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da Elena
Il tempo è mutevole in questi giorni di metà aprile, esattamente come il mio umore. Sembrano susseguirsi a distanza di poche ore giorni di inoltrata primavera e giorni di fine settembre quando l?estate è ormai solo un ricordo e nell?aria si avverte l?arrivo imminente dell?autunno, stagione di riflessioni, di introspezione, di malinconia per gioie fin troppo presto svanite, per attimi rubati al tempo e resi immortali, giorni in cui, per curare le ferite profonde dell?anima, non c?è antidoto migliore che rifugiarsi nella propria camera dove, circondati solo da cose che ci sono familiari, niente può urtare la nostra sensibilità, niente può causarci dolore se non qualcosa che emerge da dentro, dall?abisso profondo di quella voragine che il tempo, la solitudine, l?assenza, la nostalgia hanno scavato nella nostra anima. Tra quelle quattro mura, con il nostro libro preferito tra le mani e il silenzio intorno rannicchiandoci nella poltrona vicino la finestra ci lasciamo cullare dal rumore della pioggia battente sui vetri. Non c?è bisogno di leggere, quelle pagine le conosciamo a memoria, quelle parole ormai sono nostre, incise a fuoco nella pelle dell?anima, catturate dalla penna di uno scrittore cieco che mai le utilizzerà, ma che nella sua mente conoscono un ordine ben preciso.. e nel caso decidessimo di dare vita a quei fogli e accarezzare con gli occhi quelle parole, sarà rassicurante sapere come andrà a finire, sapere cosa c?è ad aspettarci al varco e tuttavia riuscire a provare la medesime emozioni di quella volta, la prima, in cui i nostri occhi hanno visto, pagina dopo pagina, quelle parole prender forma, creature nuove ed uniche, figlie del mistero e della fantasia indomabile.
E? importante lasciar fluire i pensieri, senza paura e renderli liberi in modo da permetter loro di seguire il percorso che gli sarà più congeniale, abbandonandoci alla loro forza trainante, senza riserva né condizioni, anche solo per quella volta, una soltanto nel corso di una intera vita, ma totalmente per sapere cosa si prova quando il nostro io più nascosto viene a galla e, mettendosi al timone, comincia a governare questa fragile imbarcazione. E tutto comincia ad assumere forme diverse e differente aspetto, qualcosa di sconosciuto che spesso ci spaventa. Facciamo emergere i ricordi, sì, lasciamoci circondare anche da loro, da questi inopportuni fantasmi del passato a volte più vivi di noi stessi, ripercorriamo passo dopo passo ciò che abbiamo vissuto, riviviamo le emozioni provate, non una, non cento, ma mille e più volte, quasi in preda alla follia, alla disperazione, all?insensata incapacità di lasciarli andare, di farli scivolare via come un alito di vento, senza fretta alcuna, ma con pazienza infinita, fino a quando ne avremo voglia fintanto che la pioggia continuerà a cadere, monotona, pungente, fredda, e a rigare i vetri di lacrime calde come quelle, sincere, profonde, palpitanti, che percorrono le dune del nostro volto per andare a morire agli angoli della bocca o cadere giù, nel vuoto, dopo quella folle e disperata cascata, come piccoli cristalli svaniti, senza vita, ormai niente più di un nulla confuso in un oceano di inutilità.. perché nel momento in cui il sole, facendosi largo tra le nuvole, ritornerà finalmente a splendere non ci sarà più tempo per i ricordi, per i pensieri che attraversano la mente come uccelli notturni che falciano il cielo stellato. In quel momento il passato comincerà ad indietreggiare, sarà costretto a farsi da parte e la vita riprenderà il suo corso, per strade impervie e ripide salite, lungo sentieri biondeggianti e campi profumati al chiaro di luna.
Sono i giorni come questo che bisogna dedicare ai ricordi e non i giorni di sole, bisogna abbandonarsi alle lacrime negli oscuri pomeriggi in cui imperversa un temporale e non nelle albe primaverili o nei tramonti estivi sul mare per quanto possano lasciare senza fiato ed emozionare fin nel profondo.
Ieri era uno di questi giorni, ieri pioveva, anche se piano, in modo quasi impercettibile, e il cielo era denso di nuvole; non un raggio di sole è riuscito a filtrare da quella grigia coltre che impediva allo sguardo di perdersi nell?azzurro del cielo, non un segno di vita ho percepito, né il brivido di un gesto, come se ogni respiro fosse stato spezzato, ogni corpo privato della sua linfa e tutto fosse andato perduto, chissà dove..
