando a ll'attaccamento a mia madre, ma è un discorso generale...mia madre ora è il referente di tutta la mia storia passata, il crocevia di tutto..eppurre e' sempre la Mamma accipicchia!!!,e io devo rivederla in un altro modo, meschino e non posso perdonarla, e non ora e spero in vita..non lo so ma un sentimento non è sofferenza: è l?attaccamento al desiderio che è sofferenza. Ecco perche devo lasciar andare "l'idea perfetta che mi ero fatta di lei, cosi' come ti ho scritto che ti lasciavo andare, ma non nel senso di liberarmi di te, di lei o di chi mi rende confusa. Mia madre potrebbe morire domani, ma il fatto che io non ce l'abbia piu' non significherebbe che mi sono liberata di lei...so che è una frase un po' forte, ma io penso che devo col tempo lasciar andare la dipendenza che ho sempre avuto da lei, dai miei, da tutto quello che ha sempre generato quello di cui parli tu, fare cose per far piacere loro, il maledetto cordone ombelicale che anche se è reciso dalla nascita ti guida come un pilota automatico a fare a dire cose, accettandole senza neanche farle passare dalla tua coscienza. Come hai ragione, mi hai deavvero aperto un varco Enrico
Non sono la donna perfetta e lo sai perchè, perchè le donne perfette non esistono, sarebbero sempre felici, non soffrirebbero mai, io soffro ma ora non ho piu' neanche paura di passare attravero il dolore perch' so di cosa si tratta, so perch' devo affrontarlo, non è piu' qualcosa che mi prende alla sprovvista...permetto alla disperazione, alla paura, all?angoscia, alla repressione e alla rabbia di diventare coscienti... so che piango dopo aver sentito mia mamma al telefono anche se durante la telefonata sono stata determinata, saggia, serena, dura e anche dispensatrice di consigli per poi concludere di lasciarmi vivere la mia vita...pero' poi piango disperata gridando MAMMA con la faccia dentro il cuscino ora sono completamente aperta a questa sofferenza, la lascio essere cio che è. Sperando che...quando tutto le lacrime si saranno esaurite e io me ne saro' fatta una ragione che questa mamma non è quella mamma, allora rimarra' solo la pace.
L'ho scritto da altre parti,"avrei bisogno di volare sempre", mi ripetevo cosi' da piccola, ma ora so questo è impossibile, significa alienarsi e la vita vera è qui, dentro di noi, dobbiamo riuscire a trovare uno slancio per affrontare con impegno proprio la terra, la polvere e il fango che nessuno potrà piu' buttarci addosso, che tutto potrà scivolarci via finchè siamo sicuri di noi stessi, di amarci, di amare e di sentirci amati anche se le persone che avrebbero dovuto farlo per prime non ne sono state capaci..perchè "tu appartieni solo a te stessa" e io aggiungo devo volermi bene piu' di me stessa..altrimenti come potrei dire a te che...
...TI VOGLIO BENE ?
3 gennaio 2006
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