Sono trincerata in un mutismo assoluto e dentro me c'è una rivolta in atto.
Sono il nulla, sono tutto, sono il bianco e il nero, la luce e il buio, la vita e la paura.
Sono questi brandelli di cuore, sono i miei ricordi, sono l'inafferibilità di questo domani che mi guarda interrogativamente sperando in una risposta.
Non ne ho di risposte.Davvero.Non ne ho.
Chiedi altrove.E lasciami qui, con questi pensieri e questa inadeguatezza nel rendermi conto che mi sto a poco a poco lasciando morire.
Oggi mia madre mi ha costretto a portarmi da un nutrizionista.
Sono stata pesata e misurata come fossi un oggetto da osservare e da giudicare mancante.
Sono alta 1.73, poco più poco meno, e il dolore mi ha portato a pesare 42 kg.
Mia madre, spaventata da questi numeri, ha finto la disperazione dimenticando la frivolezza con cui cerca di affrontare qualsiasi cosa, accantonando i virus semplicistici con cui mi invade con la folle speranza di contagiarmi.
Ora piangi mamma, ma dove sei stata finora?
Quando tua figlia piangeva e singhiozzava per ore senza interruzioni per la morte del ragazzo che a malapena avevi voluto conoscere, dov eri?
Quando tua figlia si nascondeva dietro digiuni e tornava all'alba, dov'eri?
La carne che tua figlia non ha più non l'hai forse divorata a piccoli morsi quotidiani?Quando credevi che l'unico modo per ridarle il sorriso fosse comprandole l'ennesima borsetta di Vuitton?
Io non sono anoressica, sia chiaro.
L'anoressia colpisce chi ha smania di dimagire per diventare esteticamente più bella.
Io non mi nutro semplicemente perchè dalla morte di Stefano il mio corpo è morto:ha smesso di inviarmi l'impulso della fame, della sete.Ha eliminato qualsiasi impulso vitale.Si sta annullando giorno dopo giorno, sotto il peso dei ricordi che aleggiano sulle mie scheletriche braccia abbandonate.
Tutto quello che ero prima non c'è più.
Non sono più la ragazza che Stefano amava.
Se mi vedesse ora probabilmente non mi degnerebbe di uno sguardo.
Lui amava la mia sicurezza, la mia forza, la mia energia, la mia solarità,la mia bellezza.
Non posseggo più nulla di tutto questo.
Perfino l'agente per cui sfilo mi ha detto che il mio viso si sta scavando troppo, e si che proprio lui ha sempre insistito sull'importanza della magrezza per far cadere bene gli abiti.
Non si può vivere senza nutrirsi.
E quindi?
Quindi si può morire di fame.
In realtà,io muoio per la mancanza di Stefano, muoio d'amore.
Nessuno può curarmi perchè nessuno può capirmi.Questo è chiaro.
Oggi sono stata ad ascoltare chiacchiere inutili di un dottore che impartiva consigli, sicuro che li avrei seguiti, sicuro che fossi io a voler dimagrire.
Non capiva che l'annullamento del mio corpo è solo una conseguenza alla privazione del mio essere e alla sofferenza estrema che mi invade senza nemmeno più chiedere permesso.
Dispendiava sorrisi ma non ero che un altro caso, un altro nome da aggiungere alla sua agenda.
Anche questo mi sembra triste.
16 maggio 2006
Categoria: Lettere