Ieri si avvertiva solo una strana stasi, anche il canto disperato degli uccelli aveva un non so che di lineare, di statico, di innaturale, continuava a ripetersi immutato e ad alternarsi al suono della pioggia, del vento lieve, quasi una carezza per gli alberi, al rumore di qualche tuono lontano, caduto dietro una montagna mai vista, cui seguiva il silenzio, totale, assoluto, profondo, devastante, mai uguale, fatto sempre di rumori diversi, sconosciuti ai nostri sensi. Tutto si susseguiva e si ripeteva come una strana e alquanto angosciosa rappresentazione teatrale.
Pioveva, eppur la pioggia non pareva nemmeno tale tanto era lieve il suo cadere: le gocce a mezz?aria parevan quasi granelli di polvere sollevati dal vento e lasciati li, sospesi, a scintillare.
E così mentre tutto intorno a me sembrava assorto in un sonno pesante, io me ne sono stata li, su quella poltrona, nella mia camera, con gli occhi fissi fuori dalla finestra, un libro tra le mani e il cuore in tumulto quasi in balia di mille tempeste ad aspettare che il tempo ricominciasse a scandire gli attimi, che il sole facesse capolino all?orizzonte a rischiarare le ultime ore del giorno, che la serenità riprendesse dimora dentro me.. Semplicemente attendevo di vivere..
26 aprile 2006
Categoria: Pensieri
da marco
Ciao Elena
Speravo di ritrovare presto un tuo scritto e son stato così contento di leggere questa tua ultima pagina quasi strappata al tuo diario intimo, fedele specchio del corso un pò tortuoso ma sempre affascinante dei tuoi pensieri, e della successione tacita e tumultuosa al tempo stesso dei tuoi stati d'animo, sempre diversi sempre così mutevoli proprio come i miei..ho letto e riletto più volte vari suoi passaggi per assaporare fin nel profondo le impalpabili sensazioni che hanno avvolto la tua anima delicata e sensibile ed ho ripensato a pomeriggi ormai lontani quasi sepolti nell'abisso della memoria in cui anch'io aprivo le finestre per sentire la pioggia battente sulle fronde e le foglie e le frasche, sui tetti lungo le canale sull'erba ed il selciato le strade ed i marciapiedi..era un concerto al quale nn sapevo sottrarmi un coro che calava ed aumentava d'intensità una voce soave e suadente che rasserenava il mio umore cullava la mia anima accarezzava i miei sensi tramortiti e quasi violentati dal frastuono e dal clamore della civiltà
Sai anch'io amavo molto la Primavera e l'Autunno..anche xc l'Estate nn riuscivo mai davvero a viverla..troppo vitale ed esuberante per me..ben più congeniale m'era la Primavera e sopratutto l'Autunno..che brividi provavo alla fine d'Agosto quando già sentivo il sole languido colare a picco sul mare, e i cieli pieni di lacrime e stanchezza percorsi da brividi di freddo
Ricordo quand'era piccolo che appena uscito dall'acqua, al calar della sera dinnanzi ad un sole sempre più languido e sfocato mi raggomitolavo nell'asciugamano e provavo brividi d'amaro piacere..ed a stento trattenevo calde lacrime pensando che ben presto il perenne grigiore autunnale avrebbe spazzato via con i suoi venti gelidi e sferzanti il luminoso sorriso ed il calore intenso la serenità e vitalità senza macchia nè peccato dell'Estate..
Chissà magari la prossima volta ti leggerò alcuni passi dei miei diari di tre quattro anni fa..ora vorrei concentrarmi su questa tua pagina..e sul tuo ultimo messaggio..
Sai t'immaginavo..mentre le righe scorrevano veloci davanti ai miei occhi i ti immaginavo ti vedevo quasi distintamente
rannicchiata sulla tua poltrona lo sguardo perso fuori dalla finestra, ora preda d'incanto, di fascinazioni irresistibile, ora più inquieto ed apprensivo e tu stretta a te, in un'abbraccio sempre più forte nel tentativo di comprimere i battiti violenti del tuo cuore..è un'immagine davvero emblematica Elena..un'immagine che riflette
la tua attuale condizione..
