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da sabisse per indimenticabile
da sabisse
Sola Jey,
vedo che mi cerchi sempre..che mi scrivi sempre e perdonami se non ho mai avuto il tempo di risponderti.
Quasi mi sembra tu abbia bisogno di ricevere una consolazione da parte mia o un mio parere..Mi avevi perfino chiesto cosa ne penso delle tue dediche.
Non le ho trovate, quindi posso basarmi unicamente su quello che scrivi rispondendo qui.
Mi lasci perplessa, provo una sensazione che non riesco a spiegarti.
Il dolore lo urli in maniera troppo forte e chiassosa..lo sfoghi con parole forti, fortissime che, a mio parere, sono così dure perchè mirano a catturare l'attenzione altrui, perchè vogliono una risposta.
Quella che segue è una considerazione personale:credo che quando il dolore si urli come tu hai detto di fare significa che si ha ancora fiato e forza.
Quando invece il dolore è piatto, senza vita e silenzioso significa che ormai si è radicato nel nostro essere e che è la situazione è molto più grave.
Per questo, io credo che forse tu possa uscire dalla tua condizione..penso che tu urli il tuo dolore per sentirlo più vero.perchè smettere di sentirlo significherebbe dimenticare quello che ti è capitato (e ripeto che non so cosa).
Tu non vuoi dimenticare, scordare per te sarebbe una colpa e quindi vuoi urlare al mondo intero che soffri per convincerti sempre di più che stai da cani, che stai scontando bene la tua pena, con la dose giusta di dolore.
Il fatto stesso che tu abbia ammesso di tagliarti i polsi secondo me dimostra l'esigenza che hai di far vedere che stai male, di catturare l'attenzione sperando di essere sentita.
Credo sia più grave una persona che compie questi gesti in silenzio, senza farne parola.
Urlare al mondo che ci si taglia significa che tu vuoi che gli altri lo sappiano, che ti guardino, che ti aiutino.
Tu vuoi essere aiutata Jey, lo sento.
Perchè una persona che si taglia e premedita di dare un taglio netto tiene nascosto tutti i segni sui polsi perchè sa che se le persone vedessero, ostacolerebbero i suoi piani di farla finita.
Tu non vuoi farla finita, tu vuoi vivere e vuoi che ti venga inseganto come farlo.
Quello che dico cara Jey è che, per quanto tu abbia usato un linguaggio forte e che cattura l'attenzione, ho sentito molto più dolore in persone che usano un linguaggio più flebile e pacato.
Ciò significa che in te ho scorto una luce..secondo me non sei realmente nell'abisso, solo ti sei convinta di esserci.
Spero tanto di averci visto giusto,,spero che quella luce per te ci sia davvero.
Ti abbraccio forte.
16 febbraio 2006
da sabisse
X Mariposa
Cara Francy, grazie per avermi scritto.
Non sai quanto mi aiutino le tue parole, mi infondono forza e coraggio.
Non si può parlare di ricaduta, semplicemente dipende solo dal momento in cui scrivo.
Se scrivo con gli occhi in lacrime può sembrare che non abbia fatto nessun passo in avanti e che stia precipitando.
Se scrivo pensando ai ricordi belli, concentrandomi su essi e senza pensare che non ci saranno più, le mie parole riescono ad essere meno sofferenti e si muovono cercando una speranza, una luce.
Il mio umore e i miei stati d'animo oscillano ritmicamente come tende che il vento fa frusciare..
Ci sono giorni in cui sto quasi bene, in cui riesco a non piangere ed altri in cui mi sembra di essere ancora nell'agonia dei primi giorni.
Sai cosa Francy?Ho tremendamente paura che possa perdere qualcun altro..Tremendamente.
Sfioro i limiti degli attacchi di panico.
Se una mia amica non risponde per tre o quattro ore mi coglie un ansia pazzesca, inizio a fare ventimila viaggi mentali immaginando di tutto.
Forse però dopotutto è normale..
Non ti ho ancora chiesto come stai tu, se va un pochino meglio.
Riguardo al fatto di indossare i suoi vestiti e circondarti di lei, non ascoltare chi ti dice che i fai solo male.
è la prima fase voler avere tutti i ricordi vicino, continuare a guardare le foto, le lettere e tutto il resto.
è una sorta di tentativo per sentirli ancora vicino.
Per me poi è arrivata la seconda fase:impacchettare tutto, togliere le foto dalla mia camera, togliere tutti i ricordi perchè il loro peso era diventato insostenibile.
Qualche cosa invece non l'ho impacchettata..l'ho semplicemente nascosta qui e là, in qualche cassetto o nel fondo di un armadio.