Così come emblamatiche sono le parabole che descrive la tua pagina..entrambe Elena finiscono l'una in una voragine oscura, in un'abisso profondo, l'altra dopo l'abbraccio che si slarga nell'assoluto che vorrebbe accogliere in sè l'oceano, nel vuoto assoluto
Ed anche qui i pensieri che seguivano il loro corso pare si siano spinti troppo oltre
pare abbiano osato inoltrarsi in territori sconosciuti..ed allora sono affiorati i ricordi..ma neanche loro fugano le inquietudini ormai xc anch'essi son ormai fantasmi,"inopportuni fantasmi del passato"
che tu quasi in modo contradditorio rivivi mille volte con infinita pazienza ma in preda alla follia ed alla disperazione..
ma tu nn potevi nn riviverli mille e mille volte ancora xc dovevi forse fugare quel silenzio innaturale e quell'assoluta stasi che son stati la vera nota dominante il basso continuo del tuo pomeriggio..erano una vera nota dominante, indefinitamente ripetuta in modo ora tacito ora più distinto con angosciosa monotonia e precisione tanto che alla fine l'atmosfera ha assunto un tono quasi straniante ed allucinato, si è caricata di suspense e pathos..come se si aspettasse da un momento all'altro la caduta di un fulmine a spezzare quella calma apparente piena di tensione ed inquietudine..l'attesa Elena l'attesa logora e snerva lo so bene..tu attendi di vivere Elena così chiudi la tua pagina e nn ci poteva essere chiusa migliore
Ma xc poi attendi?io credo che se ho ben inteso, se nn mi son lasciato prendere la mano ed ho ricostruito più o meno l'atmosfera che regnava nella tua camera,
io credo che quella tua timidezza nasconda una profonda insicurezza..ma nn solo credo che rifletta latua paura più profonda..che cominciare a vivere significhi rompere, e nel modo più traumatico, proprio come quel tuono caduto dietro una montagna mai vista,
la calma apparente in cui la tua anima s'adagia si culla smarrisce la memoria del tempo e la coscienza di sè ma al tempo stesso s'irrigidisce e quasi si paralizza..
cristallizza ansie e timori, inquietudini ed angoscie che temi emergano davvero alla luce del sole..dici che nn hai puara nè d'amare nè di soffrire ma oscilli come un pendolo tra il silenzio ed il sogno, tra la stasi assoluta ed il volo pindarico..la vita ti si figura come ripida salita e strada impervia..che tu nn ti decidi però a imboccare..xc devii e trascinandoti una volta ancora nella fantasia avvolgi la vita nel sogno e così quelle che prima erano ripide salite diventano sentieri biondeggianti, le strade impervie campi profumati al chiaro di luna..
Come al solito ho scritto tanto e nn ho scritto tutto quello che volevo dire..ma lo sai che anch'io smetto xc alla fin fine anch'io mi stanco di scrivere??xc sento più che altro che sarebbe interminabile la mia risposta che potrebbe nn finire mai..ecco xc vorrei tanto raggiungerti xc vorrei essere lì con te!
Vi sono ancora quindi alcuni passaggi della tua risposta che nn mi sono chiari..ma ormai rimando alla prossima volta..anche xc nn vorrei che chiudessero subito anche questa dedica!!quindi ti saluto..
Un bacio ed a presto..
27 aprile 2006
da Elena
Ciao Marco,
è bello risentirti e come sempre le tue parole riesco a svelarmi verità che io stessa ignoravo.. sono ancora ad un punto in cui niente mi è ben chiaro e la strada da percorrere è ancora tanta.. credo che la conoscenza che ho di me stessa è superficiale e scarsa, tante cose ignoro, tante le do per scontate: è come aver a che fare con una persona diversa, differente da me e che tuttavia mi appartiene,, non mi conosco e non conoscendomi non mi posso aiutare, come quindi posso imparare a conoscere i segreti che si celano nella mia anima?! Forse tu saprai indicarmi la strada.. a volte sembra quasi che tu conosca tali segreti, che sia a conoscenza della chiave di lettura dei miei profondi silenzi..
Hai fatto centro Marco.. sono una persona profondamente insicura, non mi fido di me o meglio di quella parte di me che ogni volta che tenta di entrare in contatto con gli altri fa un buco nell?acqua, la mia autostima è praticamente inesistente e spesso penso di essere buona a nulla..
Mi sento come intrappolata in una sorte di dimensione parallela, in un mondo sospeso perennemente in attesa e per quanto cerchi di convincere me stessa non riesco a librarmi in volo, non riesco a saltare da quel trampolino nonostante l?acqua sotto sia cristallina e senza rocce e tutti vi sguazzano dentro serenamente come fosse la cosa più semplice del mondo, non riesco e soprattutto non so come fare per imboccare quella strada di cui parli.. come si fa a vivere? Qualcuno può insegnarcelo? E quando si è certi di starci dentro, di avere la vita tra le dita, in ogni respiro o gesto?!
Mi sembra di essere appena venuta al mondo e di dover ancor apprendere ogni cosa, ogni sfumatura di questo mondo.. so solo respirare e il cuore, fortunatamente, è capace di per sé di pulsare ed emozionarsi e regalare emozioni..
I miei sogni son la mia disperazione, il mio acerrimo nemico e son tuttavia il mio alito di vita.. chissà quando e se troverò la forza di liberarmene..
Attendevo i tuoi commenti ma capisco che ogni volta visto lo spazio limitato è impossibile riuscire a scrivere tutto ciò che desideriamo comunicare all?altro.. chissà se un giorno avremo la possibilità di parlare davanti a un caffé come vecchi amici..
Ma dimmi di te Marco.. tu a che punto sei giunto del tuo percorso? Come trascorri le tue giornate?
Sai ?Oceano mare? mi inquieta.. mi ritrovo in troppi personaggi e alcune frasi mi graffiano l?anima.. a volte ho la sensazione di essere come il professor Bartleboom che scrive lettere e lettere alla sua amata che non ha ancora conosciuto in modo da fargliele leggere quando l?avrà incontrata quasi a dimostrazione che non attendeva che lei, che l?amava ancora prima di sapere della sua esistenza... anche io scrivo, non lettere indirizzate a qualcuno di preciso, scrivo stralci di pensieri venuti fuori dal nulla, descrivo immagini che appaiono ai miei occhi come flash di attimi in realtà mai vissuti eppure vivi, palpabili.. parlo di qualcuno che probabilmente non esiste nemmeno nell?angolo più sperduto di questo mondo.. scrivo ed ogni volta è come se tirassi fuori una parte di me e fa male, male davvero, come una ferita aperta, un dolore assurdo, una perdita incomprensibile che lascia il vuoto dentro.. a volte vivo come se questa persona mi stesse accanto davvero, forse è per questo che non cerco o magari perché so già che non esiste ciò che voglio.. che confusione, non ne capisco più niente?
Bartleboom inoltre si pone una domanda che da sempre mi tormenta: come si fa riconoscere la persona giusta, l?anima gemella una volta incontrata? E se non la incontrassimo mai?
Ann Deverià invece così parla della vita:? ..non è che la vita vada come tu te la immaginavi. Fa la sua strada. Tu la tua. E non sono la stessa strada. Così.. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo.. salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l?onesta, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l?unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l?ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E? li che salta tutto, non c?è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare..? I desideri non sono altro che i sogni che coltiviamo durante la nostra vita? E il tempo poi, quando è davvero tardi? Io a volte penso di non poter più far niente, di essere inesorabilmente in ritardo rispetto al resto del mondo..
Adesso ti saluto Marco.. ho detto anche troppo..
A presto, un abbraccio
28 aprile 2006
da Elena
Marco, ho fatto un pò di confusione pubblicando due volte la medesima risposta..visto che sono qui volevo aggiungere una cosa che ieri rispondendo mi è sfuggita..non so se sia solo una mia impressione ma quando narri della pioggia ho come la sensazione che tu abbia ben chiara nella mente esattamente come me l'immagine di tale fenomeno così come viene descritto dal D'Annunzione ne "La pioggia nel pineto"..forse sbaglio, ma è quello che le tue parole mi trasmettono..io adoro quella poesia, la leggo e la rileggo non una, non cento, ma mille volte, fino a sentirla dentro..non sono solo parole messe una dietro l'altra con abile maestria, si tratta di musica, musica allo stato puro, ogni parola ha un suono suo proprio che l'autore ha scoperto o reinventato e leggendo le note cominciano a diffondersi nell'aria incantando i sensi..è inutile che continui, avrai inteso, oltretutto non servono parole, la poesia va da sè..
Torno ai miei studi anche vorrei stare qui e continuare a scrivere perchè in fondo è ciò che più amo fare..buon pomeriggio Marco, spero di sentirti presto..
28 aprile 2006
da marco
Elena!
Ti avevo già risposto ierinotte ma la connessione improvvisamente saltata e con lei tutto quanto avevo scritto(e tu sai ormai quanto io scriva!!)..e nn c'è stato verso di connettersi!Uff quanto m'irritano questi imprevisti!e così un motivo o l'altro
eccomi di nuovo qua..e speriamo che stavolta
sia la volta buona!sai l'avevo scritta tutta di getto la mia risposta ierisera xc avevo trovato proprio allora la tua postilla
:)su D'Annunzio..e nn so descriverti quanto io sia stato felice di leggerla!nn so dirti quanto m'abbia emozionato ed entusiasmato che anche tu adori "Pioggia nel Pineto"di D'Annunzio!xc anch'io l'adoro e quanto ho desiderato incontrare ragazze che come me sapessero perdersi e smarrirsi tra gli accordi di quella maestosa sinfonia naturale!!Elena avrei tanto voluto essere lì con te in quel momento x abbracciarti!!