Quando mi capita sottomano una lettera o una foto a volta vengo colta dalla desolazione e maledico il mondo.
A volte invece ringrazio Stefano di esserci comunque stato e di essere stato mio.
Ti abbraccio forte forte, Ti voglio bene.
16 febbraio 2006
da andrea
Ilenia hai priprio ragione;Sabisse è proprio una bella persona
16 febbraio 2006
da SolaJey
Casa Sabisse, forse quello che dici te, in parte è vero... io ovglio vivere, anche se non lo voglio ammettere a me stessa... mi sento troppo in colpa per farlo... ma contiuno a vivere... i tagli, la morte che è venuta a trovarmi, l'ho sempre tenuti nascosti algi altri, nascondendomi dietro ad una maschera fatta di sorrisi... da sempre... la mia intera esistenza si è sempre basata sulla finzione... fingere di essere una persona allegra... una persona dolce, generosa, ma anche aggressiva... fingere di essere una persona che non sono... ( c'è chi scehrzosamente a sdrammattizato dicendo che il cinema mi apsetta ), ma un giorno quella maschera è crollata... io vorrei Sabisse racocntarti cosa mi è successo... solo che non ne trovo la forza, capisci?
Hai ragione, che urlo il mio dolore per farmi sentire... e ti cerco... si ti cerco... perchè mi sento affine con te... non lo so è una senzazione che provo... scrivere a te, mi sembra di scrivere alla persona che mi è stata rubata Capisci?... forse è per questo che ti scrivo... non lo so... so che adesso sto piangendo... ma io urlo solo il mio dolore, in questo sito e nei miei scritti... gli altri mi vedono solo come, " La ragazzina arrogante, dai nervi fragili"... tu come stai? San Valentino è anche il tuo compleanno?
I tuoi genitori in questo periodo non ti stanno vicino??
Io con lo ro non urlo il mio dolore, perchè non mi capirebbero, anche se ho provato a suicidarmi, loro cercano di starmi vicino, ma c'è l'ho con loro, perchè prima non facevano che ignorarmi e adesso, solo adesso, vi accorgiete di me??
Una figlia esiste sempre, non solo quando cerca di ammarsi.
Rispondimi se vuoi Sabisse.
16 febbraio 2006
da SolaJey
Sabisse mi sono dimenticata di dirti, che se vuoi leggere una mia dedica, c'è nè una sotto la tua, il nick è lo stesso ( SolaJey )... ciao.
16 febbraio 2006
da sabisse
Ciao Jey,
è strano come tu mi cerchi, come tu mi segua.
Soprattutto, è strano come tu mi consideri affine a te dato che io invece percepisco che abbiamo due modi completamente diversi di sentire e sfogare il nostro dolore.
Io lo faccio in silenzio, con calma..tu lo urli, lo "sputi".
Io scrivo unicamente per me stessa, tu scrivi per avere l'appoggio, il sosegno degli altri.
Nonostante tutto questo, anche tu soffri e piangi.Nonostante il modo che abbiamo di piangere sia diverso, le nostre sono sempre le medesime lacrime.
Purtroppo ti sento tanto lontana da me, dal mio modo di vedere la vita.A tal punto da non riuscire a darti consigli o opinioni.
Sarebbe un po' come parlare di colori a chi vede solo un colore..Io sono certa che non capiresti le mie parole.
Non capiresti che tentare di suicidarsi è errato, che tagliarsi ti rende euforica al momento perchè senti di aver espresso il tuo dolore anche nel corpo ma che in realtà appanna ancora di più la vista impedendoci di trovare la strada giusta per uscirne.
Anch'io ho fatto del male al mio corpo.
Non intendo parlarne qui, ora ma ti basti sapere che ho capito che certi atti non si possono, non si devono fare.
Se a noi è stato imposto (perchè in alcuni casi sembra un'imposizione) di continuare a vivere, dobbiamo farlo.
Sopportando tutti i dolori.
Sopportando a denti stretti in nome di chi la vita la amava tanto e l'ha persa.
Stefano amava questo mondo, questa vita ed io non posso rifiutare la mia:devo viverla anche per lui.
Credo tu debba affontare il dolore con la forza di un adulto, non con la ribellione di un bambino.
Dici di essere una ragazzina.
Se la morte come dici ti ha fatto visita, ai miei occhi non sei più una ragazzina per il semplice fatto che la morte ci fa maturare e crescere, ci strappa all'adolescenza catapultandoci nell'universo degli adulti.
Per questo a mio parere, anche se tu dovessi essere una quindicenne non sei più come tutte le altre tue coetanee.
Hai una lezione in più negli occhi e una lacrima in più a far sanguinare il cuore.
16 febbraio 2006
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