Elena ma lo sai che io son stato nella pineta ove probabilmente D'Annunzio ha ascoltato e catturato i suoni or dolci crepitanti delle goccie sui mirti/ divini,/ su le ginestre fulgenti/di fiori accolti,/
su i ginepri folti/di coccole aulenti..
Ogni volta che io m'immergo in quella pineta
io perdo la memoria del tempo fuggitivo e la coscienza di me stesso..io m'estranio dal mondo e(ed infatti il poeta dice"Taci.Su le soglie/ del bosco nn odo /parole che dici/umane)come sospeso, indefinitamente sospeso assaporo lungo tutto il mio corpo sulla mia stessa pelle sul mio volto silvano e le mie mani ignude quella pioggia che discreta e sensuale tutto avvolge e confonde tutto rende più fresco e leggero..che sensazione di grande libertà e sensualità quella poesia nn trovi Elena?D'Annunzio è sempre molto sensuale..la sua è una poesia sinuosa in cui la parola trasfonde in suono ed il suono stimola ed accende i sensi il suono desta sensazioni molteplici e si traaforma in dolce carezze e tenero abbraccio e sempre più in fusione panica laddove le distinzioni si perdono "E immersi/noi siam nello spirto/silvestre,/d'arborea vita viventi;/"nn è bellissima?:)
Ah Elena!!quanto adoro quei momenti..ed ora che so tu provi le mie stesse sensazioni sarà ancora più emozionante provarle e riprovarle ancora ed ancora!vedi Elena tu mi chiedi come si fa e quando si è certi di vivere..ah D'Annunzio sicuramente sapeva ben vivere!forse anche troppo..xc nn tutte le sue poesie son così spoglie di retorica..
io credo con Pirandello che
"Chi vive, quando vive, nn si vede:vive"
nn si può pensare di vivere xc "Se uno può vedere la propria vita, è segno che nn la vive più:la subisce, la trascina"
Alla prima domanda invece penso che nn si possa rispondere..nessuno puopi insegnarci l'arte di vivere..è un'arte che nessuno può insegnare ma che tutti prima o poi possono apprendere..sai Elena la tua bellissima metafora che ti vede incerta se buttarti o meno sul trampolino con gli occhi nello specchio d'acqua sotto i tuoi piedi dove tutti gli altri sguazzano felici e contenti m'ha fatto venire in mente un'altra poesia..
oggi son pieno di citazioni!però che bella metafora!Sai Elena xc nn riescia saltare?
Xc temi che nn ci sia la limpida acqua ad accogliere le tue membra ma una cieca voragine..temi che il tuo sia un salto nel vuoto che sotto di te vi sia uno strapiombo ad accoglierti, che una volta in volo il placido specchio d'acqua che tu vedevi poco distante da te si allontani sempre più precipiti sempre più in basso e che il tuffo si trasformi in una paurosa caduta
Già avevo intuito le tue insicurezze..
ricordi quando mi scrivevi che gli altri ti appaiono come esseri perfetti infallibili ed indistruttibili?ed ora aggiungi che spesso ritieni d'essere una buona a nulla e di avere una bassissima autostima..ma xc mai!Elena tu sei una ragazza riflessiva sensibile e profonda..magari insicura ma chi nn ne ha d'insicurezze?cmq ti capisco Elena credimi, ti capisco e ti comprendo..e ti dico che forse nn si può insegnare a vivere ma sicuramente è possibile cercare di rimuovere tutto quello che nn ci permette di vivere..è possibile insomma liberarsi dei propri timori e delle proprie insicurezze..mi chiedi a che punto del percorso sono..bè credo a buon punto anche se tanta strada ancora devo percorrere e tanti troppi rimpianti a volte mi colgono
E a proposito Elena sai tante volte te lo volevo dire ma già il fatto d'esserti trasferita così lontano x frequentare l'università bè è già un bel salto nelò vuoto, è già una bella dimostrazione di spirito d'iniziativa e d'intraprendenza!e sopratutto d'indipendenza o cmq di aspirazione all'indipendenza..sai io ad es a 19 anni nn ho neanche preso in considerazioni la possibilità di studiare fuori sede..ed a distanza di tempo lo considero un grave errore..ma anch'io tendo ad indugiare purtroppo..ad attendere..so bene che significa vivere il tempo dell'attesa Elena!inutile dire che nn vivendo ci si sente come sprovveduti ed incapaci di badare a sè stessi proprio come i bambini..il ritardo accumulato rispetto agli altri ci scoraggia ci porta a chiederci come potremo e se mai riusciremo a colmarlo e al tempo stesso c'induce a considerare gli altri persone molto più capaci sveglie superiori quindi a noi.
Quanto ho già scritto..eh..e nn ancora commentato i due bellissimi passi tratti da "Oceano mare"..fra l'altro mi avevi anche chiesto come passo le mie giornate..
Solo che mi accorgo ogni volta di più che è impossibile rispondere in modo esauriente..
troppi son gli spunti e le sollecitazioni dei tuoi messaggi!(a proposito cosa volevi che comentassi di preciso?)ma che dire ad es.del prof Bartleboom?Elena confronta quanto mi hai scritto su di lui con quanto mi scrivevi sull'amore che nn necessita della fantasia e della fantasia che al contrario ricama su scene immaginarie..
a quali conclusioni giungi?e poi c'è una tua confessione che mi ha colpito:dici che molto spesso quando scrivi è come se portassi alla luce una parte che se nn capisco male reprimi..a cosa ti riferisci?
ma sai Elena che stavo pensando?ma xc nn ce lo prendiamo davvero quel caffè??abbiamo talmente tante cose di cui parlare!e dal vivo è tutt'altra cosa chissà che nn si riesca veramente ad essere esaustivi!nn sai quanto mi farebbe piacere!in fondo milano e pisa nn sono poi così lontane..
Ora ti saluto..la prossima volta però riprenderò i passi di "Oceano mare"xc trovo che la riflessione di Ann Deverià sia giustissima!e continua a raccontarmi le tue impressioni e riflessioni sul romanzo!
Un bacio, a presto..
1 maggio 2006
da Elena
Ciao Marco,
sono giunta alla fine, ho terminato ieri sera di leggere ?Oceano mare? nonostante abbia cercato di leggere lentamente, assaporando ogni singola parola, scorgendo in ogni pagina una risposta alle mie domande, soffermandomi ad ogni punto per riprendere fiato.. solitamente i libri li divoro soprattutto quando mi prendono dentro, leggo per delle ore cercando disperatamente di giungere alla fine, impaziente di sapere come andranno le cose.. stavolta è stato diverso, questo romanzo è arrivato in un momento particolare della mia vita e chissà che forse non ne determinerà una svolta.. mi dici di confrontare ciò che ho scritto sul prof. Bartleboom con quello che ho scritto riguardo all?amore, a quali conclusioni giungere?! Mi poni questa domanda ed io non so darti una risposta.. come sempre le mie parole suonano più chiare a te rimanendo oscure a chi le ha scritte, com?è possibile?!! Posso dirti che rileggendo vi ho scorto delle analogie, ma le conclusioni.. quelle per me sono state sempre fonte di problemi esattamente come le decisioni.. anche io come lui attendo, attendo conservando un pezzo di vita da regalare a colui che riuscirà ad aprire quella porta anzi a spalancarla come una raffica di vento, attendo pur sapendo che quest?attesa potrebbe anche non avere mai fine, risolvendosi in un nulla colmo di niente, attendo perché non so fare altro se non sperare, sperare che non tutto rimarrà solo un sogno, che alla fine il mio cuore troverà un po? di pace e le mie labbra la loro storia da raccontare, celata sotto sorrisi e parole a volte senza senso, celata in uno sguardo a volte fuggente, nascosta in fiumi di inchiostro che invadono pagine bianche.. e se la fine sarà quella del libro preferisco non pensarci, la delusione potrebbe spezzarmi il fiato, una vita passata nel sogno con una finestra chiusa sulla realtà, una finestra dalla quale è concesso solo sbirciare e gioire delle gioie altrui.. ma qualcos?altro emergere da quelle pagine.. qualcosa che mi è più congeniale..
?..venivano dai due più lontani estremi della vita, questo è stupefacente, da pensare che mai si sarebbero sfiorati, se non attraversando da capo a piedi l?universo, e invece NEMMENO SI ERANO DOVUTI CERCARE, questo è incredibile, e tutto il difficile era stato riconoscersi, RICONOSCERSI, una cosa di un attimo, il primo sguardo e già lo sapevano, questo è il meraviglioso ? questo continuerebbero a raccontare, per sempre, nelle terre di Carewall, perché nessuno possa dimenticare che non si è mai LONTANI ABBASTANZA PER TROVARSI, MAI..?
spero solo queste pagine non mi abbiano ingannato.. non lo potrei sopportare..
Ancora una cosa.. il prof. Bartleboom dice ad Ann Deverià che ?scrivere a qualcuno è l?unico modo di aspettarlo senza farsi del male..?? forse per questo scrivo, inconsapevolmente cerco di uccidere il tempo, l?interminabile catena di istanti che mi separa dalla felicità pura..
Mi piace immensamente la frase di Pirandello che hai riportato eppure mi rende ancora più consapevole del mio non vivere..
Quando dico che scrivendo viene alla luce una parte di me, non intendo dire che reprimo tale parte anzi.. questa parte vive celata nel fondo dell?anima ed è come una scatola che custodisce emozioni e desideri, pensieri e inquietudine.. quando scrivo negli attimi di sconforto alla fine mi sento libera come se le parole uscendo dalla penna avessero sciolto quel nodo alla gola.. quando narro invece di emozioni dietro mi lascio solo un grande vuoto, non mi sento sollevata, per niente, solo per un attimo rivivo quelle emozioni poi la realtà mi colpisce come uno schiaffo in pieno volto.. l?oggetto dei miei desideri non c?è, non so nemmeno se esista, i miei scritti non hanno alcun valore, la mia sembra un?attesa senza fine.. spero di essere riuscita a spiegarmi..
Riguardo ai commenti attendevo quelli su ?Oceano mare? e sulle parti che avevo riportato di ?Madame Bovary?..
Stavo per risponderti nell?ultima dedica che ho scritto poi ho pensato non l?avessi ancora vista e magari non avresti trovato la risposta.. anche io ho sempre problemi con la connessione.. un trucco?!salvo il tutto su una pagina word.. ormai io e il pc stiamo per diventare grandi amici grazie a questo sito ;-)
Adesso ti saluto Marco.. oggi ho ripreso le lezioni e sono sfinita..
Un bacio.
2 maggio 2006
da marco
Ciao elena!
Hai ragione dovevo salvare tutto su una pagina word ma ero troppo stanco e troppo abbattuto x pensarci!cmq spero nn ricapiti più anche xc nn dipende dal mio computer ma dal gestore di rete..ho letto la tua ultima dedica!mi ha incantato..ma una cosa alla volta..ne riparleremo la prossima volta sennò anche stavolta rischio di nn riuscire a commentare i passi che hai riportato.
Innanzitutto il passo tratto da"Madame Bovary"..ah io adoro Flaubert trovo sia uno scrittore tra i più raffinati dell'Ottocento
Tu hai letto "L'educazione sentimentale"?se nn l'hai letto te lo consiglio vivamente xc ti sarà molto molto utile vedrai!
"Madame bovary" lo lessi al liceo e mi piacque molto..dopo che tu mi hai riportato quel passo lo sto rileggendo:)e come spesso accade rileggere una seconda volta è davvero illuminante!Tu li rileggi i romanzi che hai già letto?il passo che hai riportato mi aveva subito colpito x la riflessione del narratore..oltrechè ovviamente x la forza icastica delle immagine evocate..sì l'amore è "esplosione di lampi e fulmini, uragano dei cieli che si abbatte sulla vita.."ma il narratore aggiunge:"Nn sapeva che sui terrazzi delle case la pioggia forma dei laghi, se le grondaie sono intasate, e avrebbe continuato a sentirsi al RIPARO, se all'improvviso nn avesse scoperto nel muro una crepa.."
Rileggendo il romanzo il comportamento di Emma mi appare deludente..è vero l'amore è proprio come una poderosa e trascendente forza della natura che si abbatte su di noi e ci travolge trascinandoci nel turbine delle passioni..è bellissima quell'immagine ed io la condivido xc ho la stessa visione dell'amore, molto romantica..anche se al giorno d'oggi essere molto romantici è demodè!ma come ti dicevo Emma si comporta come se pensasse in cuor suo l'esatto contrario..o meglio come se proprio xc così si figura l'amore, avesse paura che il suo cuore potrebbe essere poi risucchiato davvero nel gorgo della passione, nell'abisso
della perdizione..x me la notazione del narratore significa proprio questo:Emma resiste all'amore, oppone resistenza..ma è una resistenza vana xc la passione che la infiamma è dirompente..pure sempre di resistenza si tratta xc quando nota le prime crepe sul muro sembra cadere nel panico"avrebbe continuato a sentirsi al riparo SE.."ecco xc m'appare un personaggio deludente..è profondamente insoddisfatta della sua esistenza ma proprio come Moreau nn sa cogliere l'attimo fuggente ed invertirne il corso..quando Emma incontra Leone la prima volta parlano ininterrottamente x due ore..ma poi i loro successivi dialoghi si fanno sempre più tesi e stentati..quando Leone le chiede di rinnovare il suo abbonamento lei risponde indispettita:""Che cosa?..la musica?Mio Dio sì!Ho da curar la casa, da badar a mio marito(che detestava)tanti doveri che hanno la precedenza!"Ecco è in momenti come questo che Emma cade e diventa deludente quasi patetica..il narratore commenta alla fine dell'incontro:"Ma essa era piena di bramosia di rabbia di odio.."eppure lei preferisce spiare sotto i vetri Leone che se ne va anzi che mostrare il suo interesse e la sua passione x lui, preferisce deliziarsi con la sua immagine anzichè godere della sua presenza..palpita al rumore dei suoi passi ma poi"davanti a lui, l'emozione si spegneva"..
Riguardo invece a "Oceano mare"ti ho consigliato di confrontare quanto hai scritto con quel che mi hai detto su Bartleboom xc semplicemente quel che hai scritto era la risposta a Bartleboom!
Bartleboom scrive alla sua amata senza averla ancora conosciuta..ma allora si può parlare di amata?senza contare che poi del tutto contradditoriamente si chiede come si possa riconoscere l'anima gemella ina volta incontrata..come tu scrivevi l'amore nn necessita di fantasia ed immaginazione xc quando ci innamoriamo usciamo da noi stessi smettiamo di essere ripiegati su noi stessi e ci tuffiamo nella realtà..nulla più dell'incontro con l'altro ci sospinge verso la realtà..e quando c'innamoriamo e viviamo dell'altro nn pensiamo più all'anima gemella
seesiste o se mai la incontreremo..xc amiamo e viviamo..ha perfettamente ragione Ann Deverià..trovo bellissimo e commovente quello che dice..e spazza via così le domande che Bartleboom si pone.."nn è che la vita vada come tu te la immaginavi.Fa la sua strada.E tu la tua.E NN SONO LA STESSA STRADA"..ecco xc in fondo chiedersi se mai incontreremo l'anima gemella è inutile..xc ciò che importa è vivere e che ne sai in fondo chi amarai?posso farti una domanda?tu come te lo immagini il tuo ragazzo ideale?la prossima volta se vorrai poi ti parlerò di anime gemelle..è un'argomento su cui ho tanto da dire..l'importante cmq è vivere seguire i propri desideri..è verissimo "sono i desideri che salvano"..ed infatti Emma nn si salva xc nn segue i suoi desideri ma "l'orgoglio, la gioia di potersi dire sono virtuosa".
Cos'è che desideri Elena?ti capita di desiderare qualcosa e di rinunciarci x vari motivi?dici che la ricerca nn fa x te..ma è infatti nn è di ricerca che si tratta..si tratta di seguire anche solo i propri impulsi senza pensare..di lasciarsi andare..tu hai mai agito d'impulso?a me a volte è capitato e nn sai che emozione ho provato!ho agito senza più pensare e che gioia e che libertà ho provato!Noi pensiamo troppo Elena..e pensar troppo nuoce..nn attendere più Elena..xc il rischio è proprio quello che dice Deverià..è una metafora magnifica Elena e ti sono grato x aver riportato quel passo.."se le dai tempo alla vita LEI SI RIGIRA IN MODO STRANO, INESORABILE:e tu ti accorgi che a quel punto NN PUOI DESIDERARE QUALCOSA SENZA FARTI DEL MALE"più si attende più difficile sarà recuperare il tempo che si è speso attendendo..più si attende più la rete ci intrappola più è dura uscire dalla propria dimensione parallela..in verità l'attesa, che è dettata dalla paura, è un modo x nn uscir mai dalla rete..ma Elena nn pensare assolutamente che sia troppo tardi capito?nn lo è credimi!tutto è ancora possibile credimi!hai poco più di vent'anni Elena ed un'intera vita davanti a te!Tutto deve ancora iniziare altro che finire!E poi mi dici che sei in momento particolare della tua vita..un momento di svolta di cambiamento?spero di sì
Ora ti saluto Elena
un bacio, a presto
3 maggio 2006
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